Monete e medaglie coniate dalla zecca di Roma: articoli e studi sulla storia di Roma, le sue medaglie, le sue monete, dal medio evo ai giorni nostri.
di Alberto Castellotti
PERCHÉ TRE MONETE BATTUTE DA INNOCENZO XI PRESENTANO UNA INSOLITA VERSIONE DELLO STEMMA DEL PONTEFICE?
Governatore di Macerata, cardinale legato di Ferrara (1645-50), vescovo di Novara (1650-56), una vita austera nonostante le sue origini di nobile facoltoso, l’intensa pietà personale nei confronti dei poveri e dei diseredati ben evidente nei motti sulle sue monete, spianarono a Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi da Como, 1676-89) la via al pontificato.
Il suo rigorismo e l’impegno religioso lo configurano come l’ultimo papa della Controriforma. Le sue principali preoccupazioni furono, infatti, la difesa della moralità pubblica, la formazione di un clero pio e zelante nell’applicare il Vangelo, la lotta dottrinale contro il lassismo dei Gesuiti.
Gli ultimi anni del suo pontificato videro l’acuirsi dello scontro tra Roma e la Francia e quello, cruento, tra la cristianità e l’Islam.
VARIANTI, TIRATURE, CONII E RARITÀ DI SCUDI E MEZZI SCUDI CONIATI SOTTO IL PONTIFICATO DI PIO VII A ROMA
Questo breve studio intende mettere un poco d’ordine nella classificazione degli scudi e dei mezzi scudi d’argento coniati a Roma a nome di papa Pio VII e datati dal 1800 al 1815 pur con molti intervalli e sfasamenti rispetto alla loro effettiva coniazione.
Sull’argomento, in letteratura c’è molta confusione perché ogni opera ha seguito propri criteri di selezione e descrizione del materiale ma, sostanzialmente, tutti hanno copiato dal CNI, senza però fare attenzione ai conii o alle varianti più o meno significative. Muntoni distingue soltanto i vari millesimi e non fa alcun cenno alle diversità nei particolari come la forma delle nubi al rovescio o la dimensione delle lettere. Pagani, invece, presta più attenzione ai particolari ma la scarsità di illustrazioni rende poco utile il suo lavoro. Anche i suoi gradi di rarità non sembrano molto attendibili, almeno alla luce delle apparizioni in vendite pubbliche negli ultimi vent’anni, così come del resto quelli di D’Incerti.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.316 – Aprile 2016
di Lorenzo Bellesia
LE PIASTRE DI CLEMENTE X CELEBRANTI IL GIUBILEO DEL 1675 SONO TRA LE PIÙ COMUNI DELL’INTERA SERIE PONTIFICIA. NE PRESENTIAMO UN PRIMO TENTATIVO DI STUDIO DEI CONII
Il 23 dicembre 1674, «ultima domenica de l’Avvento, andò sua Santità doppo pranzo, seguito da alcuni cardinali, molti prelati, e altra nobiltà romana dal Quirinale al Vaticano, per fare nel giorno seguente, vigilia del Santo Natale, la memorabile, e sacra cerimonia de l’aprire la Porta Santa.
Lunedì matina a l’alba, 24 di decembre, giorno de la vigilia del Santo Natale 1674 si ritrovarono per ordine di Sua Beatitudine serrate tutte le Porte de le sudette Basiliche… Giunse il Pontefice dentro il portico della medesima Basilica [Vaticana], ove erano alzati molti palchi vagamente ornati, e in particolare quello à l’incontro de la Porta Santa, preparato per la Maestà de la Regina di Svetia; un altro per la Serenissima Duchessa di Modana; e uno per le Prencipesse Nipoti di Nostro Signore…
Scarica l’articolo LE PIASTRE DEL GIUBILEO 1675 in formato PDF, Panorama Numismatico nr.314 di febbraio 2016,
Le emissioni “aggiunte” di denari piccoli della zecca senatoriale romana
LO SVILUPPO DEI DENARI PICCOLI E IL RUOLO DA ESSI SOSTENUTO NEL SISTEMA MONETARIO CAPITOLINO. BREVE PROFILO.
di Adolfo Sissia
Nel tema già complesso che riguarda la produzione del provisino senatoriale s’inseriscono con forza le emissioni dei denari piccoli da parte della zecca romana. In realtà, nello specifico, studi editi mancano del tutto, a parte qualche eccezione sul tipo provisino, e tendenzialmente si tratta la materia in modo sommario. Qui di seguito, a colmare in parte questa lacuna e sia pure restringendo in poche pagine l’argomento, sprofondato da troppo tempo in un “ingiusto oblio”, saranno segnalati dati acquisiti e considerazioni personali da esaminare.
Com’è noto, a Roma il nominale che aveva il ruolo base di moneta dell’usualità – in altri termini l’utilizzo quotidiano del circolante per transazioni di carattere medio-basso – era costituito dal denaro provisino. Tuttavia, dalla metà circa del XIV secolo, l’officina romana coniò nuove serie di denari piccoli.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.305 – Aprile 2015
In due brevi note apparse in precedenti numeri di Panorama Numismatico avevo sottoposto all’attenzione dei collezionisti alcune considerazioni riguardo a monete papali deI 1700.
Più in particolare, nel numero 45, descrivevo la mezza piastra di Clemente XI ( 1700 – 172 1) con al rovescio la veduta del porto di Ripetta, notando come tutti i numerosi esemplari osservati, in cataloghi e raccolte, presentassero dei difetti di conio nell’esergo del diritto, proprio in corrispondenza del nome dell’incisore. Inoltre avevo individuato una variante notevole nella rappresentazione del rovescio.