Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Presentiamo qui un secondo racconto dalla nuova raccolta di Lorenzo Bellesia: “Comedies, histories & tragedies – Racconti di numismatica e di varia umanità – III”. Si tratta di una raccolta di racconti su collezionisti, commercianti e numismatici ma non solo, personaggi di tutti i generi per una lettura diversa dal solito. Il volume di 133 pagine é edito da Nomisma ed é disponibile sullo shop online di Nomisma al costo di 20 euro.
Una recensione del libro è disponibile in questa pagina.
LA MOGLIE DEL COLLEZIONISTA
Quando mia moglie se ne è andata di casa mi ha detto: “Tu non dovevi sposare me. Dovevi sposare una moneta.” Sapete allora che cosa ho pensato? Non a che cosa avrei fatto senza mia moglie ed i miei figli, non che, in fondo, le volevo bene, non che, forse, avevo sbagliato tutto nella mia vita affettiva.
Invece, seduto nel mio studio, davanti alla mia splendida biblioteca numismatica, quando sentii mia moglie che mi urlava quella frase, credo cattiva e ingiusta nei miei confronti, mentre se ne andava per sempre, pensai quale moneta avrei sposato! Pensai quale moneta avrebbe potuto essere la mia regina per tutta la vita!
Assurdo, vero?
In una copia del libro Intermezzo. Nuovi studi archeologici de la Sicilia di Giulio Emanuele Rizzo e pubblicato a Roma nel 1939 abbiamo trovato una lettera dell’autore ad Alessandro Magnaguti.
È una lettera breve ma gustosissima che crediamo interessante trascrivere per i nostri lettori.
Roma, 4 aprile ‘40
Gentil.mo Sig. Conte,
La ringrazio della sua lettera molto, vorrei dire, troppo, cortese; e mi permetto chiederle perché mai io dovrei essere una… eccellenza.
So benissimo che ce ne son tante di eccellenze nell’Italia d’oggi, che il loro elenco supera quello delle osterie romanesche o dei frittellari di Napoli; ma io non sono, e non desidero essere, uno dei tanti. Perché?… Non so decidermi, caro Conte, a mutar camicia, innamorato, come sono, del bianco che è luce ed è purezza.
“Integer vitae scelerisque purus…”
Il recente fatto di cronaca chiamato Vatileaks per certi aspetti ricorda un feroce libro dal titolo Il papa e la sua corte. Ricordi inediti d’un Carabiniere al servizio di Sua Santità pubblicati da A. Bianchi-Giovini. Il libro porta la data 1860 e come luogo d’edizione Bastia.
Il fine di questo libro è ben descritto nelle righe introduttive del primo capitolo: Di tutte le storie aneddote, quelle della Corte di Roma sono incontestabilmente le più interessanti, ma sono anche le più scarse. I cronisti di questo genere sono per lo più persone di anticamera, che, tutt’orecchio, tutt’occhi, osservano diligentemente chi va e viene, odono discorsi e sono testimoni di fatti che sfuggono alla curiosità di più alta sfera: ma i loro zibaldoni, scritti senz’arte e con molta ingenuità, passano per poche mani private, e di rado pervengono al pubblico. Uno di questi mi venne comunicato non ha guari, e malgrado la sua brevità e le sue imperfezioni, contiene un mondo di particolarità curiose relative alla Corte di Gregorio XVI. Rilevasi che l’autore fu un graduato, ossia un basso ufficiale dei carabinieri di palazzo…
In un clima fortemente impregnato di anticlericalismo come quello della metà dell’Ottocento, libri del genere erano sicuramente molto diffusi. In questo si sparava a zero su Gregorio XVI (1831-1846) e la sua corte. Il papa era visto nella sua vita intima, la quale differisce molto da ciò che appare in pubblico, quando circondato da grave e maestosa pompa. Anche il papa è uomo, e non dimentica di essere tale. Di più, Gregorio XVI era frate, cioè egoista, duro di cuore, insensibile ai mali altrui, e persuaso che Dio l’aveva fatto papa solo per viver bene egli, e imbuggerarsi di tutto il mondo. Non sentiva affezione per nessuno, neppure pei suoi nipoti, e il solo che facesse eccezione a questa regola fu il famoso Gaetano Moroni, detto il Gaetanino, suo barbiere, pel quale nutrì un’affezione costante, e potrei dire cieca e quasi inesplicabile, in un uomo del suo carattere.
di Alan Walker – l.eu Numismatics AG, Zurìgo
Consigli per una pianificazione intelligente dei propri investimenti
Sapete qual’è la cosa più importante che hanno in comune collezionisti come Jameson, Montagu, Gulbenkian, Garrett, O’Hagan, Gillet, Haeberlin, Jamgochien, Evans, Nicolas, Virzi, Caruso, Trampitsch e Niggeler? No? Bene, è che sono tutti morti. Sì. è probabile che ora tutti siano lassù a un convegno-interstellare, lì che guardano un po’ annoiati chiedendosi dove siano finite tutte le belle monete di una volta.
