Recensioni e schede di libri del mondo numismatico: libri su monete e medaglie, monete antiche e moderne, monetazione italiana e world coins.
La monetazione salernitana ha sempre affascinato i numismatici: la sua lunga storia che abbraccia emissioni longobarde, normanne e sveve la rende particolarmente interessante. Se si fa astrazione dalle semplici proposizioni di monete salernitane presenti nelle opere numismatiche del XVII e XVIII secolo, si deve al padre benedettino Gaetano Foresio la prima opera sistematica su tali emissioni, edita alla fine del XIX secolo. Le classificazioni del Foresio però non appaiono convincenti e se ne resero conto già gli studiosi contemporanei all’autore.
Da molto tempo era atteso da collezionisti ed operatori commerciali il volume del MIR (Monete Italiane Regionali) dedicato alle monete papali. Come sempre scriviamo ad ogni nuova uscita di un volume del MIR, quest’opera voluta da Alberto Varesi ormai vent’anni fa è diventata sempre di più un punto di riferimento e di classificazione per la numismatica italiana tant’è che la sigla MIR compare quasi ovunque nei cataloghi d’asta non solo italiani ma anche esteri. Del resto la sua praticità e l’indicazione del grado di rarità e di una valutazione commerciale costituivano già gli elementi di successo dell’opera. Mano a mano che il MIR andava completando il quadro della numismatica italiana, venivano tralasciate le monete emesse a nome del papato nelle diverse città che furono soggette all’autorità dei successori di Pietro. Queste monete sarebbero state oggetto di volumi appositi insieme ovviamente alle emissioni di Roma.
L’opera nasce dall’amore dell’autore per il suo paese natale, Orbetello, la “capitale” dello Stato dei Presìdi, e per la numismatica. Dopo la pubblicazione sulle pagine di questa rivista di alcuni articoli sui quattrini dei Reali Presìdi, Riccardo Martina riepiloga in questa opera i suoi studi e le sue ricerche sulla monetazione in rame emessa a fine Settecento dalla zecca di Napoli sotto Ferdinando IV di Borbone a favore dei territori toscani del Regno di Napoli, colmando così un vuoto nella letteratura numismatica: mancava, infatti, una trattazione sistematica di questa monetazione nel panorama bibliografico.
Negli ultimi anni la zecca di Firenze è stata oggetto di numerosi studi. In particolare il periodo mediceo è stato scandagliato anche dal punto di vista archivistico. Ricordiamo il lavoro generale di Alessio Montagano inserito nella collana MIR (Monete Italiane Regionali) di Alberto Varesi, quindi i volumi di Andrea Pucci sui singoli granduchi e sul periodo lorenese. Sui francesconi di Pietro Leopoldo e su singole monete inedite o rarissime del periodo antecedente ha scritto anche Wilder Pellegrini. Inoltre, sono in corso di pubblicazione, nella collana del «Bollettino di Numismatica», sempre ad opera di Andrea Pucci, le monete della Collezione Reale depositate presso il Museo Nazionale Romano.
Nel 2002 entrava in vigore l’euro cambiando, tra le tante cose, anche il volto della numismatica contemporanea. Per chi voleva collezionare monete moderne si aprivano molte strade. Abbandonata presto l’idea di fare tutto di tutti gli Stati emittenti, per l’enorme mole delle emissioni, gli appassionati cominciarono a specializzarsi. C’è chi continuò imperterrito ad acquistare le emissioni italiane eventualmente insieme a Vaticano e San Marino e chi, invece, tentò altre strade selezionando tematiche o settori che comprendevano altri Stati. Tipico, ad esempio, è stato il successo della collezione delle monete da 2 euro che, non essendo emesse in metallo nobile, si trovano a prezzi ragionevoli, se non proprio al nominale, ma presentano una grande varietà.