Articoli su fatti e curiosità sul mondo della numismatica. Speciale attenzione dedicata alle world coins, monete da tutto il mondo.
Le pietre o le masse ferrose precipitate dal cielo hanno una mitologia millenaria, fin da tempi immemorabili sono state considerate di origine divina e per questo venerate come oggetti sacri. In Grecia, per esempio, le meteoriti erano collegate al culto di Zeus; un aerolito nero era il simulacro della dea Cibele; la pietra che l’imperatore romano Eliogabalo fece trasportare a Roma dal tempio di Emesa in Siria, dove si adorava una divinità solare (El-Gabal), probabilmente era una meteorite. Gli studiosi ritengono che lo sia anche la pietra nera venerata alla Mecca: la tradizione islamica sostiene che essa in origine fosse bianca, divenne nera a causa dei peccati fatti dall’umanità nei confronti di Allah. Segue
Scarica l’articolo completo Martellate dal cosmo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.341, luglio/agosto 2018
Carlo Magno (742-814) è universalmente noto per essere stato re dei Franchi, rex longobardorum e il primo imperatore del Sacro Romano Impero. Egli, proseguendo la riforma monetaria iniziata dal padre, abolì l’antico sistema monetario romano basato sul solido d’oro e, tra il 781 e il 794, ne introdusse uno nuovo basato sulla libbra (unità di peso) di puro argento suddivisa in venti parti chiamate soldi, ogni soldo era costituito da 12 denari. La libbra e il soldo erano unità di conto, non esistevano materialmente, solo il denaro, unica moneta reale e legale, veniva coniato in varie zecche dell’impero, tra cui Milano, Treviso, Pavia, Lucca, Parma. Ogni zecca doveva consegnare 240 tondelli per ogni libbra d’argento ricevuta.
Scarica l’articolo completo in formato pdf Indovinelli ricreativi alla corte di Carlo Magno tratto da Panorama Numismatico nr.340, Giugno 2018
di Gianni Graziosi
La rivoluzione francese segnò una profonda svolta nella storia europea, sia in ambito politico, sociale, istituzionale che in campo economico. A causa della carenza di metallo monetabile lo stato, per cercare di contrastare la disastrosa condizione finanziaria, il disordine e l’incertezza in cui si trovava la Francia, si vide costretto a emettere moneta cartacea di valore puramente fiduciario. In questo modo videro la luce gli assignats (novembre 1789) e i billletes de confiance, emessi da diverse autorità come Distretti, Casse Municipali, Casse Patriottiche, in un numero incredibile di pezzi. Si valuta che di soli assignats, di importi differenti, ne vennero stampati per un valore di circa 45 miliardi di franchi, una cifra smisurata per l’epoca. Si può facilmente calcolare che, se fosse stato possibile convertire l’intero valore in oro, sarebbero occorse oltre tredicimila tonnellate di fino; un louis d’or de 24 livres datato 1793 (Convention nationale) conteneva 7,0028 g di metallo prezioso. Il numero degli assignats aumenta notevolmente se si tiene anche conto della grande quantità di falsi stampati sia dai sostenitori della monarchia che dagli inglesi i quali, ovviamente, erano fortemente ostili alla rivoluzione. Il declino degli assegnati iniziò pochi mesi dopo la loro prima emissione a causa sia dell’incertezza sul valore che delle continue emissioni. Alla fine caduti nel discredito generale, con il loro valore duemila volte inferiore a quello iniziale, erano diventati solamente carta straccia da mandare al macero.
Scarica l’articolo completo in formato PDF – MÈDAILLES DE CONFIANCE – tratto da Panorama Numismatico nr.339 – Maggio 2018
Sandokan non ignorava che una imprudenza poteva cagionare una vera catastrofe, come non ignorava che fosse capace di fare lord James per impedire che sua nepote avesse a cadere fra gli artigli della Tigre della Malesia. Poteva darsi che il maledetto insospettito avesse ad abbandonare Labuan portando seco Marianna, e si ritirasse nei possedimenti inglesi di Sarawak, e il pirata che sentiva di non poter guarire dalla terribile malattia che albergava nel suo cuore, voleva a ogni costo distruggere anche il più piccolo sospetto». Chi, da giovane, non ha avuto una grande passione per il ciclo di Sandokan e Yanez de Gomera, per le tigri di Mompracem, considerati come eroi, difensori di libertà e indipendenza, mentre il rajah bianco di Sarawak, James Brooke, nei romanzi di Salgari è raffigurato come un feroce tiranno. La realtà invece è diversa e, senza mai esser stato nelle isole dell’arcipelago del Borneo, Salgari capovolse la storia diffamando un personaggio che era un autentico e coraggioso altruista, un capo saggio e illuminato.
Scarica articolo completo I RAJAH BIANCHI DI SARAWAK tratto da Panorama Numismatico nr.336, febbraio 2018
L’inflazione che colpì il marco tedesco nel primo dopoguerra, periodo che va dal novembre 1918 alla fine del 1923, rappresenta sicuramente un caso clamoroso di tutta la storia del mondo finanziario ed economico. Quello che avvenne durante questo periodo ebbe veramente dell’incredibile. L’iperinflazione weimariana esplose, in tutta la sua drammaticità, nel biennio 1921-1923, nel corso della sua fase finale il marco valeva un bilionesimo del valore che aveva nel 1914. All’epoca il governo centrale della repubblica di Weimar fece stampare banconote di taglio sempre più elevato e, nello stesso tempo, non fece coniare monete metalliche in mark, tranne pezzi in alluminio con valore 3 marchi, nel periodo 1922-1923, e da 200 e 500, nel 1923. Il 5 novembre 1923 la Reichsbank aveva posto in circolazione il biglietto, stampato su un solo lato, da un bilione di marchi (1.000.000.000.000 in altre parole 1.000 miliardi). All’epoca il biglietto da un bilione valeva circa 5 lire italiane. Il taglio più elevato di una banconota durante il periodo dell’iperinflazione tedesca fu di 100 bilioni di marchi.