Studi a articoli numismatici sulle monete e medaglie italiane medioevali e moderne. Le zecche delle città italiane, le monete e le medaglie italiane negli studi di Panorama Numismatico.
Sebbene da febbraio 2020 le tradizionali iniziative legate all’associativismo numismatico sono di fatto precluse, il Circolo Numismatico Patavino sino ad oggi è riuscito a fornire una sorta di continuità. Oltre a gestire in modo controllato e limitato taluni incontri nel periodo tra giugno e dicembre 2020, che hanno consentito l’incontro con alcuni soci, la partecipazione al convegno numismatico di Venezia e la consegna della medaglia realizzata per Padova 2020 Capitale Europea del Volontariato, ha cercato di realizzare un programma 2021 alla luce dei possibili blocchi e colto l’opportunità per avventurarsi maggiormente nell’uso della tecnologia sperimentando le videoconferenze, stimolando e supportando i soci con tecniche e strumenti che molti hanno utilizzato per la prima volta.
È cosi che a marzo 2021 si è ufficialmente aperto il programma del 2021 con una videoconferenza dal titolo Caravaggio: le monete e l’artista, iniziativa dedicata alla ricorrenza dei 450 anni della nascita di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, che ha decisamente avuto un discreto seguito sia tra i soci e simpatizzanti legati alla nostra associazione che tra curiosi e appassionati.

Medaglia “Padova 2020 Capitale Europea della Cultura”, bronzo, Ø 60 mm, peso 164 g, autrice del bozzetto: Anna Berto, medaglista: Loredana Pancotto.
Nel 2021 cadranno altresì due importanti ricorrenze legate al territorio: i 1.600 anni dalla fondazione di Venezia, convenzionalmente definita il 25 marzo del 421 e, per ciò che riguarda più specificamente l’ambito numismatico, la ricorrenza dei 500 anni dalla coniazione della prima osella, una delle monete più belle e significative della Serenissima.
Le attuali condizioni non consentono ancora di programmare una iniziativa che permetta di potersi incontrare per una degna celebrazione ma il Circolo ha deciso di non attendere oltre e attivare il programma dal titolo L’Osella Veneziana, 500 anni dopo, iniziando con una videoconferenza.
Al momento tre sono gli appuntamenti programmati dove ripercorrere le oselle più significative delle 275 coniate ininterrottamente dal 1521 al 1796. La prima conferenza, che si terrà il prossimo 12 maggio alle ore 21.00, è dedicata al periodo che intercorre tra il 1521 (Antonio Grimani) e il 1595 (Pasquale Cicogna). Le date delle successive conferenze verranno annunciate sul sito www.padovanumismatica.it
Per prenotazione inviare una e-mail a: segreteria@padovanumismatica.it
Per il Circolo Numismatico Patavino, che nel 2021 compie 55 anni di attività, è una dimostrazione di come sia ancora vivo l’impegno a mantenere la divulgazione della tradizione numismatica sul territorio.
Per informazioni: www.padovanumismatica.it
da Panorama Numismatico n. 222, ottobre 2007
Due imitazioni piemontesi di pignatelle della zecca di Aix-en-Provence
di Francesco Pastrone
I legami fra il Piemonte, e in particolare la Provincia di Asti, e la Provenza angioina sono ben noti. Una parte del Piemonte, quello occitano con capitale Cuneo, è appartenuto agli Angioini dal 1307 al 1381-82.
Più tardi, è la casa d’Orléans a regnare ad Asti: Carlo d’Orléans (1408-1422 e poi 1447-1465) poi Luigi, prima come duca (1465-1498), poi come re di Francia (1498-1515) e Francesco I che gli successe, fino nel 1529. Sappiamo che nella seconda metà del sec. XVI, le monete di mistura francesi (grosso di Nesle, dozzeni e liards) sono stati abbondantemente imitate e contraffatte in Piemonte specialmente nelle zecche di Desana, Frinco e Passerano. In modo particolare il grosso di Nesle o doppio soldo parisii, dettò pignatella dal nome del primo maestro incisore che l’ha coniata, è stato imitato a Passerano, dai conti Radicati, sia anonimamente (1581-98) sia a nome di Ercole Radicati (1585-1587). Per quanto riguarda le pignatelle di Passerano, la descrizione più precisa e minuziosa è ancora quella di Morel-Fatio che per primo pubblicò
queste monete. […]
di Realino Santone
I GIGLIATI DI RE ROBERTO CON SIMBOLI
UN ESEMPLARE INEDITO

