Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Le isole Cook hanno emesso una moneta da 2 dollari 2016 in argento (15,57 g, 2.500 pezzi), con finitura in antico, decisamente particolare. Al dritto si trova la consueta figura della regina Elisabetta II, mentre sul rovescio è raffigurato, in modo dettagliato e in alto rilievo, un cratere da impatto, sul pezzo è anche inserito un autentico frammento del meteorite Tamdakht. La moneta ha inoltre la particolarità di avere un piccolo foro, che si protende verso l’esterno sull’altro lato, per rendere al meglio e accentuare l’effetto dell’impatto con la Terra. Il meteorite Tamdakht è caduto in Marocco, il 20 dicembre 2008, nei pressi di Ouarzazate, il suo nome deriva da un piccolo villaggio che si trova vicino al luogo dell’impatto. I frammenti sono stati ritrovati su una superficie di circa 25 chilometri quadrati, all’interno della quale sono stati trovati crateri d’impatto. L’inserimento di un frammento di meteorite in una moneta non è sicuramente una novità, da almeno una decina d’anni sono commercializzati pezzi di questo tipo; innovativo il modo in cui è stato raffigurato il cratere d’impatto.
Chi frequenta i mercatini dell’antiquariato può avere la fortuna di trovare qualcosa di interessante per coltivare la propria passione. Rovistando tra i volumi accatastati su un tavolo pieno di cianfrusaglie mi è capitato in mano un volumetto di color verde militare, in parte sbiadito, ma che ha subito catturato la mia attenzione. Sulla copertina si legge: GOVERNO DELLA CIRENAICA – UFFICIO STUDI (rapporti e monografie coloniali, serie 1a – N. 6 – agosto 1924) – Manualetto numismatico per la Cirenaica, Bengasi MCMXXIV. Silvio Ferri, nell’avvertenza iniziale, scrive: «Il presente libretto ha il modestissimo scopo di offrire ai numerosi dilettanti numismatici della Colonia un indirizzo e un aiuto; colla speranza che, aiutando ed incanalando attività finora indipendenti e disperse, ne possano ritrarre un qualche giovamento anche le Collezioni dello Stato; giacchè non è un mistero per nessuno che il regolamento, forse troppo draconiano, sugli oggetti archeologici ha fatto completamente sparire dal mercato le monete; ed è chiaro che il controllo non potrà tornare ad essere esercitato se non incoraggiando e in qualche modo legalizzando il raccogliere privato.» Il piccolo manuale, stampato a Roma dallo stabilimento tipografico Riccardo Garroni, ovviamente non aveva la pretesa di illustrare tutte le monete reperibili in Cirenaica ma, semplicemente, cercava di dare massima visibilità e diffusione alle monete greche locali. Le pagine di testo sono solamente quarantotto, alle quali sono aggiunte XXVIII tavole con disegni di 520 monete. Sono proprio queste tavole che hanno catturato la mia attenzione, in particolare i bei disegni dei nominali con l’immagine della pianta del silfio.
Il singolare connubio fra monete e francobolli può portare a scoperte sorprendenti: francobolli incapsulati, imbustati, incollati su supporto, usati come monete; banconote affrancate come corrispondenza; francobolli stampati su fogli destinati alla produzione di banconote, anche se in parte giá impressi; monete che celebrano la filatelia; francobolli che commemorano monete, banconote.
La mancanza di moneta divisionale e l’impossibilità di provvedere alla coniazione con urgenza hanno creato fantasiosi e particolari mezzi di pagamento. Nel passato si è ricorso spesso all’uso della contromarca per dare nuovo valore ad una moneta oppure per autorizzare la circolazione di moneta fuori corso o, ancora, per ammettere alla circolazione monete straniere. Come utili strumenti di pagamento spesso sono state utilizzate le tessere mercantili ma anche gettoni originariamente destinati agli usi più diversi, come gettoni telefonici, buoni delle cooperative o aziendali, marche da bollo, francobolli, fino alle pseudomonete delle associazioni filantropiche, come le monete delle città dei ragazzi, ecc. Tutto questo dimostra ancora una volta che “la necessità aguzza l’ingegno” ed “è la madre di tutte le arti”.
È proprio prendendo in considerazione il singolare connubio fra monete e francobolli che si possono fare scoperte sorprendenti e inaspettate. Prima di tutto è opportuno ripercorre brevemente la storia del francobollo, un valore stampato da un lato e gommato al verso. Ideato dal politico inglese Rowland Hill (1795-1879), tradizionalmente è in carta e viene incollato all’oggetto di una spedizione postale come prova del pagamento anticipato del servizio di corrispondenza. Il primo francobollo, passato alla storia come Penny Black (fig. 1), emesso per conto del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e venduto a partire dal primo maggio 1840, era privo di dentellatura. Il pezzo, illustrato con l’effige della regina Vittoria, veniva stampato su fogli che contenevano 240 esemplari, disposti in 20 file da 12 esemplari; questa scelta venne effettuata per permettere a un foglio intero di avere un valore pari a una sterlina o 240 pence. Nel giro di pochi anni anche altre amministrazioni postali seguirono l’esempio inglese per la praticità del nuovo mezzo e così, nel 1843, la Svizzera del cantone di Zurigo fu il secondo stato ad emettere francobolli. Seguirono poi il Brasile, i cantoni svizzeri di Ginevra e di Basilea, gli Stati Uniti (1847). In Italia la prima serie denominata Aquila Bicipite venne emessa, il primo giugno 1850, dal regno Lombardo-Veneto.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.322, novembre 2016.
di Federico De Luca
UN’INEDITA PANORAMICA DELLE MONETE ANTICHE CHE HANNO UNA RELAZIONE DIRETTA O INDIRETTA CON IL TERREMOTO.
Il terremoto: un nemico terribile, feroce e sanguinario che da sempre ha afflitto l’umanità. Se ne sta nascosto nelle viscere della Terra a dormire per anni, secoli ma poi riemerge all’improvviso, pazzo di furore, a seminare morte e distruzione. Pochi minuti di caos primordiale e dopo, oggi come duemila anni fa, il risultato è sempre lo stesso: paesi e città sventrate, case violate, vite spezzate e, nei superstiti, esistenze sconvolte. (altro…)
In numismatica gli errori di conio e le varianti sono particolarmente studiate e ricercate dai collezionisti. Al giorno d’oggi le monete prodotte a macchina sono tutte uguali ad eccezione di eventuali errori e difetti di conio. Nel passato, quando invece la battitura avveniva a mano con possenti colpi di martello, ogni pezzo era diverso dagli altri e le varianti erano innumerevoli. Proprio per questo la numismatica è una scienza che può sempre riservare gradite e inaspettate sorprese.
Con l’avanzare della tecnologia gli errori e le varietà sono notevolmente diminuiti rispetto al passato. Il loro numero è invece alto quando le coniazioni sono fatte in modo affrettato e caotico, senza prestare la dovuta attenzione alla preparazione dei conii, urgenza che in genere si ricollega a momenti storici particolari, di forte instabilità sia politica che economica. Come, ad esempio, le innumerevoli varianti per forma delle lettere, diversa spaziatura, punteggiatura, grandezza della testa del re, dimensione dell’arma, ornamenti, della piastra da 120 grana in argento di Ferdinando II di Borbone (1830-1859) per Napoli; oppure le varianti a partire dai due tipi fondamentali, con o senza l’alberello della libertà, che si caratterizzano per il diverso panorama della città, raffigurato ai piedi della Madonna di san Luca, impresso sugli scudi da 10 paoli d’argento del governo popolare di Bologna (1796-1797).