Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Che le monete e le banconote fossero, a volte, vere opere d’arte è cosa risaputa e nota, ma che potessero essere il mezzo attraverso cui anonimi “artisti” di tutto il mondo danno libero sfogo e visibilità alla loro fantasia creativa è certamente cosa meno conosciuta. Sicuramente oggi esistono molti più metodi di espressione individuale, rispetto a qualsiasi altro periodo storico, ed alcuni hanno pensato bene di utilizzare pure il denaro.
Una interessante notizia ci viene fornita dall’architetto Alberto Morselli di Scandiano (RE) appassionato ricercatore di storia reggiana.
Il 19 dicembre 1411 il podestà di Reggio, Giacomo dei conti di Panico, condanna a morte al rogo maestro Paolo da Bologna, contumace, residente nel castello di Levizzano di Baiso (castri Livizani episcopatus Regii) fabbricatore di monete false, che da tempo opera nel detto castello di Levizzano ad peticionem del nobile Paolo da Fogliano figlio del fu Barba da Fogliano da Montebabbio. Le monete falsificate erano ducati e fiorini d’oro nonché pegioni ed altre ancora (monetam falsam stampitam tam in formam ducatorum et florinorum auri quam in formam pichionum et aliarum monetarum). Archivio di Stato di Reggio Emilia, Giudiziario, sentenze e condanne.
La stampa britannica ha dato ampio risalto ad una importantissima scoperta di carattere storico-numismatico. In aprile, nel sud-ovest della Gran Bretagna, un appassionato ricercatore col metal detector ha trovato una grande giara strapiena di monete romane sepolta ad appena 30 centimetri sotto la superficie. Resistendo alla tentazione di far tutto da sé, ha avvertito le autorità cosicchè la giara è stata recuperata con tutte le cautele del caso salvandone l’integrità ed il contesto archeologico. Una volta esaminate le monete si è appurato che erano ben 52.500 per un peso di circa 160 chilogrammi! A giudicare dalle fotografie pubblicate sulla stampa si trattava in prevalenza di antoniniani romani della seconda metà del III secolo. Abbiamo notato i soliti nomi del periodo, in particolare Probo e Caro, ma anche emissioni cosiddette galliche a nome dei Tetrici. A giudicare dalla prima impressione non si è trattato di un tesoro di grande pregio perché questi antoniniani dovevano essere di bassissima mistura se non proprio di rame. Presenti anche monete a nome dell’usurpatore Carausio che infatti ebbe la sua sede nell’isola. Tra queste la stampa ha pubblicato le foto di esemplari davvero spettacolari.
Quaderni di Panorama Numismatico – di Francesco di Rauso e Gionata Barbieri – da Panorama Numismatico nr.248/Febbraio 2010
Elia Pulcheria, Santa ed imperatrice dell’Impero Romano d’Oriente, è la protagonista di una medaglia coniata nella zecca di Napoli nel 1862, nella quale sono nascosti dei particolari a dir poco equivoci per il momento storico in cui venne realizzata.
Nel corso di questo articolo discuteremo, grazie ad alcuni documenti consultati presso i principali archivi napoletani ed altro materiale costituente pronunciamento ufficiale della Chiesa, per quali motivi Ella venne venerata a Napoli in quel periodo e, soprattutto, perché un incisore napoletano di nome Luigi Arnaud abbia inciso questo conio.
Iniziamo con la descrizione sintetica della medaglia, poi passeremo ad una panoramica storico-numismatica che intende rammentare ai lettori chi era Elia Pulcheria.
di Gianni Graziosi – da Panorama Numismatico nr.235, luglio/agosto 2010
Che le novità costituissero l’ossatura portante di una parte del collezionismo delle monete moderne è cosa risaputa, ma che ora, grazie ad un’iniziativa della repubblica del Benin, le monete fossero anche “profumate”, e per di più alla marijuana, è veramente incredibile. Il Benin è uno stato dell’Africa Occidentale, precedentemente conosciuto con il nome di Dahomey, la cui economia è sottosviluppata e dipende dall’agricoltura di sussistenza e dalla coltivazione del cotone. Questa “originale” moneta da 100 francs CFA 2010, in cupronichel placcato argento, inaugura la serie dedicata alle piante più famose della terra ed è dedicata alla canapa (Cannabis sativa). Al rovescio è raffigurata la classica foglia di canapa colorata di verde; la particolarità consiste nel fatto che basta sfregare delicatamente la foglia per poter annusare il tipico odore della marijuana. Questo grazie alla particolare colorazione utilizzata capace di rilasciare molecole odorose.