Recensioni e schede di libri del mondo numismatico: libri su monete e medaglie, monete antiche e moderne, monetazione italiana e world coins.
Battezzata da Ugo Foscolo «tempio dell’itale glorie», la Basilica di Santa Croce è uno dei più straordinari edifici religiosi fiorentini. Costruita a partire dal 1294 su progetto di Arnolfo di Cambio per volere del più antico nucleo fiorentino di frati francescani, la chiesa venne concepita come un vasto luogo di preghiera e di culto che ancora oggi vanta il primato di essere tra le più grandi chiese francescane.
La basilica fu eretta grazie al contributo economico delle più importanti famiglie della città e, come ricompensa, i frati diedero la possibilità ai membri di queste casate di essere seppelliti all’interno della basilica. I più celebri artisti, toscani e non, vennero chiamati per decorarle: le cappelle Peruzzi e Bardi hanno entrambe affreschi di Giotto con Storie di San Giovanni e Storie di San Francesco, la cappella Riccardi affreschi di Giovanni da San Giovanni e tele di Matteo Rosselli, la cappella Salviati una grande pala del veronese Jacopo Ligozzi.
Chi crede che sulle monete del Regno d’Italia, perché molto recenti, si sappia tutto o si sia scritto di tutto, dovrebbe leggere il libro Davide Calandra. I segreti della quadriga, curato da Andrea Dalla Valle e Alessio Sena. Si tratta della storia di alcune monete di Vittorio Emanuele III contraddistinte da una quadriga al rovescio e realizzate su modelli dello scultore Davide Calandra ritrovati per puro caso: le ben note monete da una, due e cinque lire coniate tra il 1906 ed il 1914.
Il libro traccia la storia di queste monete partendo dalla riforma dell’intera monetazione metallica italiana avvenuta dopo la salita al trono di Vittorio Emanuele III nel 1900. Infatti nei primi anni del regno fu evidente come la produzione del nuovo sovrano dovesse essere rinnovata per cui si decise di costruire una zecca più moderna ed efficiente e di produrre monete che mutassero la monotonia che aveva contraddistinto le precedenti emissioni.
Il volume Soldi e monete nel Vocabolario storico-etimologico del veneziano (VEV), a cura di Nicolò Magnani, è l’ottava pubblicazione della collana Parole veneziane. La serie, riguardante il Vocabolario storico-etimologico del veneziano (VEV), diretta da Lorenzo Tomasin e Luca d’Onghia, è un progetto finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca (Fns) svolto in collaborazione dall’Università di Losanna e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, con il sostegno dell’Opera del Vocabolario Italiano del Cnr di Firenze. Il progetto si fonda sulla ricognizione di diversi insiemi di fonti, è frutto della collaborazione di studiose e studiosi di varie università europee e si giova della consulenza scientifica di un gruppo di esperti lessicografi e dialettologi attivi in Italia, Germania e Svizzera.
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La figura di Dominique Vivant Denon, di cui ricorrerà l’anno prossimo il duecentenario della morte (Givry, Chalon-sur-Saône, 1747 – Parigi 1825), è quanto mai complessa: diplomatico, incisore, scrittore, collezionista, conobbe Napoleone grazie alla sua attività di incisore e disegnatore di monete e medaglie, e ne divenne il consigliere artistico seguendolo poi nella campagna d’Egitto di cui narrò le imprese nel Voyage dans la haute et basse Egypte (1802). Direttore generale dei Musei di Parigi dal 1804, grande conoscitore d’arte e ricercatore instancabile, fu anche collezionista di particolare raffinatezza, mettendo insieme una notevole raccolta di opere, poi dispersa. Fu in contatto con i maggiori intellettuali e artisti della sua epoca, da Voltaire a Jacques-Louis David, compresi molti valenti incisori come Andrieu, Brenet, Manfredini, Droz, Jeuffroy.
La pubblicazione del suo carteggio riferito all’attività di riorganizzazione e gestione della Zecca delle Medaglie, a cura di Alain Borghini, permette dunque di entrare nel vivo di un’epoca straordinaria per vitalità e innovazione. Dominique Vivant Denon Direttore della Zecca delle Medaglie di Parigi attraverso la sua corrispondenza ufficiale 1802-1815 raccoglie circa 235 lettere selezionate tra i circa 4.000 documenti riconducibili al suo periodo di attività parigina conservati presso istituti culturali francesi.
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