Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Nel corso di una prospezione archeologica in via Virgilio a Maia Alta (Merano), in un edificio di epoca romana, è stato ritrovato un tesoro di oltre 3.000 monete. La direttrice della Soprintendenza provinciale alle Belle Arti, Catrin Marzoli, ritiene che l’abitazione appartenesse a una famiglia benestante, lo proverebbero i reperti rinvenuti come le fibule finemente decorate e il tesoro di monete sepolto nel terreno sotto una macina. Si tratta di 3.187 monete databili tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., risalenti quindi al periodo della tetrarchia, epoca di grande crisi per l’impero romano.
La notizia di un furto incredibile ha fatto il giro del mondo. Dal museo Bode di Berlino, nella notte tra domenica e lunedì (26-27 marzo), è stata rubata una moneta da un milione di dollari canadesi denominata Big Maple Leaf. Il museo, sito sull’isola dei Musei (parte settentrionale dell’isola nel fiume Sprea), accoglie una delle collezioni più grandi al mondo di monete e medaglie con oltre 540.000 articoli numismatici (Münzkaminett). I numeri sono da capogiro: 102.000 pezzi greci, 50.000 monete romane, 103.000 monete tra medievali e pezzi mondiali moderni, 95.000 banconote, 19.000 notgeld in metallo ed altro ancora. Naturalmente nella ricchissima collezione sono presenti pezzi unici o estremamente rari come, solo per fare qualche esempio, il decadracma per la battaglia di Salamina, alcuni medaglioni di Aboukir come quello con il busto frontale con corazza di Alessandro Magno o quello con la sua testa volta a sinistra, oppure con il busto dell’imperatore Caracalla di tre quarti. La moneta trafugata, in mostra presso la Münzkaminett dal dicembre 2010, era inserita nel percorso dedicato alla storia della monetazione, dall’antichità ai nostri giorni. Il pezzo, in oro purissimo, con un diametro di 53 centimetri e uno spessore di 3, pesa 100 chilogrammi e ha un valore nominale di un milione di dollari canadesi. L’aureo conio è stato emesso, in quantità limitata (cinque esemplari fino ora), dalla Royal Canadian Mint il 3 maggio 2007.
Segue: articolo completo in formato pdf FURTO DA GUINNESS DEI PRIMATI tratto da Panorama Numismatico nr.329, giugno 2017
I falsi gulden e rubli di Napoleone
La falsificazione nella cartamoneta è vecchia quanto lo è la sua storia. I primi biglietti cinesi recavano impresse le terribili minacce della legge del Gran Khan, rivolte a chi avesse tentato di falsificarli (probabilmente perché qualcuno c’era già riuscito): i daler di Johan Palmstruch, le prime banconote europee, vennero falsificati dopo poco tempo dalla loro emissione, nonostante fossero dotati di ben dieci firme manoscritte e sigilli in ceralacca.
Scarica articolo completo Sulla falsificazione della cartamoneta a scopo politico tratto da Panorama Numismatico nr.109/giugno 1997. Articolo richiesto da una nostra lettrice.
Recentemente una curiosa notizia ha attratto la mia attenzione di numismatico impenitente. I fatti risalgono al maggio 2015 quando una ragazza si recò in un negozio di Reggio Emilia per comprare un iPhone. Al momento di pagare utilizzò dieci banconote da 20 euro che insospettirono il negoziante. Chiamata la polizia la ragazza venne denunciata per spaccio di banconote false. Niente di nuovo sotto il sole ma la novità riguarda la notizia apparsa recentemente (marzo 2017). Visto che le banconote erano falsificate in modo decisamente maldestro, tra l’altro avevano tutte lo stesso numero di serie, il difensore e il pubblico ministero hanno chiesto l’assoluzione. Il giudice è stato dello stesso parere quindi l’imputata è stata assolta perché l’approssimazione della contraffazione escludeva la responsabilità penale di chi spende le banconote. La cassazione ha infatti stabilito, con sentenza 23 agosto 2012 n. 33214 (Cass. Pen. Sez. V), che « …il falso grossolano non punibile è soltanto quello facilmente riconoscibile ictus oculi anche da persone del tutto sprovvedute, mentre non è tale quello che richiede una certa attenzione per il riconoscimento della falsificazione…» In poche parole, una falsificazione grossolana esclude la responsabilità penale di chi diffonde le banconote. Se una persona è talmente ingenua da accettare cartamoneta palesemente falsa sono fatti suoi.
Segue articolo completo Banconote troppo false in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.328 – Maggio 2017
L’IMMAGINE DELLA FORTUNA COME VENNE RAPPRESENTATA SULLE MONETE DALL’ANTICHITà ALL’EPOCA RINASCIMENTALE.
La Fortuna nell’antichità
Nella mitologia greca l’archetipo di questa personificazione divina è rappresentato dalla Tyche (dall’etimologia: “accadere in sorte”), figlia di Oceano e di Tetide, una figura femminile drappeggiata e sovente turrita venerata come divinità civica delegata a proteggere dagli eventi negativi, il cui modello era la statua bronzea, ora perduta, opera dello scultore Eutychides. Nella mitologia romana, derivata da quella greca, la Fortuna prende maggiormente i connotati della dea degli esiti favorevoli nei casi della vita.
La sua origine sembra molto antica, addirittura precedente la fondazione dell’Urbe, anche se i Romani attribuivano l’istituzione del suo culto a Servio Tullio, fra i sette re il più favorito dalla Fortuna, il quale, con beneficio di inventario, le dedicò ben 26 templi, ciascuno con una diversa motivazione. La leggenda vuole che questa divinità lo amasse, benchè la sua natura fosse mortale, e che gli facesse periodicamente visita a domicilio entrando per uno stretto pertugio nella sua stanza.
Marco Tullio Cicerone, nel De Divinatione (XLI, 85-86), narra di un luogo sacro dove gli aruspici estraevano da una roccia, incise su legno di quercia, le sorti migliori, per ispirazione, della dea Fortuna e che proprio là fosse stato edificato un tempio, il primo di una lunga serie.
Scarica articolo completo in formato PDF I VARI VOLTI DELLA FORTUNA anteprima da Panorama Numismatico nr. 328 di Maggio 2017