Purtroppo questo spiacevole inconveniente non accadeva solo ai collezionisti di un tempo e, nonostante tutti i progressi della scienza, succede ancora: se siete collezionisti, o magari commercianti, c’è il rischio che possa toccare anche a voi. Nel caso per esempio, Dio ne scampi!, doveste cadere dentro un tombino avete pensato al da farsi per la vostra collezione? Avete lasciato precise istruzioni al riguardo alla vostra mogliettina, ai vostri figli, a Bobi. all’avvocato o ad altri eventuali? Se non l’avete fatto è meglio che cominciate a organizzarvi da subito. O potreste trovarvi nella stessa situazione di Claude Grenouille, la cui storia vi viene raccontata dalle parole di uno dei tanti lettori di Celator le cui lettere riempiono la mia cassetta postale tutti i giorni.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.95/marzo 1996
di Gianni Graziosi
Con lo slogan bagliore nella notte viene pubblicizzata la moneta canadese, in lega di rame e nichel, con valore facciale 25 cents 2012 (12,61 g, 35 mm, tiratura 25.000 esemplari). Il pezzo, il primo di una nuova serie di quattro dedicati agli animali preistorici, presenta sul rovescio l’immagine a colori di un dinosauro cornuto, il Pachyrhinosaurus canadensis lakustai, un erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore nel nord America; ma ovviamente non è questa la novità. L’innovazione consiste nel fatto che basta esporre la moneta per breve tempo alla luce solare o alla luce di una lampadina, e se poi la si colloca al buio, udite-udite, è possibile vedere lo scheletro dell’animale. Questo perché la reale zecca canadese ha utilizzato smalti fluorescenti. Il risultato è una radiografia virtuale del Pachyrhinosaurus. Dall’altro lato del tondello l’elegante ritratto di Elisabetta II con la sovrana che volge lo sguardo verso destra.
Naturalmente non è la prima volta che i dinosauri vengono rappresentati su monete, soprattutto dopo il grande successo del film Jurassic Park realizzato nel 1993 da Spielberg. Numerose sono le emissioni in cui figurano immagini di questi fantastici animali come, solo per fare qualche esempio: 10 dollari 1997 in argento (28,28 g) dell’Eritrea con il massiccio e cornuto Triceratops; 100 tugrik (tögrög) 1989 (28 g) con Nemegtosaurus mongoliensis erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore e 500 tugrik (tögrög) 2001 (25 g) con il piccolo Protoceratops andrewsi, entrambi i pezzi sono in argento della Mongolia; 500 dinari 1993 in rame e nichel della Bosnia-Herzegovina con il notissimo Brontosaurus, nome entrato nell’uso popolare ma errato, per ragioni di precedenza nella scoperta deve essere utilizzato Apatosaurus; 4 dollari 2009 con Tyrannosaurus rex, il grande carnivoro bipede dalla testa enorme, con denti lunghi anche 18 cm, mentre gli arti anteriori erano minuscoli, quasi atrofizzati; 4 dollari 2010 con il carnivoro Dromaeosaurus albertensis che aveva un artiglio affilato sul secondo dito del piede, pezzi in argento (15,87 g) del Canada; 500 won 1993 in argento (31,1035 g) della Corea del Nord con Brontosaurus; 1 corona 1993 in argento (28,28 g) di Gibilterra con Stegosaurus, animale dotato di enormi piastre poste sopra la colonna vertebrale e una potente coda munita di lunghe spine appuntite; 1000 yen 2010 in argento (31,1 g) del Giappone con il carnivoro Fukuiraptor; 5 dollari 2002 in argento (62,5 g) con il gigantesco Seismosaurus di Tuvalu. Naturalmente l’elenco potrebbe continuare a lungo.