Articoli su fatti e curiosità sul mondo della numismatica. Speciale attenzione dedicata alle world coins, monete da tutto il mondo.
Il mondo che ci circonda ci appare così reale che ci dimentichiamo che esso è risultato di un processo cerebrale molto sofisticato. Vedere è il risultato di una trasformazione del mondo esterno, fisicamente esistente, in un nostro mondo percettivo; trasfigurazione in cui giocano un ruolo importante la nostra conoscenza precedente, la nostra cultura, il nostro stato d’animo. In altre parole, la realtà che ci sta davanti è una elaborazione del nostro cervello e, a volte, ci fa vedere quello che non c’è oppure credere a ciò che non esiste. Quando osserviamo il mondo non lo registriamo passivamente come una macchina fotografica, il nostro cervello interpreta costantemente gli stimoli visivi per attribuirgli un senso, usando processi automatici basati soprattutto sull’esperienza.
Personalità curiosa, indubbiamente, quella del duca di Modena, Francesco IV (1815-1846). Il suo biografo, don Cesare Galvani ricorda, per esempio, i grani di miglio e le miche di pane che il Duca poneva ogni mattina sulle finestre del suo gabinetto, compiacendosi di vedere con quanta confidenza vi concorressero gli uccelletti. Viene però riferita anche la sua passione per la numismatica: sembra che il duca sia stato autore di alcuni fortunati ritrovamenti, quali ad esempio quello di una rarissima medaglia greca, rinvenuta nel 1811 nei dintorni di Pergamo, e quello di una medaglia dell’imperatore romano Massimiano, trovata nel 1815 sulla più alta vetta del Monte Cimone.
Guardate questo curioso personaggio, antesignano dei moderni robot. Questa stampa fa parte di una serie satirica settecentesca dedicata ai mestieri, e rappresenta l’habit de monnoyeur, cioè l’abito dello zecchiere. La giacca ed il colletto sono rappresentati da un torchio. In mano lo zecchiere tiene un sacchetto di monete ed una bilancia.
Avevamo già parlato, l’anno scorso, di una preoccupante diffusione nelle vendite in aste on line, tipicamente eBay ma anche da altri siti meno conosciuti, di monete false vendute da cinesi. Il fenomeno si era concentrato su monete d’argento europee di largo modulo, tipicamente, per rimanere in ambito italiano, monete da 5 lire. Un nostro collaboratore aveva, ad esempio, pubblicato un esemplare del 5 lire 1821 di Vittorio Emanuele I re di Sardegna. Il trucco era sempre il solito: prezzo di partenza molto allettante perché apparentemente il venditore (con location spesso in Cina od Hong Kong) sembrava non conoscere l’effettivo valore della moneta, moneta in condizioni buone ma non ottimali. Al ricevimento della moneta l’amara sorpresa: il bordo lasciava poche speranze sulla genuinità del pezzo. Inutili poi le proteste od il feedback negativo: il venditore non risultava più reperibile.
In India chi non vuole piegarsi al diffuso sistema di corruzione dei funzionari pubblici ha adottato un sistema veramente insolito, consiste nel dare una banconota da zero rupie in mano a chi chiede tangenti. Questa curiosa idea è scaturita dalla fantasia di un docente di fisica, di origine indiana, della University of Maryland (USA). Egli, tornato in patria, ed avendo subito un tentativo di estorsione si comportò in modo inusitato e, in risposta, consegnò al funzionario un foglietto con scritto zero rupie. Successivamente Vijay Anand, presidente di 5th Pillar (quinto pilastro), un’organizzazione non governativa, ritenendo valida l’idea ha fatto stampare 25.000 “banconote” da zero rupie allo scopo di utilizzarle per combattere la corruzione e, nello stesso tempo, mobilitando anche l’opinione pubblica.