Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
LE MONETE FALSE INFESTANO IL MERCATO MONETARIO DAL SETTECENTO FINO ALL’UNITA’ D’ITALIA E ANCHE OLTRE. CE LO TESTIMONIANO TANTI BANDI.
di Lorenzo Bellesia
Tempo fa avevo pubblicato1 del materiale su monete false ottenute per fusione o, come si diceva, a getto. Il fenomeno sembra essere stato diffusissimo verso la fine del Settecento ed i primi decenni dell’Ottocento a giudicare dal numero di bandi e notificazioni che si possono rintracciare.
Avendo raccolto nuovo materiale, vorrei portarlo all’attenzione dei lettori.
Un intero capitolo sulla fabbricazione di false monete col metodo di getto è contenuto nel libro di Umberto Mannucci, La moneta e la falsa monetazione2, dove si sottolinea proprio la sua diffusione per la grande facilità del procedimento.
Giovanni Gandolfi, professore di statistica e contabilità commerciale, nel 1860 diede alle stampe a Napoli il suo Monete di oro e di argento dei principali Stati del mondo. Un anno prima che il Regno di Napoli cessasse di esistere e con lui il suo sistema monetario, gli era convinto che proprio quello fosse il migliore della penisola! Altro che la lira!
Di tutte le monete che nelle differenti parti della Italia servono di unità monetaria, il ducato napolitano è il solo che potrebbe essere ammesso come unità generale per tutta l’Italia, qualora vorrebbesi adottare un sistema uniforme monetario al quale più facilmente si adatterebbero quelle popolazioni italiane che fanno uso di altre unità di moneta, ciò che non sarebbe lo stesso con l’adozione della nuova lira di Piemonte (la quale non vanta un’origine italiana), né molto meno col fracescone (sic) di Firenze, lo scudo romano ecc.
Nel numero di gennaio-febbraio 1922 della rivista Miscellanea Numismatica diretta da Memmo Cagiati fu riportato un articolo di cronaca tratto dal Corriere della Sera del 15 dicembre 1921 sul recupero di monete rubate dal museo di Ferrara. Sembrerebbe proprio al trama di qualche telefilm poliziesco dei giorni nostri…
Una collezione italiana di medaglioni, rubata a Ferrara tempo fa, è stata scoperta a Berlino col concorso di un famoso ex-commissario di polizia Dougherty. Dougherty, arricchitosi in America, è venuto a passare l’inverno in Europa e si trova da qualche tempo a Berlino, ove ha fatto visita ai suoi ex-colleghi della Polizia tedesca. Uno di essi, il commissario criminale Trettin, invitò il milionario americano a prestargli il piccolo servigio di fingersi amatore di collezioni antiche, avendo egli ragione di ritenere che i medaglioni di Ferrara si trovassero a Berlino. Dougherty aderì ed allora il commissario tedesco fece spargere in certi circoli sospetti la voce che un milionario americano, abitante all’albergo tale, era un appassionato collezionista e comprava senza badare troppo all’origine delle cose propostegli. Nello stesso tempo fece pubblicare annunzi sui giornali.
Si presentarono poco dopo all’americano due signori a descrivergli una collezione di medaglioni di cui disponevano: chiedevano 750.000 marchi. L’americano si disse disposto a giungere sino a mezzo milione. Volle però,, come è naturale, vedere la collezione. Partirono dunque insieme in automobile. Ad una certa distanza seguiva quella della Polizia, in cui trovavano il commissario e qualche agente. Dougherty salito all’appartamento dei due collezionisti diede ad un certo momento il segnale convenuto, accendendo una sigaretta presso alla finestra. Gli agenti penetrarono nell’abitazione, arrestarono i due ladri e sequestrarono la collezione, che pare sia intatta nei suoi tremila pezzi e più…
Das Geld des Che, Il denaro del Che, è l’intrigante e quasi enigmatico titolo di un recente libro di Hans-Volkmar Gaitzsch.
Per tutti coloro che hanno avuto il mito, o lo hanno ancora, di Che Guevara, nessuna paura. Non si tratta di tangenti prese dall’eroe della rivoluzione cubana né di fondi trovati a suo nome in qualche banca svizzera.
Che Guevara, dopo la conquista di Cuba e la fuga del dittatore Batista, divenne presidente della Banca Nazionale di Cuba, una carica davvero insolita per un capo guerrigliero! Con quella qualifica firmò le nuova banconote semplicemente con il nome Che. Il libro sopra citato descrive le banconote del periodo e la politica monetaria di quegli anni.
Il libro é disponibile anche su Amazon, come e-book.
di Gianni Graziosi
Il primo gennaio 2002 è una data storica che ha rappresentato un cambiamento epocale per il Vecchio Continente: l’euro è entrato ufficialmente in vigore. Le monete destinate alla normale circolazione presentano un lato uguale per tutti (rovescio), mentre l’altro cambia da Paese a Paese. Questa soluzione, nella sua semplicità, ben caratterizza le due anime dell’Unione europea: unica entità sopranazionale formata, però, da singoli Stati che tengono molto alla loro autonomia, all’identità storica, culturale e linguistica. I paesi che inizialmente adottarono la moneta unica furono dodici: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. La Danimarca, il Regno Unito e la Svezia pur essendo membri dell’Unione, non aderirono e non hanno ancora aderito, con motivazioni diverse, alla moneta unica. Oggi gli Stati membri dell’Ue con l’ingresso, nel 2004, di Cipro, dell’Estonia, della Lettonia, della Lituania, di Malta, della Polonia, della Repubblica Ceca, della Slovacchia, della Slovenia, dell’Ungheria e, nel 2007, della Bulgaria e della Romania, sono diventati 27: la Croazia è in via di adesione. All’aumento del numero di Paesi che fanno parte dell’Unione europea non ha corrisposto un parallelo aumento dei paesi che coniano moneta in euro, poiché non sono state raggiunte le condizioni previste per l’adozione concreta della divisa europea. Solamente altri 5 stati membri dell’Unione, rispetto al 2002, possono emettere euro nazionali, ossia: Slovenia (2007, primo paese dell’ex blocco sovietico), Malta (2008), Cipro (2008), Slovacchia (2009) ed Estonia (2011, primo paese dell’ex Unione Sovietica). La Lettonia adotterà la moneta unica dal primo gennaio 2014.