Articoli su importanti collezioni e collezionisti di monete e medaglie.
La collezione numismatica Este
Nel dicembre 2014, nella veste di Direttore del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ho curato, in stretta collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, la mostra “Si tiene pegno in Guardaroba- Monete d’oro con la contromarca di Casa d’Este nel Medagliere Mediceo”.
In quell’occasione furono esposte 251 monete in oro conservate nel Museo Archeologico (un altro esemplare dello stesso nucleo è conservato nel Museo del Bargello di Firenze) frutto dell’acquisizione del 1646 ad opera del Granduca Ferdinando II de’ Medici e con il concorso del fratello Cardinale Leopoldo, noto collezionista numismatico.
Qualche tempo fa un collezionista toscano mi disse che un suo amico, anch’esso collezionista, gli aveva raccontato di un episodio capitatogli quando, durante l’ultimo conflitto mondiale, precisamente nel settembre 1943, era di stanza a Brindisi come soldato presso l’aeroporto di Brindisi. Questo episodio riguarda la collezione reale e fornisce una versione del tutto nuova rispetto a quanto noto finora.
Articolo completo in formato pdf, articolo richiesto da un nostro lettore, tratto da Panorama Numismatico 124/novembre 1998
di Luciano Giannoni
LA DESCRIZIONE DI ALCUNE MONETE PIOMBINESI DELLA COLLEZIONE GNECCHI, MESSE IN VENDITA A FRANCOFORTE NEL 1902, NON CONSENTE UNA LORO FACILE IDENTIFICAZIONE. IL CONFRONTO CON CONIAZIONI PASSATE RECENTEMENTE IN ASTA PUÒ VENIRE IN AIUTO.
Nel corso delle mie ricerche sulla monetazione piombinese, ne ho verificato la presenza in raccolte pubbliche e private (per lo meno in quelle a me note) e nei listini d’asta. Devo sottolineare, a questo proposito, che se si escludono quelli, non frequentissimi, in cui sono presenti monete piombinesi in rame o mistura e grossi in argento di Jacopo VII Appiani, ne ho trovati solo tre con la presenza di monete in oro o argento coniate dai due Ludovisi.
Un primo catalogo, oggetto di questa nota, poneva in vendita, tra le altre, un rarissimo zecchino di G.B. Ludovisi; un secondo catalogo, del 1960, offriva una doppia – altrettanto rara – sempre di Giovan Battista Ludovisi ed un terzo, un mezzo giulio di Niccolò.
Il listino del 1902 (fig. 1) è sicuramente il più interessante. Infatti, oltre a presentare diverse monete piombinesi, contiene alcune stranezze che hanno stimolato immediatamente la mia attenzione.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.297 – Luglio/Agosto 2014
CI SONO LIBRI DI NUMISMATICA CHE SONO IL RITRATTO DI UN’EPOCA. VI PRESENTIAMO UNA PICCOLA PUBBLICAZIONE CHE RAPPRESENTA IL COME ERAVAMO DEGLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO.
di Antonio Pesaresi
Una proposta oggi impossibile
Come cambiano i tempi! Mi è venuto da pensare così sfogliando l’Annuario italiano per i numismatici e raccoglitori di monete e medaglie pubblicato da Memmo Cagiati nel 1926.
Questo Annuario, secondo le parole del suo curatore, era destinato ad informare i varii lettori del movimento degli studii, delle iniziative più importanti e dei risultati delle istituzioni scientifiche, dei congressi, dei dibattiti, delle questioni, che più appassionano o che più urga di risolvere. Sarebbero tante le notizie interessanti per i lettori degli anni Duemila, per esempio, le critiche all’aspetto artistico della nuova moneta da 100 lire emessa per celebrare la vittoria nella Grande Guerra. Quello che invece mi preme sottolineare e ricordare ai lettori è l’elenco dei raccoglitori italiani. Stupisce in effetti che un tempo il mondo fosse così diverso e che il modo stesso di vivere la collezione ed il collezionismo fossero quasi agli antipodi dei nostri. Il Cagiati infatti, come del resto avevano già fatto i fratelli Gnecchi nella loro Guida Numismatica Universale, riportò gli indirizzi di centinaia di raccoglitori e l’oggetto e la consistenza delle loro raccolte! Chi mai oggi farebbe pubblicare il proprio indirizzo insieme a ciò che si possiede?
di Alan Walker – l.eu Numismatics AG, Zurìgo
Consigli per una pianificazione intelligente dei propri investimenti
Sapete qual’è la cosa più importante che hanno in comune collezionisti come Jameson, Montagu, Gulbenkian, Garrett, O’Hagan, Gillet, Haeberlin, Jamgochien, Evans, Nicolas, Virzi, Caruso, Trampitsch e Niggeler? No? Bene, è che sono tutti morti. Sì. è probabile che ora tutti siano lassù a un convegno-interstellare, lì che guardano un po’ annoiati chiedendosi dove siano finite tutte le belle monete di una volta.
Purtroppo questo spiacevole inconveniente non accadeva solo ai collezionisti di un tempo e, nonostante tutti i progressi della scienza, succede ancora: se siete collezionisti, o magari commercianti, c’è il rischio che possa toccare anche a voi. Nel caso per esempio, Dio ne scampi!, doveste cadere dentro un tombino avete pensato al da farsi per la vostra collezione? Avete lasciato precise istruzioni al riguardo alla vostra mogliettina, ai vostri figli, a Bobi. all’avvocato o ad altri eventuali? Se non l’avete fatto è meglio che cominciate a organizzarvi da subito. O potreste trovarvi nella stessa situazione di Claude Grenouille, la cui storia vi viene raccontata dalle parole di uno dei tanti lettori di Celator le cui lettere riempiono la mia cassetta postale tutti i giorni.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.95/marzo 1996