D/ + ROBERT DEI GRA IERL ET SICL [.] Il re coronato seduto frontalmente tra due protomi di leoni con scettro e globo cruigero, sul lato destro cerchietto. R/ + HONOR . REGIS IUDICIU . DILGIT. Croce gigliata cantonata da quattro gigli. Argento, 3,69 grammi. Di estrema rarità.
Il gigliato (o carlino o, in seguito, robertino), è una moneta in argento che venne introdotta sotto re Carlo II d’Angiò (1285-1309), dal valore di dieci grana e peso di 4 grammi.
Con re Roberto d’Angiò (1309-1343), figlio di Carlo II, queste monete ebbero un notevole successo in Italia e nel Mediterraneo anche grazie agli scambi commerciali e venivano tosate e imitate da altre zecche. Per ovviare al problema, nella zecca di Napoli si decise di apporre dei simboli sul dritto della moneta “a garanzia del giusto peso”.
Sono noti i simboli: ghianda, giglio, mano che porge fiore, sperone, sperone e N, sperone/sperone, globetto, tre cerchietti in verticale, cerchietto a sinistra.
L’interessante esemplare qui riportato, che presenta al dritto un cerchietto sul lato destro di fronte al leone, non mi risulta censito sui principali testi consultati.
L’immagine è tratta dall’asta n. 7 di Numismatica Picena, che si ringrazia.
di Roberto Costanzo
DUE MONETE NAPOLETANE DA MEZZO DUCATO CHE PRESENTANO VARIANTI NELLE LEGENDE.
La recente asta Nomisma (asta 12 e-live) ha offerto due pezzi napoletani da mezzo ducato di Filippo II (1554-1598), entrambi coniati nel 1575 ma differenti l’uno dell’altro.
Il primo (lotto 2458) reca al dritto la data scritta in maniera “retrograda”, preceduta dalla nota sigla “vp” (vp è leggibile, invece, da sinistra a destra). Inoltre, al rovescio, lo scudo ha la foggia “a mandorla” o “a cuore”, propria – dato interessante – dei rarissimi pezzi da mezzo ducato 1573 (PR 16) e 1571 (PR 23). (altro…)
di Mario Veronesi
Grazie alla cortesia di alcuni appassionati collezionisti d’oltralpe, posso qui presentare due monete inedite e una moneta rara e dimenticata prodotte dalle zecche di Frinco e di Passerano.

Version française disponible ci-dessous
Le zecche piemontesi di Frinco, Desana, Passerano, Casale, con altre di area lombarda (Castiglione, Gazoldo, Pomponesco, etc.), furono luogo di produzione di numerose e variegate imitazioni di monete sia italiane che straniere. Alcuni dei tipi monetari più frequentemente presi di mira furono i liards emessi nel regno francese, nel delfinato e in diversi feudi signorili francesi. La produzione di monete simili agli originali ma calanti nel valore intrinseco veniva normalmente commissionata da commercianti e speculatori che si accordavano con gli zecchieri per queste produzioni, pagavano con monete in argento da destinare alla fusione e si occupavano della distribuzione nei territori in cui si potevano confondere con gli originali di riferimento. Considerati i rischi che questi commercianti correvano, i loro guadagni erano ingenti, pari a circa il 50% del valore nominale della moneta. Per meglio comprendere le dinamiche di questi eventi può essere utile la lettura di quanto riportato da C. Gazzera sul resoconto di un’inchiesta sulla gestione della zecca di Desana e, in particolare, dall’interrogatorio di Annibale Rizzo, inserviente impiegato per sette mesi in quella zecca (Memorie storiche dei Tizzoni conti di Desana, 1892, pp. 219-220).