Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Avevamo già parlato, l’anno scorso, di una preoccupante diffusione nelle vendite in aste on line, tipicamente eBay ma anche da altri siti meno conosciuti, di monete false vendute da cinesi. Il fenomeno si era concentrato su monete d’argento europee di largo modulo, tipicamente, per rimanere in ambito italiano, monete da 5 lire. Un nostro collaboratore aveva, ad esempio, pubblicato un esemplare del 5 lire 1821 di Vittorio Emanuele I re di Sardegna. Il trucco era sempre il solito: prezzo di partenza molto allettante perché apparentemente il venditore (con location spesso in Cina od Hong Kong) sembrava non conoscere l’effettivo valore della moneta, moneta in condizioni buone ma non ottimali. Al ricevimento della moneta l’amara sorpresa: il bordo lasciava poche speranze sulla genuinità del pezzo. Inutili poi le proteste od il feedback negativo: il venditore non risultava più reperibile.
In India chi non vuole piegarsi al diffuso sistema di corruzione dei funzionari pubblici ha adottato un sistema veramente insolito, consiste nel dare una banconota da zero rupie in mano a chi chiede tangenti. Questa curiosa idea è scaturita dalla fantasia di un docente di fisica, di origine indiana, della University of Maryland (USA). Egli, tornato in patria, ed avendo subito un tentativo di estorsione si comportò in modo inusitato e, in risposta, consegnò al funzionario un foglietto con scritto zero rupie. Successivamente Vijay Anand, presidente di 5th Pillar (quinto pilastro), un’organizzazione non governativa, ritenendo valida l’idea ha fatto stampare 25.000 “banconote” da zero rupie allo scopo di utilizzarle per combattere la corruzione e, nello stesso tempo, mobilitando anche l’opinione pubblica.

Figura 1. Alfonso II d’Este, olio su tavola, secolo XVI, collezione BSGSP. (da Ducato di Modena e Reggio 1598-1859, Banco San Geminiano e San Prospero, Modena, 2007).
di Gianni Graziosi
EDITTI, GRIDA, STATUTI E TARIFFE DEL XVI – XVII SECOLO CI RACCONTANO DI MONETE, DI CONSUETUDINI, DI PENE CORPORALI E PECUNIARIE.
Mi è capitato di sfogliare e leggere il volume Statuti e leggi per il marchesato di Vignola pubblicato, nel 1877 dalla tipografia di Antonio Monti, per iniziativa della Società Vignolese di storia patria e arti belle, il presidente della società era l’avvocato Arsenio Crespellani (1828-1900). Dalla lettura sono emerse notizie e curiosità che riguardano anche le monete. Prima di illustrarne qualche esempio indicativo può essere utile inquadrare brevemente il periodo storico che ha visto l’emanazione di questi statuti.
Decisamente accattivante la moneta, in argento e smalti colorati, da 5 dollari 2010 (25 g) emessa dalla repubblica di Palau dedicata al castello di Neuschwanstein, uno dei simboli della Baviera (Germania). Il nominale appartiene alla serie “Mondo di meraviglie” (World of Wonders) che commemora le opere architettoniche più importanti e famose del mondo. Sempre con millesimo 2010 abbiamo, ad esempio, il pezzo per il celebre monumento megalitico di Stonehenge, eretto nella piana di Salisbury in Gran Bretagna. Questa struttura preistorica fu realizzata in tre fasi successive; la prima agli inizi del III millennio a.C., l’ultima terminò attorno al 1.500 a.C. con la definitiva sistemazione. Stonehenge, secondo alcune interpretazioni, venne costruito in modo da formare un calendario attendibile per la predizione delle stagioni, delle eclissi di Sole e di Luna, insomma era un “vero” osservatorio astronomico. I nostri antenati erano attenti osservatori del cielo, regolavano la loro vita sulle informazioni che potevano ottenere dagli astri.