Studi a articoli numismatici sulle monete e medaglie italiane medioevali e moderne. Le zecche delle città italiane, le monete e le medaglie italiane negli studi di Panorama Numismatico.
di Riccardo Paolucci
La cittadina di Lodi nei XII Secolo veniva continuamente molestata dalla vicina e potente Milano. Un editto impediva addirittura ai lodigiani di alienare beni senza il consenso dei Milanesi. I contravventori erano puniti col bando e la confisca dei beni. Dispetti e ripicche proseguirono fino a quando i Consoli di Milano avevano cercato d’imporre a Lodi il giuramento di obbedienza e il piccol o comune lodigiano dalla politica filo-imperialeIe si era ribellato. I milanesi demolirono le mura, incendiarono le case e ne svahgìarono le Chiese. I profughi lodigiani si rifugiarono a Pizzighettone dove chiesero l’aiuto del Barbarossa.
La zecca di Lodi, articolo competo in formato PDF, tratto da Panorama Numismatico nr.53/maggio 1992.
VARIANTI, TIRATURE, CONII E RARITÀ DI SCUDI E MEZZI SCUDI CONIATI SOTTO IL PONTIFICATO DI PIO VII A ROMA
Questo breve studio intende mettere un poco d’ordine nella classificazione degli scudi e dei mezzi scudi d’argento coniati a Roma a nome di papa Pio VII e datati dal 1800 al 1815 pur con molti intervalli e sfasamenti rispetto alla loro effettiva coniazione.
Sull’argomento, in letteratura c’è molta confusione perché ogni opera ha seguito propri criteri di selezione e descrizione del materiale ma, sostanzialmente, tutti hanno copiato dal CNI, senza però fare attenzione ai conii o alle varianti più o meno significative. Muntoni distingue soltanto i vari millesimi e non fa alcun cenno alle diversità nei particolari come la forma delle nubi al rovescio o la dimensione delle lettere. Pagani, invece, presta più attenzione ai particolari ma la scarsità di illustrazioni rende poco utile il suo lavoro. Anche i suoi gradi di rarità non sembrano molto attendibili, almeno alla luce delle apparizioni in vendite pubbliche negli ultimi vent’anni, così come del resto quelli di D’Incerti.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.316 – Aprile 2016
di Antonio Bianchimani
AL MUSEO BOTTACIN DI PADOVA ESISTE UNA CURIOSA MONETA DATATA 1798 IMPRESSA SU CARTONE. E’ IL QUATTRINO DI SARNANO, PICCOLO PAESE IN PROVINCIA DI MACERATA, ECCONE LA STORIA.
Dopo circa un secolo, il quattrino di Sarnano è ritornato a far parlare di sé. Nel numero 191 (dicembre 2006) di Cronaca Numismatica, leggendo la rubrica “La posta dei lettori” ho avuto il piacere di vedere illustrato il quattrino di Sarnano. Il lettore della rivista Alberto Birozzi scriveva: Durante una delle mie ricerche ho scoperto che il comune di Sarnano nel 1798 ha emesso un quattrino di cartone di cui allego fotocopia. Si conosce un solo esemplare conservato al Museo Bottacin di Padova. Al dritto, a sinistra una croce su campo rosso; a destra un serafino su campo azzurro, sopra tre gigli. Al R/ la dicitura su quattro righe Quattrino \ di \ Sarnano\ 1798… Lo stesso lettore infine chiedeva maggiori informazioni. (altro…)
LA CITTÀ ADRIATICA, SOGGETTA A UNA PESANTE INGERENZA PAPALE, ALL’INIZIO DEL CINQUECENTO MISE IN ATTO ALCUNI PROVVEDIMENTI CHE INDUSSERO PAPA DELLA ROVERE A SOSPENDERLE IL DIRITTO DI ZECCA.
Nel capitolo della zecca del Comune di Ancona emesso in data 15 novembre 1510 si legge: «Imprimis che possa batter in dicta Zeccha le infrascripte monete, et in tucte appara la insegna de Sancta Chiesa: et siano conforme de bonta a le monete de la sudetta et N. S. de lega et de peso et cum li sui remedii consueti secundo la Zeccha de Sua Santita, videlicet». In precedenza infatti – era il 20 maggio dello stesso anno – Sua Santità aveva (ri)concesso alla zecca di Ancona il privilegio di coniare moneta purché questa fosse conforme a quella papale. Nella fattispecie le monete interessate erano «Ducati d’oro de tucta bonta secundo li altri ducati papali. Grossi et mezi grossi chiamati Anconitani ad saggio de bonta de leghe undeci conforme de peso et de legha a le monete papale co li suoi remedii ut supra. Bolognini et soldi ad saggio de leghe nove et tre quarti conforme de peso et de legha a le monete papale ut supra cum li sui remedii ut supra. Piccioli de ramo secundo el consueto». La disposizione prosegue e termina con la prescrizione che avverte: «Et tucte le suprascripte monete non se possano cavare de zeccha che siano prima assaggiate da lo assaggiator deputato per epsi officiali ne senza la presentia almeno de dui de dicti officiali: de lo scrivano deputato per epsi officiali: et de lo assaggiator predicto». Abbiamo parlato di riconcessione del privilegio di battere moneta. Ma perché il papa aveva privato Ancona di tale concessione e quale potere esercitava sulla città marchigiana? Vediamo cosa accadde.
Segue: LA MONETA DI ANCONA E LA RIFORMA MONETALE DI GIULIO II in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.314 – Febbraio 2016
di Lorenzo Bellesia
LE PIASTRE DI CLEMENTE X CELEBRANTI IL GIUBILEO DEL 1675 SONO TRA LE PIÙ COMUNI DELL’INTERA SERIE PONTIFICIA. NE PRESENTIAMO UN PRIMO TENTATIVO DI STUDIO DEI CONII
Il 23 dicembre 1674, «ultima domenica de l’Avvento, andò sua Santità doppo pranzo, seguito da alcuni cardinali, molti prelati, e altra nobiltà romana dal Quirinale al Vaticano, per fare nel giorno seguente, vigilia del Santo Natale, la memorabile, e sacra cerimonia de l’aprire la Porta Santa.
Lunedì matina a l’alba, 24 di decembre, giorno de la vigilia del Santo Natale 1674 si ritrovarono per ordine di Sua Beatitudine serrate tutte le Porte de le sudette Basiliche… Giunse il Pontefice dentro il portico della medesima Basilica [Vaticana], ove erano alzati molti palchi vagamente ornati, e in particolare quello à l’incontro de la Porta Santa, preparato per la Maestà de la Regina di Svetia; un altro per la Serenissima Duchessa di Modana; e uno per le Prencipesse Nipoti di Nostro Signore…
Scarica l’articolo LE PIASTRE DEL GIUBILEO 1675 in formato PDF, Panorama Numismatico nr.314 di febbraio 2016,