Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Il recente fatto di cronaca chiamato Vatileaks per certi aspetti ricorda un feroce libro dal titolo Il papa e la sua corte. Ricordi inediti d’un Carabiniere al servizio di Sua Santità pubblicati da A. Bianchi-Giovini. Il libro porta la data 1860 e come luogo d’edizione Bastia.
Il fine di questo libro è ben descritto nelle righe introduttive del primo capitolo: Di tutte le storie aneddote, quelle della Corte di Roma sono incontestabilmente le più interessanti, ma sono anche le più scarse. I cronisti di questo genere sono per lo più persone di anticamera, che, tutt’orecchio, tutt’occhi, osservano diligentemente chi va e viene, odono discorsi e sono testimoni di fatti che sfuggono alla curiosità di più alta sfera: ma i loro zibaldoni, scritti senz’arte e con molta ingenuità, passano per poche mani private, e di rado pervengono al pubblico. Uno di questi mi venne comunicato non ha guari, e malgrado la sua brevità e le sue imperfezioni, contiene un mondo di particolarità curiose relative alla Corte di Gregorio XVI. Rilevasi che l’autore fu un graduato, ossia un basso ufficiale dei carabinieri di palazzo…
In un clima fortemente impregnato di anticlericalismo come quello della metà dell’Ottocento, libri del genere erano sicuramente molto diffusi. In questo si sparava a zero su Gregorio XVI (1831-1846) e la sua corte. Il papa era visto nella sua vita intima, la quale differisce molto da ciò che appare in pubblico, quando circondato da grave e maestosa pompa. Anche il papa è uomo, e non dimentica di essere tale. Di più, Gregorio XVI era frate, cioè egoista, duro di cuore, insensibile ai mali altrui, e persuaso che Dio l’aveva fatto papa solo per viver bene egli, e imbuggerarsi di tutto il mondo. Non sentiva affezione per nessuno, neppure pei suoi nipoti, e il solo che facesse eccezione a questa regola fu il famoso Gaetano Moroni, detto il Gaetanino, suo barbiere, pel quale nutrì un’affezione costante, e potrei dire cieca e quasi inesplicabile, in un uomo del suo carattere.
di Alan Walker – l.eu Numismatics AG, Zurìgo
Consigli per una pianificazione intelligente dei propri investimenti
Sapete qual’è la cosa più importante che hanno in comune collezionisti come Jameson, Montagu, Gulbenkian, Garrett, O’Hagan, Gillet, Haeberlin, Jamgochien, Evans, Nicolas, Virzi, Caruso, Trampitsch e Niggeler? No? Bene, è che sono tutti morti. Sì. è probabile che ora tutti siano lassù a un convegno-interstellare, lì che guardano un po’ annoiati chiedendosi dove siano finite tutte le belle monete di una volta.
Purtroppo questo spiacevole inconveniente non accadeva solo ai collezionisti di un tempo e, nonostante tutti i progressi della scienza, succede ancora: se siete collezionisti, o magari commercianti, c’è il rischio che possa toccare anche a voi. Nel caso per esempio, Dio ne scampi!, doveste cadere dentro un tombino avete pensato al da farsi per la vostra collezione? Avete lasciato precise istruzioni al riguardo alla vostra mogliettina, ai vostri figli, a Bobi. all’avvocato o ad altri eventuali? Se non l’avete fatto è meglio che cominciate a organizzarvi da subito. O potreste trovarvi nella stessa situazione di Claude Grenouille, la cui storia vi viene raccontata dalle parole di uno dei tanti lettori di Celator le cui lettere riempiono la mia cassetta postale tutti i giorni.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.95/marzo 1996
di Gianni Graziosi
Con lo slogan bagliore nella notte viene pubblicizzata la moneta canadese, in lega di rame e nichel, con valore facciale 25 cents 2012 (12,61 g, 35 mm, tiratura 25.000 esemplari). Il pezzo, il primo di una nuova serie di quattro dedicati agli animali preistorici, presenta sul rovescio l’immagine a colori di un dinosauro cornuto, il Pachyrhinosaurus canadensis lakustai, un erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore nel nord America; ma ovviamente non è questa la novità. L’innovazione consiste nel fatto che basta esporre la moneta per breve tempo alla luce solare o alla luce di una lampadina, e se poi la si colloca al buio, udite-udite, è possibile vedere lo scheletro dell’animale. Questo perché la reale zecca canadese ha utilizzato smalti fluorescenti. Il risultato è una radiografia virtuale del Pachyrhinosaurus. Dall’altro lato del tondello l’elegante ritratto di Elisabetta II con la sovrana che volge lo sguardo verso destra.
