Recensioni e schede di libri del mondo numismatico: libri su monete e medaglie, monete antiche e moderne, monetazione italiana e world coins.
Recentemente è stata pubblicata la seconda edizione del libro sull’Operazione Bernard scritto da Stefano Poddi.
L’edizione è in lingua inglese, si rivolge quindi ad un pubblico più vasto e probabilmente anche più coinvolto emotivamente in questa vicenda storico-numismatica.
La seconda edizione del libro è corredata della prefazione di Joseph E. Boling, uno dei maggiori studiosi di cartamoneta mondiale e fine conoscitore di questa specifica vicenda storica, il quale ha curato anche la revisione editoriale del testo.
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Nel 508 a.C. Cartagine stipulò il primo trattato con Roma che riconobbe a Cartagine il possesso della Sardegna ed in base al quale ai Romani venne vietato ogni commercio con l’Isola. Da quel momento Cartagine si impose come uno dei principali attori nel bacino del Mediterraneo e in Sardegna, assoggettando le antiche colonie fenice che risultarono ormai completamente asservite a Cartagine. Al controllo militare del territorio seguì uno stanziamento massiccio di popolazioni puniche nell’Isola, che ebbe grande influenza sulla cultura della Sardegna, soprattutto nelle zone costiere.
All’alba della conquista cartaginese della Sardegna, gli insediamenti superstiti della costa orientale si trovavano in una situazione di evidente depressione economica, forse dovuta al drastico taglio dei rapporti commerciali con l’Etruria. Alla civiltà fenicia, prevalentemente rurale, subentrò una economia più moderna in cui erano le città al centro del potere politico, economico, religioso, militare, che andò estendendosi, oltre che alle coste, anche alle pianure del Campidano ed alla maggior parte dell’Isola, eccettuata la parte montuosa del centro e una buona zona della parte settentrionale. L’introduzione della moneta rappresentò un fattore importante di penetrazione della civiltà punica in Sardegna, sostituendosi al tradizionale baratto che costituiva, per le popolazioni locali, il normale mezzo di scambio commerciale.
Il libro di Mario Perantoni, Guida alla monetazione Punico-Sarda, si propone di fornire agli appassionati una guida semplice e aggiornata sulla monetazione sarda nel periodo punico, ovvero sui tipi monetali coniati in Sardegna o che si ritiene lo siano stati.
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Battezzata da Ugo Foscolo «tempio dell’itale glorie», la Basilica di Santa Croce è uno dei più straordinari edifici religiosi fiorentini. Costruita a partire dal 1294 su progetto di Arnolfo di Cambio per volere del più antico nucleo fiorentino di frati francescani, la chiesa venne concepita come un vasto luogo di preghiera e di culto che ancora oggi vanta il primato di essere tra le più grandi chiese francescane.
La basilica fu eretta grazie al contributo economico delle più importanti famiglie della città e, come ricompensa, i frati diedero la possibilità ai membri di queste casate di essere seppelliti all’interno della basilica. I più celebri artisti, toscani e non, vennero chiamati per decorarle: le cappelle Peruzzi e Bardi hanno entrambe affreschi di Giotto con Storie di San Giovanni e Storie di San Francesco, la cappella Riccardi affreschi di Giovanni da San Giovanni e tele di Matteo Rosselli, la cappella Salviati una grande pala del veronese Jacopo Ligozzi.
Chi crede che sulle monete del Regno d’Italia, perché molto recenti, si sappia tutto o si sia scritto di tutto, dovrebbe leggere il libro Davide Calandra. I segreti della quadriga, curato da Andrea Dalla Valle e Alessio Sena. Si tratta della storia di alcune monete di Vittorio Emanuele III contraddistinte da una quadriga al rovescio e realizzate su modelli dello scultore Davide Calandra ritrovati per puro caso: le ben note monete da una, due e cinque lire coniate tra il 1906 ed il 1914.
Il libro traccia la storia di queste monete partendo dalla riforma dell’intera monetazione metallica italiana avvenuta dopo la salita al trono di Vittorio Emanuele III nel 1900. Infatti nei primi anni del regno fu evidente come la produzione del nuovo sovrano dovesse essere rinnovata per cui si decise di costruire una zecca più moderna ed efficiente e di produrre monete che mutassero la monotonia che aveva contraddistinto le precedenti emissioni.