Recensioni e schede di libri del mondo numismatico: libri su monete e medaglie, monete antiche e moderne, monetazione italiana e world coins.
Questo libro si inserisce in una collana dedicata alla monetazione dell’Italia centrale e meridionale che sta diventando davvero corposa ed ormai punto imprescindibile per gli studiosi e per i collezionisti. L’opera che qui presentiamo è frutto della collaborazione di Alberto D’Andrea, Christian Andreani e Simonluca Perfetto. Se poi aggiungiamo che la prefazione è stata firmata da Francesco Di Rauso, che ha curato anche il prezzario allegato al volume stesso, non si può che apprezzare questo team per la loro competenza ed il loro impegno.
L’apertura è dedicata ad una introduzione alla numismatica moderna napoletana. Si parla dell’evoluzione dello scudo araldico dei regnanti napoletani, del sistema monetale e dei pesi delle monete, delle leggende monetali con la trascrizione e traduzione sia di quelle del diritto che di quelle del rovescio. Ogni capitolo dedicato a ciascun regnante si apre con una breve rassegna storica ed una analisi numismatica del periodo in esame evidenziando problemi e riforme che spesso angustiarono il Regno di Napoli tra il Cinque ed il Seicento.
I TESORI NASCOSTI DI ROMA – La millenaria caccia alle ricchezze sepolte
Nella storia dell’umanità, sin dai tempi più antichi, trovare un tesoro è sempre stato un sogno, un miraggio, fino a diventare, a volte, una feroce ossessione. Con questa frase inizia l’introduzione di un bel volumetto, il diminutivo si riferisce solamente alle dimensioni, che ci propone un affascinante viaggio fra i tesori sepolti, nel corso dei secoli, nel sottosuolo di Roma. Un itinerario attraverso la storia ed il tempo che si apre con le leggende medievali, passa per le scoperte del Rinascimento, del Barocco, della Roma umbertina e fascista, fino ad arrivare ai più recenti ritrovamenti. Oggetti nascosti per motivi diversi negli edifici pubblici, nelle case, nelle tombe, in campagna. Nascondigli dimenticati e mai più recuperati con monete d’oro, d’argento, di bronzo, gioielli. Dietro a gran parte dei tesori si nasconde o si intravede una vicenda tragica; il proprietario non lo ha riavuto, non ha fatto ritorno, forse è stato assassinato, in ogni caso non ha potuto riprenderlo né avvertire i propri cari. L’autore ha raccolto le ricerche, i rinvenimenti, i crimini, gli aneddoti, le leggende che hanno come protagonisti accumuli di monete ed oggetti preziosi nascosti a Roma. (altro…)
Simonluca Perfetto, già autore de La zecca dell’Aquila, opera pubblicata nel 2009, prende in esame una moneta, il denaro tornese, che ebbe grande successo in Abruzzo ed in generale nelle zecche del Regno di Napoli settentrionale. Inizialmente battuto in Francia, il tornese fu poi imitato nelle zecche dell’Oriente Latino, particolarmente in Acaja, da dove, molto svilito in peso e titolo, arrivò in Italia centrale. Per poco più di mezzo secolo, dal 1382 al 1436-1437 ci furono emissioni anche in Abruzzo, soprattutto a Sulmona. Nel 1439 il re Alfonso V d’Aragona concesse a quest’ultima città il privilegio di battere una nuova moneta, i nuovi tornesi prescritti al valore di due denari, probabilmente al tipo di quelli conosciuti per la zecca napoletana. Il progressivo svilimento del vecchio tornese fu determinante per la coniazione del doppio denaro che conservò lo stesso nome dei vecchi tornesi al tipo d’Acaja. (altro…)
Dopo tanto oblio negli ultimi tempi sono stati pubblicati nuovi ed interessanti studi sulla città e la zecca dell’Aquila, città che in età tardo medievale e nei primi decenni del Rinascimento svolse un ruolo molto importante sotto il profilo sia finanziario che militare nel Regno di Napoli. Questo ruolo fu sottolineato dalla presenza di una zecca che batté monete di tipo napoletano destinate a circolare in particolare nell’Italia centrale.
Agli studi si aggiunge ora questo interessantissimo volume frutto di ricerche nell’archivio locale dove è stato rintracciato un registro contabile in uso al credenziere aquilano, il Bastardello X, in cui vi erano annotate la jntrata et uscita de la zecca nell’anno 1495, anno in cui la città come gran parte del Regno di Napoli era caduto nelle mani del re di Francia Carlo VIII di Valois.
Aquileia in età romana fu una delle più importanti città della penisola italiana. Grazie alla sua posizione geografica ebbe fiorenti commerci verso il nord Europa e, tramite il suo attivissimo porto, verso le coste dell’Adriatico. Proprio per questa sua importanza fu scelta come sede di zecca nella grande ristrutturazione del sistema monetario romano voluta dall’imperatore Diocleziano intorno al 294. Aquileia perciò iniziò a battere monete nei tre metalli, cioè aurei, argentei e soprattutto follis di bassa mistura. La produzione continuò, pur tra molte pause più o meno lunghe, fino all’età di Valentiniano III. I picchi di attività comunque si registrarono in età tetrarchica e costantiniana e sotto i figli di Costantino.