Naturalmente non è la prima volta che i dinosauri vengono rappresentati su monete, soprattutto dopo il grande successo del film Jurassic Park realizzato nel 1993 da Spielberg. Numerose sono le emissioni in cui figurano immagini di questi fantastici animali come, solo per fare qualche esempio: 10 dollari 1997 in argento (28,28 g) dell’Eritrea con il massiccio e cornuto Triceratops; 100 tugrik (tögrög) 1989 (28 g) con Nemegtosaurus mongoliensis erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore e 500 tugrik (tögrög) 2001 (25 g) con il piccolo Protoceratops andrewsi, entrambi i pezzi sono in argento della Mongolia; 500 dinari 1993 in rame e nichel della Bosnia-Herzegovina con il notissimo Brontosaurus, nome entrato nell’uso popolare ma errato, per ragioni di precedenza nella scoperta deve essere utilizzato Apatosaurus; 4 dollari 2009 con Tyrannosaurus rex, il grande carnivoro bipede dalla testa enorme, con denti lunghi anche 18 cm, mentre gli arti anteriori erano minuscoli, quasi atrofizzati; 4 dollari 2010 con il carnivoro Dromaeosaurus albertensis che aveva un artiglio affilato sul secondo dito del piede, pezzi in argento (15,87 g) del Canada; 500 won 1993 in argento (31,1035 g) della Corea del Nord con Brontosaurus; 1 corona 1993 in argento (28,28 g) di Gibilterra con Stegosaurus, animale dotato di enormi piastre poste sopra la colonna vertebrale e una potente coda munita di lunghe spine appuntite; 1000 yen 2010 in argento (31,1 g) del Giappone con il carnivoro Fukuiraptor; 5 dollari 2002 in argento (62,5 g) con il gigantesco Seismosaurus di Tuvalu. Naturalmente l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Sono da capogiro e veramente impressionanti i contingenti previsti per le emissioni cinesi in oro, con data 2012, della serie Panda, una tra le monete bullion più amate e collezionate. Per i pezzi da un ventesimo (20 Yuan) e un decimo (50 Yuan) di oncia sono previsti 800.000 esemplari, 600.000 invece per il quarto (100 Yuan), la mezza (200 Yuan) e l’oncia (500 Yuan), mentre il pezzo da 5 once (2.000 Yuan) sarà emesso in 5.000 esemplari. Per arrivare infine alla moneta top da 10.000 Yuan che, sebbene pesi un chilogrammo (32,15 once, diametro 90 mm), sarà battuta in 500 esemplari. Per questo motivo la zecca della Repubblica popolare cinese conierà oltre 37 tonnellate d’oro, circa la metà servirà solamente per la produzione del pezzo da un’oncia. Insomma le monete d’oro, anche i pesi massimi, continuano ad essere particolarmente richieste pure come bene rifugio, merito sicuramente del prezzo del biondo metallo che, ultimamente, ha raggiunto quotazioni decisamente alte.
Un passo interessante, tratto da un testo del Settecento di Ottavio Liguoro, Ristretto istorico dell’origine degli abitanti della campagna di Roma, tratta dei modi di falsificare monete e di distinguere monete false da quelle vere. In particolare, l’autore consiglia di saggiarle con la lingua per capire se la patina è genuina.
Liguoro ne scrive trattando della storia di Roma e dei suoi imperatori che lasciorono molte memorie, e precisa una gran quantità di medaglie d’oro, argento, ed in varj metalli. Egli prosegue: Affinché dunque non siate con facilità ingannati, darovi un general saggio di conoscer le vere dalle false medaglie. Per primo le toccarai col bolino, e ritrovandole assai dure, o che facilmente si frangono saran buone. La patina, che è, o verde, e lustre, qual si fa colla lunghezza del tempo, né può falsificarsi. Se negra o rossa o bigia roana, qual si fa col solfo brugiato, vitriolo, ed altro, per conoscerla, la toccherai spesso colla lingua, poiché non essendo antica, pizzicarà, o darà qualche sapore, e toccandola col bolino, la detta patina non penetra dentro al metallo, che perciò sarà falsa. Altri dopo renicciate vi fanno la patina con aceto di vin greco forte, sal ammoniaco quanto basta, e messa con diligenza, che non facci corporatura; qual usava il gran virtuoso Luca Corsi Romano; altri attacano la testa, ed il rovescio di due medaglie antiche, o con una moderna; ciò conoscerai vedendo biancheggiar attorno detta medaglia un sottil filo d’argento, ed anche la parte moderna vi troverai quelle crudezze vivaci, ed aspre; sogliono di più in una medaglia metterci un altro rovescio colla casella, qual non è facile il conoscerla, se non colla variazione del metallo. Oggi però al più s’inganna col getto, maggiormente nelle medaglie di argento, ed oro, gettandole in osso di seppia, in ossi brugiati, ed in ceneri de’ viti, e simili materie; s’avverta al fondo, che mai sarà liscio, e pulito, e l’orlo sarà limato. (Ottavio Liguoro, Ristretto istorico dell’Origine degli abitanti della campagna di Roma, de’ suoi re, consoli, dittatori, delle medaglie, gemme, intagli d’imperadori, imperadrici, donne auguste, e de tiranni fino a Postumo, in Genova ed in Roma, per Gio. Zempel vicino a Monte Giordano, a spese di Gaetano Capranica libraro, 1733, pp. 14-16.)