Studi a articoli numismatici sulle monete e medaglie italiane medioevali e moderne. Le zecche delle città italiane, le monete e le medaglie italiane negli studi di Panorama Numismatico.
di Nicolò Pirera – da Panorama Numismatico nr.245/novembre 2009
UN ATTENTO E SCRUPOLOSO ESAME DELLE MONETE DA 120 GRANA CONIATE A NAPOLI A NOME DI GIUSEPPE NAPOLEONE.
Il trattato di Parigi del 21 settembre 1805 ebbe per firmatari i rappresentanti dell’Impero Francese e del Regno di Napoli e sancì svariati obblighi per Ferdinando IV. Il sovrano di casa Borbone si impegnava formalmente a mantenere la neutralità nella guerra in corso (terza coalizione continentale e nona campagna contro l’Austria) senza conferire alcun comando ad ufficiali russi, austriaci ed appartenenti ad alcuna delle fazioni belligeranti e di non concedere asilo a profughi francesi.
di Lorenzo Bellesia – da Panorama Numismatico, nr. 251/maggio 2010
UNA MONETA ANONIMA MEDIEVALE E’ STATA ATTRIBUITA A MODENA. E’ PROPRIO COSI’? E POI… E’ DAVVERO UN DENARO COME SCRIVE IL CNI?
Tra le monete medievali di Modena ad un attento esame una risulta di particolare interesse. Eccone la descrizione:
di Sandrino Bruno – da Panorama Numismatico nr.250/Aprile 2010
NELLO STEMMA DELLA FAMIGLIA SPINOLA C’E’ UN MISTERO CHE UNA ATTENTA OSSERVAZIONE DELLE MONETE ORA HA RISOLTO!
Nel catalogo n. 55 dell’asta Varesi di Pavia dell’8 e 9 aprile 2010 ho notato con grande meraviglia un importante nucleo di monete degli Spinola. Per me, piccolo collezionista e studioso delle monete coniate a Tassarolo, questa è stata una bella occasione per poter ammirare dal vero degli autentici pezzi rari nonché poter confrontare e cercare eventuali difetti, errori o varianti proprio in questi tipi di conio (come è successo con il luigino del 1658 con la scritta PALLAT anziché PALAT di cui ho già scritto precedentemente1).
di Lorenzo Bellesia – da Panorama Numismatico nr.248/Febbraio 2010
SONO ELENCATE TUTTE LE VARIANTI DEL TESTONE DI PAPA ALESSANDRO VII CON L’ASSEGNAZIONE DEL GRADO DI RARITA’.
La monetazione romana di Alessandro VII, pontefice dal 1655 al 1667, non è molto ricca ma è estremamente curata sotto il profilo tecnico ed artistico. Una caratteristica importante è la quasi totale mancanza di millesimi e di anni di pontificato. Che si sia trattato di una scelta consapevole lo si deduce dal fatto che del predecessore di Alessandro, Innocenzo X, quasi tutte le monete sono datate mentre per quelle di Alessandro l’unica moneta è un giulio del primo anno di pontificato. E’ evidente che dopo l’emissione di questo giulio sia stato stabilito che in futuro nessuna moneta avrebbe dovuto essere datata. L’indicazione del millesimo tornerà già col successore Clemente IX mentre l’indicazione dell’anno di pontificato tornerà con Clemente X.
di Lorenzo Bellesia – da Panorama Numismatico nr.244/Ottobre 2009
NON SENTESI OGGIDI’ PARLARE IN QUESTA CITTA’ CHE DI TRENTA SOLDI
Quando si battevano in grandi quantita’ monete calanti e di scarso valore si creavano problemi non solo nello stato emittente ma anche in quelli vicini. Ecco cosa accadde a Piacenza alla fine del Settecento.
Premessa
Il Regno di Sardegna alla fine del Settecento, specie dopo lo scoppio della guerra con la Francia nel 1792, affrontò gravissimi problemi finanziari per i quali si cercò di provvedere battendo moneta svilita e stampando una gran quantità di biglietti.
La zecca di Torino fu autorizzata nel 1793 a battere L. 4.700.000 in pezzi da 7 soldi e mezzo e L. 300.000 in pezzi da 2 soldi e mezzo. Queste monete avevano le caratteristiche già stabilite nella riforma del 1755, cioè i 7 soldi e mezzo al titolo di 3 denari e 6 (270,83 millesimi) ed al taglio di 52 al marco (4,73 grammi) ed i 2 soldi e mezzo al titolo di 2 denari (166,67 millesimi) ed al taglio di 96 al marco (2,56 grammi).