Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Attualmente le nanotecnologie sono uno dei più fecondi campi della ricerca scientifica e industriale; oggi molte aziende basano i loro affari su queste tecnologie innovative e molti prodotti, solo pochi anni fa, non erano neppure immaginabili. Quello che può essere considerato l’inizio della nanotecnologia è il discorso pronunciato il 29 dicembre del 1959, in occasione di un evento dell’American Physical Society, dal fisico americano Richard Feynman (premio nobel per la fisica nel 1965). Il testo, intitolato There is Plenty of Room at the Botton (C’è un sacco di spazio giù in fondo), illustrava la possibilità di scrivere l’intera Enciclopedia Britannica sulla capocchia di uno spillo usando strumenti o macchine di dimensioni atomiche.
di Gianni Graziosi
Tutti a Venezia sono a conoscenza del fatto che il campanile, che si erge isolato in un angolo di piazza San Marco, di fronte alla famosissima basilica, è una ricostruzione dell’originale. Il simbolo stesso della città, che i veneziani chiamano el paròn de casa, crollò la mattina di lunedì 14 luglio 1902, alle 9,55. La zona era sta precedentemente transennata a causa di evidenti segnali di cedimento e sofferenza della struttura che si erano manifestati già a partire dall’inizio dell’estate. Per fortuna non ci furono vittime; oltre al campanile venne distrutta anche la loggetta posta alla base. L’impatto emotivo sui veneziani fu fortissimo; le immagini d’epoca mostrano un enorme cumulo di macerie che ingombra piazza San Marco.
La sera stessa il Consiglio Comunale, riunito d’urgenza, deliberò la ricostruzione con l’impegno di riedificare il campanile secondo il voto, auspicato da un anonimo cittadino, “come era, dove era”. Ultimato lo sgombro delle macerie, il 25 aprile 1903 ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pietra alla presenza di numerose autorità fra cui S.A.R. il principe Vittorio Emanuele di Savoia conte di Torino. La ricostruzione durò parecchi anni, fra i momenti più significativi si possono ricordare: il completamento dei lavori di consolidamento del masso di fondazione (14.10.1905), l’inizio della “struttura fuori terra” (31.3.1906); la fusione delle campane (25.4.1909) andate distrutte nel crollo – di quelle originali si era salvata solamente la più grossa detta il Campanon – e la loro installazione (22.6.1910); il termine della cuspide piramidale (4.1.1912); la ricollocazione dell’angelo, quello originale opportunamente restaurato, sulla cuspide (5.2.1912). Il 25 aprile 1912, in occasione della festa di san Marco, venne effettuata la cerimonia ufficiale per l’inaugurazione del riedificato campanile.
Allo scopo di commemorare il centenario della ricostruzione, l’Azienda Filatelica e Numismatica di San Marino ha emesso una moneta d’oro da 2 scudi (6,451 g, 21 mm, 1.600 esemplari la tiratura). Al dritto compare lo stemma della Repubblica di San Marino, al rovescio la raffigurazione del campanile con, in primo piano, alcuni particolari architettonici di Palazzo Ducale. (altro…)
È proprio vero che l’inventiva dell’uomo non ha confini. Frequentando i convegni numismatici mi sono accorto di una nuova “follia” dilagante, collezionare pezzi da 2 euro colorati. Ma andiamo con ordine.
Le monete commemorative da 2 € sono state coniate la prima volta a partire dal 2004; ciascuno stato membro dell’area euro può emettere ogni anno una moneta celebrativa o commemorativa. Questo pezzo ha le stesse caratteristiche delle monete normali da 2 €, uguale il disegno sulla faccia comune, l’unico elemento di distinzione è il motivo celebrativo raffigurato sulla faccia nazionale.
Queste monete hanno corso legale nell’intera area dell’euro. Il disegno e l’emissione sono di competenza delle singole nazioni mentre il ruolo della Banca Centrale Europea, come per le normali monete in euro, consiste nell’approvare il volume massimo di pezzi che i singoli paesi hanno facoltà di emettere. Il regolamento UE n. 651/2012 (4 luglio 2012) del parlamento europeo, sull’emissione di monete in euro, ha stabilito che ogni anno ciascuno Stato membro la cui moneta è l’euro può emettere soltanto due monete commemorative, salvo qualora: a) le monete commemorative siano emesse congiuntamente da tutti gli Stati membri la cui moneta è l’euro, o b) una moneta commemorativa sia emessa nel caso in cui la carica di capo di Stato è provvisoriamente vacante od occupata ad interim (art. 4).
La rivista svizzera Numis-Hmz ha pubblicato, a cura di Fabio Luraschi, un interessante bando pubblicato a Lugano il 18 agosto 1752. Poiché è stato ovviamente redatto in lingua italiana lo possiamo apprezzare pienamente. Anche in Svizzera c’erano i soliti problemi relativi alle monete per cui occorreva prendere dei provvedimenti per provedere, si legge, il meglio possibile alli diversi abusi, che provengono dal corso troppo alterato delle monete, e sperimentato sommamente pregiudizievole al vantaggio di questa Magnifica Comunità.
La tariffa, qui illustrata, cita soprattutto monete italiane. Cita, per esempio, la doppia nuova di Roma coniata dopo il pontificato di Clemente XI quotata 22 lire e 10 soldi con la mezza doppia e quarto in proporzione. Troviamo il ducatone ed il filippo di Milano ed il ducatone di Roma posteriore a quello di Clemente XI. Quel che stupisce è trovare monete anche monete piccole e soprattutto di Genova. Oltre alla doppia ed agli scudi d’argento abbiamo citati il terzo di lire e la parpaiola.
di Gianni Graziosi
La zecca di Perth, nel 2012, ha coniato due tipologie di monete da un dollaro in argento, di peso pari a un’oncia (31,1 g, 40,6 mm, 6.000 pezzi), con forma decisamente insolita, quella del continente australiano. Al rovescio di un tipo è raffigurato un kookaburra posato su uno steccato, la figura si distacca nettamente dallo sfondo colorato. Il kookaburra (genere Dacelo, famiglia Alcedinidae) è un tipico uccello dell’Australia e della Nuova Guinea che ha una caratteristica particolare, quella di emettere forti richiami striduli ed acuti molto simili a una risata umana. Esso fu anche scelto come una delle mascotte ufficiali, assieme all’echidna e all’ornitorinco, della XXVII olimpiade che si svolse nel 2.000 a Sydney. Sull’altro pezzo è invece raffigurato un emù (Dromaius novaehollandiae), un potente e grande uccello, inferiore solamente allo struzzo per dimensione, che è anche un forte corridore e se minacciato può raggiungere i 50 km all’ora. Le due monete rappresentano le prime coniazioni di una serie che sarà dedicata alla fauna selvaggia dell’Australia.