Articoli su falsi e falsari in numismatica, monete e medaglie. Monete false, zecche clandestine, casi famosi di falsi e falsari nella storia numismatica.
di Lorenzo Bellesia
Nell’articolo I falsi con la scrofa. Ricerca sulla loro origine e datazione, apparso sul numero 270 di Panorama Numismatico del febbraio 2012, avevo invitato a scrivere chi fosse stato a conoscenza di informazioni sull’argomento. Devo dire che l’argomento ha avuto successo dimostrando la grandissima diffusione e popolarità di questi falsi. Di essi se ne parla spesso anche su il forum www.lamoneta.it
La prima segnalazione ci è stata fornita da Francesco Frediani Dionigi di Cosimo (fig. 1). Apparteneva a suo nonno, al quale fu donata prima dell’ultimo conflitto mondiale e veniva custodita in famiglia come una “preziosa moneta etrusca”. Anche in questa, come nei casi analizzati in precedenza, le lettere della legenda non formano alcuna parola di senso compiuto e le figure che compaiono sono le stesse degli esemplari già esaminati, ossia una testa coronata con lettere greche sul dritto e una scrofa allattante con un albero sullo sfondo sul rovescio.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.279 – dicembre 2012
Avevamo già parlato, l’anno scorso, di una preoccupante diffusione nelle vendite in aste on line, tipicamente eBay ma anche da altri siti meno conosciuti, di monete false vendute da cinesi. Il fenomeno si era concentrato su monete d’argento europee di largo modulo, tipicamente, per rimanere in ambito italiano, monete da 5 lire. Un nostro collaboratore aveva, ad esempio, pubblicato un esemplare del 5 lire 1821 di Vittorio Emanuele I re di Sardegna. Il trucco era sempre il solito: prezzo di partenza molto allettante perché apparentemente il venditore (con location spesso in Cina od Hong Kong) sembrava non conoscere l’effettivo valore della moneta, moneta in condizioni buone ma non ottimali. Al ricevimento della moneta l’amara sorpresa: il bordo lasciava poche speranze sulla genuinità del pezzo. Inutili poi le proteste od il feedback negativo: il venditore non risultava più reperibile.
ANCHE I FALSI FANNO PARTE DELLA NUMISMATICA. TRA DI LORO LE COSIDDETTE PATACCHE CON LA SCROFA HANNO UN RUOLO DAVVERO PARTICOLARE PERCHE’ ANCORA OGGI NON DI RADO SPUNTANO DAI CASSETTI DEI RICORDI.
Già il titolo di questo articolo potrebbe essere frainteso. E’ infatti ovvio che se si è già certi che si tratti di una patacca non si capirebbe il motivo per cui si perda tempo a scriverne un articolo. Eppure questa non è solo un falso, cioè una banale copia per ingannare i collezionisti, è proprio una invenzione di sana pianta ed è diventata, credo, la regina delle patacche non solo perché è la più comune ma anche perché ha dato origine ad una serie di copie e pure a, diciamo così, divagazioni sul tema. Essendo quindi una invenzione ed essendo anche piuttosto comune credo che possa meritare un’indagine.
di Gionata Barbieri – da Panorama Numismatico nr.258 / gennaio 2011
IL FENOMENO DELLA FALSIFICAZIONE DEL MONETATO FU LARGAMENTE DIFFUSO: ECCO DEGLI OGGETTIVI RISCONTRI DIMOSTRATIVI.
In molte opere inerenti la monetazione catalano-aragonese napoletana (alcune delle quali riportate in bibliografia) spesso si fa riferimento alla presenza nel circolante monetario di una cospicua quantità di falsi, tipicamente imitante il nominale più basso ma anche il più diffuso tra le masse popolari, ossia il cavallo.
Il cavallo fu coniato per la prima volta nel 1472, con ordine inviato alla Regia Camera il 16 febbraio da parte di Ferdinando I (o Ferrante, regnabat 1458-1494), ma il successo e la fama della moneta, già riscossi quasi subito dopo la sua coniazione, portarono a tentativi di falsificazione sia nei territori del regno napoletano che nelle aree confinanti.