Articoli su argomenti vari legati alla numismatica, alle monete e alle medaglie. Articoli di costume, usanze e curiosità numismatiche.
Breve storia dei falsi numismatici
di G.Fenti
Spesso ci chiedono come sia possibile distinguere le monete false da quelle originali. Il problema è molto complesso e di difficile soluzione per diversi motivi. Complesso perchè il campo della numismatica è molto vasto e diverse tra loro sono le monete costruite sia per fusione che per battitura, da circa duemilaseicento anni a questa parte. Difficile perchè la fantasia dei falsari è immensa e i metodi di costruzione dei falsi si evolvono continuamente, diventando sempre più raffinati.
Le monete false hanno inquinato moltissime collezioni, sia private che pubbliche, grandi e piccole, anche le più famose. Assieme ai falsi veri e propri, sono state costruite anche imitazioni di monete molto note, quasi sempre rare, a volte senza l’intenzione di mortificare il collezionista. Alcune di queste imitazioni hanno raggiunto un notevole valore artistico e tecnico tanto da crearsi una loro collocazione nell’ampio campo del collezionismo e quindi sul mercato numismatico.
Segue: articolo completo richiesto da un ns.lettore tratto da Panorama Numismatico nr.10/luglio 1985
Tra le moderne monete commemorative, le novità sorprendenti ed insolite sono sicuramente molto comuni e all’ordine del giorno. Nel 2014 la Repubblica di Palau e le Isole Cook hanno messo in vendita due pezzi quanto meno originali che, tramite dieci inserti circolari termosensibili, possono indicare realmente la temperatura compresa fra 57 e 90 gradi Fahrenheit, oppure fra 14 e 32 gradi Celsius. Sulla faccia nazionale delle due monete compaiono rispettivamente lo stemma dello stato insulare dell’Oceano Pacifico (Palau) oppure il ritratto di Elisabetta II (Isole Cook), sull’altro lato, in un tondello, è raffigurato il termometro di Fahrenheit o il ritratto di Celsius circondati dagli inserti sensibili alla temperatura. I pezzi, coniati in argento 925‰, in qualità fondo specchio, al valore facciale di 5 dollari, hanno un diametro di 50 mm e un peso di un’oncia (31,1 g). Diversa la tiratura, che risulta essere limitata a soli 450 esemplari per la moneta di Palau e 1.744 per le Isole Cook.
LA BELLEZZA DI UN MEDAGLIERE OTTCENTESCO CONSERVATO A CAMBRIDGE COLPÌ PARTICOLARMENTE GIANCARLO SILINGARDI, AL PUNTO DA REALIZZARNE PERSONALMENTE UNA COPIA CON QUALCHE VARIANTE.
Nel Department of Coins and Medals del Fitzwilliam Museum di Cambridge si conservano, tra le molte meraviglie, anche alcuni medaglieri pregiati di forme diverse. (altro…)
Recentemente la Commissione europea per gli Affari economici e monetari ha rilasciato una comunicazione in cui si dichiara che le monetine da 1 e 2 centesimi di euro, vista la diminuzione del potere d’acquisto di questi due piccoli tagli, sono un costo per la collettività, quindi non si esclude il loro ritiro. Per produrli e distribuirli si spende più del loro valore nominale. Le soluzioni proposte dalla Commissione, dopo numerose consultazioni, sono quattro: status quo, si mantiene la situazione attuale senza modificare nulla, le monete continueranno ad avere valore legale; issuance at reduced cost, i pezzi seguiteranno ad essere emessi ma a costo ridotto, cambiando materiale e/o modificando il processo di produzione; quick withdrawal, si prevede un ritiro rapido e integrale dalla circolazione, le monete non avrebbero più valore legale, con la conseguente necessità di un arrotondamento dei prezzi; fading out, in questo caso si prospetta la scomparsa lenta e graduale dei pezzi per mancata sostituzione. A parte il primo caso, dove non cambia nulla, si dovrà modificare il regolamento (CE) n. 975/98 del Consiglio europeo riguardante i valori unitari e le specifiche tecniche delle monete metalliche in euro destinate alla circolazione.
RISALE PROBABILMENTE ALLA SECONDA META DEL XVIII SECOLO L’INSIEME DI RARI PESI MONETALI DI ORIGINE BOLOGNESE FINORA INEDITO
Scopo di queste righe è proporre all’attenzione dei lettori un’inedita “scatola pesa monete” di legno con il relativo corredo di pesi monetali e bilancina di probabile produzione artigianale bolognese.
Nel mercato antiquario alcune scatole pesa monete, in particolare quelle di produzione milanese o piemontese di fine Settecento, sono di facile reperibilità, altre, come quelle genovesi o veneziane, sono di rara apparizione, mentre diventa estremamente improbabile trovarne di prodotte in piazze che hanno avuto meno importanza commerciale, economica o finanziaria.
Relativamente alla piazza di Bologna evidenziamo che, pur in presenza di una produzione di pesi notevole (in particolare nel secolo XVIII), molto curata e contraddistinta dalla presenza di molti esemplari che, a differenza dalle più diffuse produzioni, riportano ambedue i lati coniati, non sono note “scatole” prodotte localmente. Pertanto, siamo di fronte a un reperto inedito e probabilmente unico, che riteniamo di grande interesse.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 300 – Novembre 2014