Novità, segnalazioni, curiosità sulla numismatica, monete e medaglie. Anteprime di aste numismatiche e nuove pubblicazioni dedicate alla numismatica.
Segnaliamo l’uscita de Le monete del Principato di Piombino e del Principato di Lucca e Piombino di Luciano Giannoni tratto dai Quaderni di Panorama Numismatico. Riportiamo qui la prefazione di Lorenzo Bellesia:
“Anche tra gli appassionati di storia locale la numismatica non è molto conosciuta. Spesso le monete coniate nei secoli passati in questa o quella città vengono appena ricordate come una curiosità, quasi fossero una qualunque cartolina
dal passato. E invece le monete non soltanto sono motivo di vanto per la città dove furono battute ma sono anche una preziosissima testimonianza per gli studi storici ed economici.
Fin dall’alto Medioevo l’Italia era frammentata in autonomie locali che andarono aumentando col passare dei secoli. Tra queste, molte, fossero esse liberi comuni, ducati o contee, ebbero riconosciuto dall’autorità imperiale il diritto di aprire una zecca. Così la penisola italiana è stata costellata da zecche che hanno prodotto monete sia per facilitare gli scambi all’interno dei territori di loro competenza sia per l’esportazione in altri stati. In tal modo le monete vennero diff use lontanissimo dal luogo d’emissione portando con sé e facendo conoscere il nome del signore o della città che le aveva battute.
È uscito il numero di ottobre (a. XXXI, n. 299) di Panorama Numismatico.
La copertina è dedicata a un approfondito articolo di Tiziano Francesco Caronni sulla Parpagliola milanese della PROVIDENTIA 1581-1657, le sue imitazioni e falsificazioni, uno studio che analizza “le analogie nei dettagli dei conii e dei simboli” – secondo le parole dello stesso autore – nelle emissioni milanesi con la raffigurazione della Provvidenza, dall’epoca di Filippo II a quella di Filippo IV.
Troverete poi:
- Gianni Graziosi, L’incredibile undici: la coppa del mondo di calcio è il pretesto per un excursus numismatico sulle emissioni di monete endecagonali, ossia a 11 lati, e su tutto ciò che riguarda il numero 11.
Per la monetazione antica, Maria Teresa Rondinella illustra i ritrovamenti di monete antiche sull’altura del Pizzo di Ciminna, lungo il fiume San Leonardo, in provincia di Palermo, riferibili a zecche puniche o siculo-puniche, siceliote, corinzie e locali. Lo studio è corredato da una ricca bibliografia.
Alla fine di questo mese la casa d’asta londinese Baldwin’s metterà all’asta una collezione di gettoni del XVIII secolo. I gettoni provengono dagli archivi, o meglio dal loro seminterrato – basement, dove sono stati custoditi per oltre mezzo secolo.
L’asta British 18th Century Tokens From the “Baldwin Basement” Part One si svolgerà il prossimo 30 settembre a Londra, il catalogo é online.
E’ appena uscito il nuovo volume di Lorenzo Bellesia: Le monete di Rimini.
Rimini ha avuto una zecca in piena età medievale (dalla metà del Duecento alla metà del Trecento) e successivamente in età Malatestiana agli inizi del Quattrocento.
Il libro ricostruisce la storia delle poche monete battute proponendo nuove ed interessanti attribuzioni rispetto alla scarsa letteratura in materia. In particolare, è stata proposta una nuova datazione della moneta riminese più abbondante e famosa, l’agontano d’argento.
128 pp, 40 euro (per i possessori di Nomisma Card 35 euro), il libro è disponibile sullo shop online di Nomisma.
Quattro generazioni di numismatica e arte
Nel 1878, Otto Helbig, bisnonno dell’attuale proprietaria della società Gerhard Hirsch Nachfolger, Dr.Francisca Bernheimer, fondò l’azienda Otto Helbig dedicata alla numismatica. Partecipando alle prime aste di monete e medaglie, l’azienda crebbe rapidamente acquisendo molte collezioni ben note. I nipoti di Otto Helbig, Heinrich e Moritz Hirsch, il nonno della attuale proprietaria, si unirono al loro zio nel 1900. A causa della morte improvvisa di Moritz Hirsch, Heinrich fu poi l’unico proprietario della società Otto Helbig fino al 1932. In quell’anno il figlio di Moritz, Gerhard Hirsch, divenne socio dell’azienda dopo essere entrato in azienda nel 1922. Gli anni seguenti si rivelarono invece molto difficili per l’azienda e per la famiglia Hirsch a causa del terrore instaurato del regime nazista. Le realtà politiche e sociali resero impossibile a Gerhard Hirsch la prosecuzione dell’attività, che egli non fu in grado di riprendere fino al 1953. Il 6 ottobre del 1953 si tenne la prima asta, la prima di 131 fino alla scomparsa del signor Hirsch nel 1982. Dopo la sua scomparsa, la titolarità dell’azienda è nelle mani di sua nipote, la dottoressa Francisca Bernheimer.