Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Concorso a premio Tesi in Numismatica “Pro Mario Traina”, terza edizione (2019-2020)
N.B. Questa copia del bando, pubblicata in data 18 Aprile 2020, annulla le copie precedenti.
R E G O L A M E N T O
definitivo, emesso nell’aprile 2020 con alcune modifiche rese indispensabili dai decreti legislativi
per la lotta all’epidemia di covid19
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di Eros Marchetti
Col Regio Decreto 31 maggio 1918 e sui modelli dell’incisore Attilio Motti vennero coniati talleri per gli scambi commerciali interni della Colonia Eritrea.
La coniazione era libera e si effettuava, anche su richiesta di privati, in argento 835 millesimi, grammi 28,07 di peso e 40 millimetri di diametro.
Le previsioni erano di coniarne in grandissima quantità; invece questa moneta ebbe poco successo, poiché agli Eritrei era molto più gradito il tallero di Maria Teresa. Per questo motivo ne venne sospesa la coniazione dopo soli 510.000 pezzi e successivamente – a seguito all’accordo con l’Austria del 1935 – si iniziò a coniare talleri di Maria Teresa quasi del tutto simili agli Austriaci.
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È uscito il nuovo numero di «Panorama Numismatico» (n. 359, marzo 2020).
In copertina, Le monete di Alfonso V d’Aragona battute in Sardegna. Tipi e varianti (1416-1458), di Giuseppe Lulliri, un catalogo delle coniazioni sarde, in particolare di quelle avvenute nella zecca di Villa di Chiesa, tra le quali un esemplare inedito.
Troverete, all’interno
Per le curiosità numismatiche:
- Le varianti e gli errori di conio possono avere diverse cause. Partendo dalla moneta da 500 lire Caravelle, Gianni Graziosi parla di quelle controverse coniazioni nelle quali, per vari motivi, l’immagine è errata o controversa, in Monete tra errori e anacronismi.
di Gianni Graziosi
Questa volta il veronese Damiano Cappellari ci sorprende davvero con un appassionato volume dedicato al conte Alessandro Magnaguti, uno degli ultimi grandi numismatici italiani. Da ricordare che Cappelari si è già dedicato come saggista ad argomenti di numismatica, ha esordito con il volume Emozioni Numismatiche. Apologia del Nummofilo (2012), a cui ha fatto seguito Elogio della Numismatica. Elogium Nummophiliae (2015) e, con lo pseudonimo Demian Planitzer, Memorie di un nummomane ovvero tramonto di un collezionista di monete antiche (2017).
Il volume, come un diario personale, ci porta alla scoperta del nobiluomo mantovano nato nel castello di Cerlongo di Goito (Mantova) il 21 settembre 1887 e morto a Sermide (Mantova) il 13 agosto 1966. Magnaguti fu un famoso nummofilo, nummologo e nummomane, quest’ultimo termine inteso come il collezionista che non sa controllarsi e che deve avere a tutti i costi quella moneta particolare che gli manca. Il conte era ricchissimo, non badava a spese per aggiudicarsi monete che avrebbero fatto gola a un altro grande collezionista dei suoi tempi, il re d’Italia Vittorio Emanuele III. Per tutta la sua vita il conte si occupò di ricerche e studi sulla natia Mantova, sui Gonzaga che la governarono, prima come signori (dal 1328) poi come marchesi e duchi fino al 1707, per questo venne definito «l’ultimo Cavaliere dei Gonzaga». Si interessò anche di numismatica, di letteratura, di storia e di poesia.
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Ciascuno, nell’arco dei secoli, ha immaginato la Luna a modo suo, almeno fino a domenica 20 luglio 1969 quando, pochi secondi dopo l’allunaggio del LEM sul suolo lunare, il comandante Neil Armstrong pronunciò la storica frase «Houston, qui base della tranquillità. L’Eagle è atterrato». Il viaggio durato 4 giorni, 6 ore, 45 minuti e una manciata di secondi, era iniziato il 16 luglio 1969, alle 9,32 (ora locale), quando il gigantesco razzo Saturn V lasciava la rampa di lancio del Kennedy Space Center (Florida). Il 24 luglio Neil Armstrong, Micheal Collins e Buzz Aldrin, a bordo del modulo di comando Columbia, ammararono nell’oceano Pacifico e vennero recuperati dalla portaerei USS Hornet. L’uomo, nato da un processo evolutivo della famiglia degli Hominidae che ha dato origine a specie appartenenti al genere Australopithecus, al genere Homo con numerose specie estinte come, ad esempio, Homo habilis, Homo erectus, Homo neanderthalensis, per la prima volta, tra mille difficolta e peripezie, aveva tentato l’impossibile. L’umanità era riuscita nell’impresa di lasciare il nostro pianeta ed esplorare un altro corpo celeste: la Luna. Tutto quello che per anni era appartenuto solamente alla fantasia, alla fantascienza, all’improvviso era diventato realtà, il progresso scientifico aveva portato l’uomo nello spazio e sul nostro satellite. Le tappe di questa grande avventura si svolsero incredibilmente nell’arco di soli 12 anni, a partire da quando i sovietici misero in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1 (in russo “compagno di viaggio”), lanciato il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur (Kazakistan).
Scarica articolo completo 50 anni dallo sbarco sulla Luna in formato PDF, tratto da Panorama Numismatico n.352 di Luglio-Agosto 2019