Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Sandokan non ignorava che una imprudenza poteva cagionare una vera catastrofe, come non ignorava che fosse capace di fare lord James per impedire che sua nepote avesse a cadere fra gli artigli della Tigre della Malesia. Poteva darsi che il maledetto insospettito avesse ad abbandonare Labuan portando seco Marianna, e si ritirasse nei possedimenti inglesi di Sarawak, e il pirata che sentiva di non poter guarire dalla terribile malattia che albergava nel suo cuore, voleva a ogni costo distruggere anche il più piccolo sospetto». Chi, da giovane, non ha avuto una grande passione per il ciclo di Sandokan e Yanez de Gomera, per le tigri di Mompracem, considerati come eroi, difensori di libertà e indipendenza, mentre il rajah bianco di Sarawak, James Brooke, nei romanzi di Salgari è raffigurato come un feroce tiranno. La realtà invece è diversa e, senza mai esser stato nelle isole dell’arcipelago del Borneo, Salgari capovolse la storia diffamando un personaggio che era un autentico e coraggioso altruista, un capo saggio e illuminato.
Scarica articolo completo I RAJAH BIANCHI DI SARAWAK tratto da Panorama Numismatico nr.336, febbraio 2018
La collezione numismatica Este
Nel dicembre 2014, nella veste di Direttore del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ho curato, in stretta collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, la mostra “Si tiene pegno in Guardaroba- Monete d’oro con la contromarca di Casa d’Este nel Medagliere Mediceo”.
In quell’occasione furono esposte 251 monete in oro conservate nel Museo Archeologico (un altro esemplare dello stesso nucleo è conservato nel Museo del Bargello di Firenze) frutto dell’acquisizione del 1646 ad opera del Granduca Ferdinando II de’ Medici e con il concorso del fratello Cardinale Leopoldo, noto collezionista numismatico.
L’inflazione che colpì il marco tedesco nel primo dopoguerra, periodo che va dal novembre 1918 alla fine del 1923, rappresenta sicuramente un caso clamoroso di tutta la storia del mondo finanziario ed economico. Quello che avvenne durante questo periodo ebbe veramente dell’incredibile. L’iperinflazione weimariana esplose, in tutta la sua drammaticità, nel biennio 1921-1923, nel corso della sua fase finale il marco valeva un bilionesimo del valore che aveva nel 1914. All’epoca il governo centrale della repubblica di Weimar fece stampare banconote di taglio sempre più elevato e, nello stesso tempo, non fece coniare monete metalliche in mark, tranne pezzi in alluminio con valore 3 marchi, nel periodo 1922-1923, e da 200 e 500, nel 1923. Il 5 novembre 1923 la Reichsbank aveva posto in circolazione il biglietto, stampato su un solo lato, da un bilione di marchi (1.000.000.000.000 in altre parole 1.000 miliardi). All’epoca il biglietto da un bilione valeva circa 5 lire italiane. Il taglio più elevato di una banconota durante il periodo dell’iperinflazione tedesca fu di 100 bilioni di marchi.
Nel corso di una prospezione archeologica in via Virgilio a Maia Alta (Merano), in un edificio di epoca romana, è stato ritrovato un tesoro di oltre 3.000 monete. La direttrice della Soprintendenza provinciale alle Belle Arti, Catrin Marzoli, ritiene che l’abitazione appartenesse a una famiglia benestante, lo proverebbero i reperti rinvenuti come le fibule finemente decorate e il tesoro di monete sepolto nel terreno sotto una macina. Si tratta di 3.187 monete databili tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., risalenti quindi al periodo della tetrarchia, epoca di grande crisi per l’impero romano.
La notizia di un furto incredibile ha fatto il giro del mondo. Dal museo Bode di Berlino, nella notte tra domenica e lunedì (26-27 marzo), è stata rubata una moneta da un milione di dollari canadesi denominata Big Maple Leaf. Il museo, sito sull’isola dei Musei (parte settentrionale dell’isola nel fiume Sprea), accoglie una delle collezioni più grandi al mondo di monete e medaglie con oltre 540.000 articoli numismatici (Münzkaminett). I numeri sono da capogiro: 102.000 pezzi greci, 50.000 monete romane, 103.000 monete tra medievali e pezzi mondiali moderni, 95.000 banconote, 19.000 notgeld in metallo ed altro ancora. Naturalmente nella ricchissima collezione sono presenti pezzi unici o estremamente rari come, solo per fare qualche esempio, il decadracma per la battaglia di Salamina, alcuni medaglioni di Aboukir come quello con il busto frontale con corazza di Alessandro Magno o quello con la sua testa volta a sinistra, oppure con il busto dell’imperatore Caracalla di tre quarti. La moneta trafugata, in mostra presso la Münzkaminett dal dicembre 2010, era inserita nel percorso dedicato alla storia della monetazione, dall’antichità ai nostri giorni. Il pezzo, in oro purissimo, con un diametro di 53 centimetri e uno spessore di 3, pesa 100 chilogrammi e ha un valore nominale di un milione di dollari canadesi. L’aureo conio è stato emesso, in quantità limitata (cinque esemplari fino ora), dalla Royal Canadian Mint il 3 maggio 2007.
Segue: articolo completo in formato pdf FURTO DA GUINNESS DEI PRIMATI tratto da Panorama Numismatico nr.329, giugno 2017