Recensioni e schede di libri del mondo numismatico: libri su monete e medaglie, monete antiche e moderne, monetazione italiana e world coins.
Nomisma è lieta di informare che ha appena pubblicato il libro di Lorenzo Bellesia dedicato alle monete di Como. Si tratta della prima monografia in assoluto dedicata a questa affascinante zecca attiva in età medievale dalla metà del Duecento fino ai primi del Quattrocento.
Il libro illustra numerose monete con moltissimi ingrandimenti e riferimenti incrociati alla produzione delle altre zecche contemporanee, in particolare Milano e Bergamo.
Una importante novità editoriale riguarda il libro di Valerio G. Moneta riguardante tutti i Santi illustrati nelle monete italiane. Sono censiti ben 198 Santi (185 raffigurati e 13 solo nominati) attestati per 128 zecche italiane. Di ogni Santo vengono riportati i dati biografici e viene fornita una dettagliata analisi della sua iconografia numismatica. Il libro costituisce una indispensabile guida praticamente per ogni zecca della penisola. In allegato viene fornito un CD con tutto il catalogo in formato PDF. Il costo del libro è di 48,50 euro e di 43 euro per i possessori di Nomisma Card 2011.
Spese di spedizione di 8 euro.
Il Medaglione aureo con il ritratto di Teoderico venne presentato al mondo numismatico da Francesco Gnecchi (1850-1919) in un suo articolo pubblicato, nel 1895, sulla Rivista Italiana di Numismatica. Il monile era infatti entrato a far parte della raccolta del noto collezionista milanese; infine, nel 1923, venne acquistato dal Museo Nazionale Romano e, ancora oggi, è uno tra i reperti più significativi che vi sono conservati. Manufatto eccezionale sotto diversi punti di vista; ha un diametro di 33 mm, pesa 15,32 g con la chiusura a spilla saldata sul rovescio, risulta quindi essere un multiplo da tre solidi. Questo capolavoro dell’arte iconografia numismatica antica è l’unico documento che ci tramanda un’affascinante immagine di Teoderico e costituisce un unicum relativamente alla sua effige. Il celebre sovrano goto è ritratto di prospetto con sottili baffetti, il capo scoperto ornato da una lunga capigliatura liscia, arricciata alle punte. Dalle poche informazioni che ci sono pervenute, il ritrovamento è avvenuto in terra marchigiana, nel territorio di Morro d’Alba, in contrada Sant’Amico, nel podere Tognietti in un non meglio specificato deposito sepolcrale che venne sconvolto da lavori di scasso.
Michele Chimienti ormai da decenni sta dedicando tutte le sue ricerche in campo numismatico alla zecca di Bologna perché in questa città è nato e lavora.
Sono decine e decine i contributi ad essa dedicati, contributi basati sopratutto su una attentissima e scrupolosa indagine archivistica. Soltanto nel 2008 aveva dato alle stampe il suo primo volume, La zecca di Bologna e le sue macchine, ed ora porta finalmente a compimento quello che tutti si aspettavano da lui: un libro dedicato alle monete bolognesi, non solo le medievali, quelle predilette dall’autore, ma anche quelle del Sette ed Ottocento per arrivare fino all’ultima emissione a nome di Vittorio Emanuele II che poi sancì la chiusura definitiva.
Come base di lavoro Chimienti ha utilizzato le monete del Museo Civico Archeologico di Bologna in modo che questo stesso libro ne diventasse il catalogo generale. Dove la collezione civica mancava è stata integrata con esemplari presi da altri musei o collezioni private o, ancora, cataloghi d’asta.
Il volume, edito in occasione della 114a manifestazione VERONAFIL, tratta di alcuni pezzi enigmatici in piombo, più raramente in rame, aventi forma di conchiglia, che hanno particolarmente incuriosito l’autore. Egli ha intrapreso uno studio approfondito per cercare di fornire un’identità e, soprattutto, una funzione a questi antichi manufatti, le sue conclusioni sono presentate ed argomentate in questo interessante lavoro.
Pezzi, nella prima parte, affronta la monetazione nel mondo antico ponendo particolare attenzione ai precursori della moneta. Come noto, la nascita e la diffusione della monetazione, come oggi noi la intendiamo, è una conquista relativamente recente, risale infatti alla seconda metà del VII secolo a.C.