Studi a articoli numismatici sulle monete e medaglie italiane medioevali e moderne. Le zecche delle città italiane, le monete e le medaglie italiane negli studi di Panorama Numismatico.
UNA MONETA INEDITA DI PASSERANO, UNA ANONIMA DI ATTRIBUZIONE INCERTA MA CERTAMENTE PIEMONTESE, UNA RARISSIMA CONTRAFFAZIONE BATTUTA IN SVIZZERA DEL BIANCO BOLOGNESE DI PIO V, UNO STRANO MARCHESANO DI FERRARA.
di Lorenzo Bellesia
Grazie alla cortesia di due lettori vorrei segnalare alcune interessanti monete. La prima di queste è una interessantissima contraffazione della zecca di Passerano così descritta:
D/ … AI … RO …
Due stemmi affiancati tra i quali, in basso, globetto
R/ … NOVA · PAS …
Aquila di fronte ad ali spiegate
CU – h 2 – g 1,20
Purtroppo del diritto si intravedono solo alcune lettere mentre al rovescio le lettere PAS non lasciano dubbi sull’assegnazione della moneta a Passerano. La moneta non è descritta né dal CNI né dal recente lavoro di Elio Biaggi.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.258, gennaio 2011
I BANDI E LE TARIFFE MONETARIE SONO SEMPRE FONDAMENTALI PER COMPRENDERE I SISTEMI MONETARI ED I RAPPORTI DI VALORE TRA LE DIVERSE MONETE.
di Lorenzo Bellesia
Il bando del 21 febbraio 1554
Un bando bolognese del 21 febbraio 1554 poi reiterato il 23 successivo riguardante sesini e quattrini forestieri ben descrive e tariffa il circolante delle città emiliane vicine cioè Mirandola, Modena, Parma, Reggio Emilia e Massa Lombarda. Eccone il testo: Hora che in tutto cessano le cause, & rispetti per li quali si è tollerato, che li quattrini, sesini & altre monete forestiere si siano spesi fin qui contra la forma delle provisioni sopra ciò fatte, & publicate per il passato, il Reverendiss. Mons. S. Hieronimo Sauli Digniss. Arcivescovo de Genua & meritiss. Vicelegato della Città di Bologna, di consenso & volontà delli Magnifici & Excelsi Sig. li Sig. Antiani Consoli & Confaloniero di Giustitia, del popolo & comune della Città di Bologna & delli Illustri Sig. Quaranta Reformatori del istato della Libertà de detta Città, di novo a beneficio universale & particolare del popolo di quella, Ordina & espressamente comanda che li sesini tutti indiferentemente forestieri & battuti fuori di Bologna.

Ritratto del Principe Siro all'età di 19 anni quando era ancora un conte e non principe come indicato nella scritta della parte superiore.
di Lorenzo Bellesia
In Cronaca Numismatica di luglio (del 2003 NdR) Demofilo parla di una curiosa moneta di Correggio di cui sarebbe stata male interpretata la leggenda del rovescio. Si tratta di un soldo (per il momento lasciamo questa definizione) che al diritto presenta la leggenda SYRVS AVSTRIAC CORR DNS con la testa del principe a destra ed al rovescio la leggenda SIGNAT GRATIOSA NOM con un cuore trafitto da quattro frecce.
Demofilo se la prende con Ravegnani Morosini che ha riportato una traduzione della leggenda del rovescio visibilmente sbagliata: la graziosa moneta indica (GRATIOSA NOMismata SIGNAT) il dolore per le accuse (sottinteso). In realtà, osserva Demofilo, NOMISMATA è complemento oggetto, il soggetto è Siro il quale CONIA GRAZIOSE MONETE, ossia monete che godono credito. E’ una chiara risposta alle accuse mossegli di contraffare le monete. E’ questa l’interpretazione giusta, riportata in alternativa da Ravegnani Morosini e già indicata correttamente da Bigi.
Detta così perentoriamente quest’interpretazione non lascerebbe adito a dubbi ma, esaminando bene la faccenda, il senso sembra molto stiracchiato. Andiamo comunque con ordine partendo da Quirino Bigi che nel 1870 descrisse questo pezzo al n.86 come monetuccia di rame, del valore di un sodo che sarebbe stata battuta con riferimento all’accusa rinnovatasi dalla Corte Imperiale nel 1629 contro il Principe Siro per l’adulterazione delle monete. Non ci fu nessun commento ulteriore nel CNI dove fu supinamente accettata la definizione di soldo.
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Fig. 1 Scudo 1797 in argento (29,0 g) emesso dal Governo Popolare di Bologna (1796-1797). La bella moneta presenta al rovescio l'immagine della Madonna col Bambino sulle nubi soprastanti la città: le mura sono orizzontali e la torre Garisenda è a sinistra della torre degli Asinelli (collezione dell'Autore)
TRA LE TANTE IMMAGINI DELLA MADONNA CHE SI POSSONO OSSERVARE NELLA MONETAZIONE ITALIANA UN POSTO DI RILIEVO MERITA SICURAMENTE LA MADONNA DI SAN LUCA DI BOLOGNA.
di Gianni Graziosi
Tra le numerose emissioni della zecca di Bologna esistono carlini, mezze lire, mezzi scudi, scudi che riportano, al verso, l’immagine della Vergine con il bambino. Questa immagine viene identificata nella Madonna di san Luca che, nella città di Bologna, è oggetto di una forte devozione popolare. La moneta più rappresentativa è certamente lo scudo in argento da 10 paoli (cento bolognini) sia per l’aspetto iconografico che per il momento storico in cui fu emessa: venne battuta dal governo popolare di Bologna (1796-1797). La bella moneta (fig. 1) presenta al dritto lo stemma della città e, dall’altro lato, la figura della madre di Gesù. Prima di illustrare le monete bolognesi con la raffigurazione della Vergine è opportuno fornire alcune notizie sulla tavola della Madonna con il Bambino, detta di san Luca, che è conservata nell’omonimo santuario sul colle della Guardia a Bologna. (altro…)
di Costanzo Roberto
POTREBBE SEMBRARE UNA SEMPLICE VARIANTE MA IN REALTÀ È UNA NUOVA TIPOLOGIA USCITA DALLA ZECCA DI MESSINA A NOME DI FILIPPO II.
Presentiamo un pezzo da 4 tarì del peso di 10,7 grammi recante la data 1556, le iniziali T-P dello zecchiere Tommaso Paulillo (attivo dal 1556 al 1563) e i tipi, sia al diritto che al rovescio, come riportati nella bella e fondamentale opera dello Spahr ai numeri 13 – 43.
La moneta presenta però alcune varianti significative rispetto alle monete descritte nello Spahr:
a) nel campo del diritto, dietro la testa del sovrano, campeggia un 4, chiaramente coniato e non sovraimpresso successivamente, assente nei tipi Spahr 13–43.
b) l’effigie di Filippo II con testa grande, identica a quella dei tipi Spahr 13-43 è inscritta in un doppio cerchio lineare e non interrompe la leggenda.