Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Gli amanti del calcio conoscono bene le interminabili discussioni collegate alla regola del fuorigioco, intere trasmissioni sportive sono dedicate a questo argomento. Molti esperti, o supposti tali, esaminano l’azione incriminata da più angolazioni, supportati da super moviole, per arrivare alla conclusione che… l’offside c’era, anzi, forse non c’era. Nel Regolamento del Gioco del Calcio il fuorigioco è disciplinato dalla regola 11: un giocatore si dice in posizione di fuorigioco quando, nel momento in cui un compagno gli passa il pallone, egli si trova al di là della linea del pallone e tra di lui e la linea di porta avversaria non ci sono almeno due giocatori avversari, uno di quali può eventualmente essere il portiere (condizione questa non necessaria). La patria del calcio moderno è considerata la Gran Bretagna dove venne fondata, il 24 ottobre 1857, la prima squadra di calcio della storia: lo Sheffield FC. Ebbene, la Royal Mint ha emesso una moneta da 50 pence 2011, in lega di rame e nichel (peso 8,00 gr., diametro 27,30 mm), con lo scopo di illustrare chiaramente come funziona il fuorigioco. Sul retro del pezzo è raffigurato un disegno simbolico esplicativo al riguardo; l’immagine è stata ideata dal giornalista sportivo Neil Wolfon.
La Grecia, nel 2010, ha emesso una moneta da 2 euro per celebrare la battaglia combattuta nella pianura di Maratona nel 490 avanti Cristo il 12 settembre, secondo la data convenzionalmente accettata dell’evento. Al rovescio, sulla sagoma di uno scudo, sono raffigurati un guerriero oplita, emblema della lotta per la libertà, e un uccello che simboleggia la nascita della civiltà occidentale. Sono trascorsi più di 2.500 anni, giorno più giorno meno, da una delle più celebri battaglie della storia. L’esito dello scontro tra greci e persiani sembrava prevedibile, tanta era la disparità delle forze messe in campo ma, alla fine, prevalsero le truppe comandate dall’ateniese Milziade. Sovvertendo ogni logica, furono quelli che si dovevano difendere ad attaccare: il piccolo aggredì il grande, una città andò all’assalto di un grande impero muovendo la falange oplita pesantemente armata (gli storici ritengono che il peso delle armi e dell’armatura si aggirasse sui 30 kg). Quel giorno gli ateniesi subirono 192 perdite contro 6.400 dei nemici, almeno secondo quanto sappiamo dai racconti che ci sono pervenuti. Sebbene la battaglia non fosse stata particolarmente grandiosa né, tanto meno, risolutiva, è diventata una leggenda, un mito. L’obiettivo di Dario I, il re dei re, era quello di punire Atene e la vicina Eretria poiché avevano osato inviare alcune navi a sostegno della ribellione antipersiana degli Ioni d’Asia. Dario, contrariamente a quanto aveva fatto nella precedente campagna militare contro gli Sciti, non si era degnato di mettersi personalmente al comando della spedizione.
CI SONO COLLEZIONISTI CHE HANNO FATTO EPOCA NON SOLO PER QUELLO CHE HANNO MESSO INSIEME MA ANCHE PER QUELLO CHE, CON I LORO SCRITTI, HANNO TRASMESSO AGLI ALTRI CHE CONDIVIDEVANO LA LORO STESSA PASSIONE.
Mi ricordo che tanti anni fa trovai ad un mercatino la ristampa di un piccolo manuale della famosa casa editrice Hoepli. Si intitolava Monete romane ed era firmato da Francesco Gnecchi. E’ stato il mio primo libro e da allora ho cominciato a collezionare. E come me, penso proprio che tanti altri collezionisti conoscono ed apprezzano questo libro.
Maria Callas è stata un mito ed anche se la sua morte risale a quasi trentacinque anni fa (morì infatti a Parigi il 16 settembre 1977) è ancora oggi famosissima. Il suo nome è indissolubilmente legato all’Italia ma è stata la Grecia che nel 2007 le ha dedicato una bella moneta d’argento da 10 euro che merita a buon diritto di entrare nelle raccolte di medaglie e monete dedicate alla musica.
Un’altra emissione da non perdere per chi vuol fare la storia della musica attraverso le monete e le medaglie è il 5 euro d’argento che San Marino ha dedicato al direttore d’orchestra Arturo Toscanini nel centenario della sua nascita sempre nel 2007.
Il mondo che ci circonda ci appare così reale che ci dimentichiamo che esso è risultato di un processo cerebrale molto sofisticato. Vedere è il risultato di una trasformazione del mondo esterno, fisicamente esistente, in un nostro mondo percettivo; trasfigurazione in cui giocano un ruolo importante la nostra conoscenza precedente, la nostra cultura, il nostro stato d’animo. In altre parole, la realtà che ci sta davanti è una elaborazione del nostro cervello e, a volte, ci fa vedere quello che non c’è oppure credere a ciò che non esiste. Quando osserviamo il mondo non lo registriamo passivamente come una macchina fotografica, il nostro cervello interpreta costantemente gli stimoli visivi per attribuirgli un senso, usando processi automatici basati soprattutto sull’esperienza.