Articoli su fatti e curiosità sul mondo della numismatica. Speciale attenzione dedicata alle world coins, monete da tutto il mondo.
di Gianni Graziosi
La Nuova Zelanda ha emesso, nel 2013, una moneta da 5 dollari in argento (31 g, 38,7 mm, 2.000 pezzi) dedicata al pipistrello minore dalla coda corta (Mystacina tubercolata), una delle 100 specie di mammiferi a maggior rischio di estinzione. L’animale, che misura 60-80 mm di lunghezza e pesa 25-35 g, ha grandi orecchie a punta e un piccolo muso. Questa specie rappresenta l’unico mammifero terrestre nativo rimasto in Nuova Zelanda. Il suo comportamento è alquanto atipico, infatti ha abitudini terricole e si nutre al suolo di insetti, frutta, nettare e polline. Quando non usa le ali per volare, gli avambracci vengono ripiegati per essere utilizzati negli spostamenti al suolo, per scavare e per arrampicarsi sugli alberi. Sul rovescio della moneta è raffigurato, nella parte inferiore all’interno di un cerchio che rappresenta la luna, il pipistrello dalla coda corta mentre cammina utilizzando le ali ripiegate; nella parte superiore è invece mostrato l’animale in volo. Oltre alla versione in argento è stata prodotta anche una moneta in lega di rame e nichel.
Il pezzo da 50 dollari 2013 in argento, coniato dalla zecca polacca per conto delle isole Niue, ha una forma decisamente insolita: è infatti un vero e proprio cilindro. Prodotto in 2.500 esemplari, in qualità Proof, ha le seguenti caratteristiche: peso 186,6 g (6 oz), diametro 32 mm e spessore 22,1 mm. La moneta, denominata Fortuna redux, presenta al dritto la raffigurazione di Mercurio insieme all’immagine della regina Elisabetta II, sullo sfondo vi sono elementi stilizzati che rappresentano i viaggi; al rovescio è ancora presente l’effige dorata di Mercurio, sullo sfondo l’universo. Sul terzo lato, il contorno, ed è questa la novità, sono rappresentati i piedi alati di Mercurio con elementi che si ricollegano ai viaggi.
Giovanni Gandolfi, professore di statistica e contabilità commerciale, nel 1860 diede alle stampe a Napoli il suo Monete di oro e di argento dei principali Stati del mondo. Un anno prima che il Regno di Napoli cessasse di esistere e con lui il suo sistema monetario, gli era convinto che proprio quello fosse il migliore della penisola! Altro che la lira!
Di tutte le monete che nelle differenti parti della Italia servono di unità monetaria, il ducato napolitano è il solo che potrebbe essere ammesso come unità generale per tutta l’Italia, qualora vorrebbesi adottare un sistema uniforme monetario al quale più facilmente si adatterebbero quelle popolazioni italiane che fanno uso di altre unità di moneta, ciò che non sarebbe lo stesso con l’adozione della nuova lira di Piemonte (la quale non vanta un’origine italiana), né molto meno col fracescone (sic) di Firenze, lo scudo romano ecc.
Nel numero di gennaio-febbraio 1922 della rivista Miscellanea Numismatica diretta da Memmo Cagiati fu riportato un articolo di cronaca tratto dal Corriere della Sera del 15 dicembre 1921 sul recupero di monete rubate dal museo di Ferrara. Sembrerebbe proprio al trama di qualche telefilm poliziesco dei giorni nostri…
Una collezione italiana di medaglioni, rubata a Ferrara tempo fa, è stata scoperta a Berlino col concorso di un famoso ex-commissario di polizia Dougherty. Dougherty, arricchitosi in America, è venuto a passare l’inverno in Europa e si trova da qualche tempo a Berlino, ove ha fatto visita ai suoi ex-colleghi della Polizia tedesca. Uno di essi, il commissario criminale Trettin, invitò il milionario americano a prestargli il piccolo servigio di fingersi amatore di collezioni antiche, avendo egli ragione di ritenere che i medaglioni di Ferrara si trovassero a Berlino. Dougherty aderì ed allora il commissario tedesco fece spargere in certi circoli sospetti la voce che un milionario americano, abitante all’albergo tale, era un appassionato collezionista e comprava senza badare troppo all’origine delle cose propostegli. Nello stesso tempo fece pubblicare annunzi sui giornali.
Si presentarono poco dopo all’americano due signori a descrivergli una collezione di medaglioni di cui disponevano: chiedevano 750.000 marchi. L’americano si disse disposto a giungere sino a mezzo milione. Volle però,, come è naturale, vedere la collezione. Partirono dunque insieme in automobile. Ad una certa distanza seguiva quella della Polizia, in cui trovavano il commissario e qualche agente. Dougherty salito all’appartamento dei due collezionisti diede ad un certo momento il segnale convenuto, accendendo una sigaretta presso alla finestra. Gli agenti penetrarono nell’abitazione, arrestarono i due ladri e sequestrarono la collezione, che pare sia intatta nei suoi tremila pezzi e più…
Das Geld des Che, Il denaro del Che, è l’intrigante e quasi enigmatico titolo di un recente libro di Hans-Volkmar Gaitzsch.
Per tutti coloro che hanno avuto il mito, o lo hanno ancora, di Che Guevara, nessuna paura. Non si tratta di tangenti prese dall’eroe della rivoluzione cubana né di fondi trovati a suo nome in qualche banca svizzera.
Che Guevara, dopo la conquista di Cuba e la fuga del dittatore Batista, divenne presidente della Banca Nazionale di Cuba, una carica davvero insolita per un capo guerrigliero! Con quella qualifica firmò le nuova banconote semplicemente con il nome Che. Il libro sopra citato descrive le banconote del periodo e la politica monetaria di quegli anni.
Il libro é disponibile anche su Amazon, come e-book.