Recensioni e schede di libri del mondo numismatico: libri su monete e medaglie, monete antiche e moderne, monetazione italiana e world coins.
Emissione e circolazione (375-216 a C.)
Giuseppe Lulliri esordì nel 1996 con l’opera Le Monete della Sardegna Vandalica. Storia e Numismatica. Autore di testi di numismatica conosciuto a livello internazionale, nato nel 1952 a Domus de Maria (Cagliari), da oltre quarant’anni egli dedica i propri studi numismatici alla monetazione antica coniata e circolata in Sardegna, con monografie, pubblicazioni sulle principali riviste numismatiche e nei forum nazionali e internazionali del web.
Nei primi anni Novanta gli studi numismatici si sono concentrati maggiormente sulle monete vandale, sardo vandale e sulle monete di epoca vandala coniate in Sardegna durante il brevissimo periodo insurrezionale di Godas, il primo vero re della Sardegna. Fu un regno fragile il suo, che durò solo pochi mesi, dalla primavera inoltrata a inizio estate del 533 d.C. Nel contesto turbolento di quell’anno si colloca anche la fortunata scoperta di Lulliri, importante sia a livello storico che numismatico. Attraverso la complessa interpretazione dei pochi caratteri leggibili – si tratta di monetine del diametro di un centimetro circa – egli è riuscito a individuare il nome (gvda), e il titolo di re (rex), di cui fino a quel momento veniva completamente ignorata persino l’esistenza (sia del regno che delle monete). In modo analogo era ignorata, o addirittura negata, da alcuni numismatici sardi, la possibilità che in Sardegna, durante l’occupazione vandala, vi fosse stata una zecca attiva.
Da Adriano VI (1521) a Paolo V (1621)
Nel 2017 è uscito il primo volume della serie MIR dedicato alla monetazione papale dalle prime emissioni in età bizantina fino a Leone X, curato da Alessandro Toffanin. Ora l’editore, la Numismatica Varesi di Pavia, presenta già il secondo volume sempre sempre curato da Toffanin. Il periodo esaminato è giusto cent’anni andando dal pontificato di Adriano VI, eletto nel 1521, alla sede vacante seguita alla morte di Paolo V nel 1621. Come noto, l’impostazione del MIR prevede che qui siano rappresentate tutte le zecche attive a nome di quei pontefici. Oltre a quella di Roma, abbiamo perciò descritte le produzioni di Bologna, Ferrara, Avignone e Carpentrasso nonché le zecche marchigiane di Ancona, Fano, Macerata, Montalto, Camerino.
I collezionisti e gli stessi commercianti attendevano con molto interesse questo nuovo volume. La letteratura sull’argomento non è modesta. Testo di riferimento principale è da decenni ormai quello di Francesco Muntoni, catalogo esaustivo e preciso ma con una grave lacuna dal punto di vista commerciale: non presenta le rarità delle monete. Nel corso degli anni molto è stato pubblicato su questa o quella zecca, anche comprendendo rarità e prezzi, ma nulla era stato fatto a livello complessivo. Così l’opera di Toffanin conoscerà senza dubbio un grande successo perché darà una base di valutazione alle monete.
Dopo il suo ormai fondamentale trattato sulla monetazione napoletana dopo Carlo II di Spagna e Francesco II di Borbone (1674-1860), Pietro Magliocca continua le sue ricerche e ora approfondisce studi connessi a un periodo molto particolare e ricco di problematiche per la numismatica del Regno di Napoli come sono gli anni che intercorrono tra il 1616 e il 1623, cioè tra la fine dell’età di Filippo III e gli inizi di quella di Filippo IV. Dal punto di vista strettamente legato alla moneta, il più grave problema era costituito dal fenomeno della tosatura, pratica con la quale si asportava fraudolentemente del metallo dal contorno. Reimmettendo in circolazione le monete tosate si creavano numerosi problemi perché nascevano di continuo contestazioni tra chi le voleva spendere e chi invece non le voleva accettare. I problemi del commercio si trasferirono ben presto anche nell’economia reale causando carestie e crisi economiche e a nulla valsero le continue leggi emanate volte a punire i tosatori.
Anatomia di una banconota: dall’arte alla tecnologia è il testo che prosegue la collana di nummografia inaugurata con la monografia Mille lire al mese, tre secoli di storia raccontati da una banconota, che ha avuto un buon riscontro di pubblico ed è stato anche riconosciuto come “libro del mese” dalla casa editrice Lampi di Stampa.
L’argomento affrontato con questo secondo volume della collana è sostanzialmente inedito in Italia, perché esamina, in modo sistematico ed esaustivo, l’intero ciclo di esistenza della banconota, sia sotto l’aspetto tecnologico che artistico, nelle varie fasi della sua storia. Il libro è destinato non solo ai collezionisti più esigenti dei nummi cartecei ma anche ai cultori della cartamoneta e di storia monetaria e finanziaria.
Durante una campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana nella chiesa di San Mamiliano a Sovana, in provincia di Grosseto, venne alla luce un ripostiglio di ben 498 solidi, tutti descritti e illustrati in questo catalogo.
Il periodo di emissione delle monete va da Onorio (morto nel 423) a Romolo Augusto (475-476) per la parte occidentale dell’Impero e da Teodosio II (408-450) fino a Basilisco e Marco (475-476) per la parte orientale. Per le emissioni occidentali il tipo più rappresentato è quello dell’imperatore stante a destra che calpesta un nemico, per quelle orientali la vittoria stante a sinistra con lunga croce.