Studi a articoli numismatici sulle monete e medaglie italiane medioevali e moderne. Le zecche delle città italiane, le monete e le medaglie italiane negli studi di Panorama Numismatico.

Zecca dell’Aquila (?) coronato. Maestro di zecca: Mirabal con sigla su dritto e rovescio. Fonte: Nomisma 50, lotto n. 154.
di Simonluca Perfetto
ALCUNE MONETE RAFFIGURANTI L’INCORONAZIONE DI FERDINANDO I D’ARAGONA FURONO PROBABILMENTE CONIATE IN UNA DELLE ZECCHE ABRUZZESI, COME POSSONO DIMOSTRARE LE SIGLE APPOSTE SULLE STESSE E LA RECENTE DOCUMENTAZIONE
Molto recentemente su questa rivista è apparso un articolo dalle premesse particolarmente interessanti1, attinenti la presentazione di un coronato. In merito alla disamina delle fonti note sul tipo di sigla che connota tale moneta, ovvero in relazione all’assenza di essa sigla, si possono aggiungere importanti osservazioni.
- Mi riferisco a F. Di Rauso, Un coronato inedito di Ferdinando I d’Aragona e sulla classificazione dei primi coronati della zecca di Napoli, in «Panorama Numismatico», 9/2014, pp. 13-18. Vedi anche versione online ↩
di Realino Santone
LA CITTADINA ADRIATICA BATTE MONETE NEL CORSO DEL XV SECOLO, TRA LE QUALI IL RARISSIMO DENARO DI RENATO D’ANGIÒ.
La cittadina di Ortona in provincia di Chieti, anticamente chiamata da Strabone Horton Epineion, fu il porto della popolazione Frentana. Della storia antica sappiamo poco, ma ritrovamenti di ceramica di impasto e vasi in stile appenninico rinvenuti nella zona del castello, sono riferibili tra la media età del bronzo e gli inizi dell’età del ferro.
Pochissime le testimonianze dell’epoca romana; con la caduta dell’Impero romano passò sotto la dominazione bizantina, seguirono Longobardi e Franchi che la conquistarono nell’anno 803.
Nel secolo XI è governata dagli Attoni di Chieti, nel 1076 si svolse tra i fiumi Sangro e Moro la battaglia tra Normanni e Trasmondo III degli Attoni , con la vittoria dei Normanni.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.298 – Settembre 2014

Napoli (1459-1460), coronato da 11 grana, argento, Ø mm 27, gr. 3,93, maestro di conio: Antonio Miroballis. D/ CORONATVS : QUIA : LEGITIME : CERTAVIT +. Il re Ferdinando I d’Aragona con scettro e globo crucigero nell’atto di essere incoronato dal cardinale Orsini; in basso a destra: M. R/ FERDINANDVS : D : G : R : SICILIE : IER : VN +. Croce potenziata; in basso: M. CNI manca; P.R. manca. Collezione privata.
di Francesco Di Rauso
CONIATI TRA 1459 E 1472, ALCUNI CORONATI DELL’INCORONAZIONE ED UNZIONE PORTANO SIGLE SIA SUL DRITTO CHE SUL ROVESCIO, PARTICOLARITÀ MAI NOTATA IN PRECEDENZA
Coronatus quia legitime certavit, “Incoronato perchè combatté legittimamente”. Questa la frase protagonista del dritto dei primi coronati battuti a Napoli durante il lungo regno di Ferdinando I d’Aragona (1458-1494), un messaggio dal profondo significato politico che rafforzò, come vedremo di seguito, l’immagine del giovane sovrano passato alla storia come uomo dall’indole spietata e vendicativa, principe indiscusso del ‘400 napoletano, amante delle arti, stratega militare, figlio illegittimo e prediletto del re Alfonso V d’Aragona (I per Napoli).
L’inizio del suo lungo regno fu contrassegnato da una serie di difficoltà politiche e militari: appena salito al trono subì un grave affronto dal pontefice Callisto III il quale non lo riconobbe re di Napoli; dovette inoltre fronteggiare una serie di attacchi da parte di Giovanni d’Angiò (duca titolare di Calabria), pretendente al trono di Napoli e figlio di Renato d’Angiò, ex sovrano di Napoli detronizzato da Alfonso d’Aragona nel 1442. Alcuni nobili del regno, senza scrupoli, ritennero molto più conveniente allearsi con l’angioino, le ostilità sfociarono in una cruenta guerra che vide da un lato il re di Napoli in difesa dei propri diritti e dall’altro il figlio di un re deposto deciso a riprendersi ciò che venne tolto al padre.
Segue: l’articolo di copertina del numero di settembre (a. XXXI, n. 298) di Panorama Numismatico, dedicato al Convegno Numismatico Partenopeo che si terrà a Napoli dal 26 al 28 settembre é disponibile qui in formato pdf.
di Luciano Giannoni
LA DESCRIZIONE DI ALCUNE MONETE PIOMBINESI DELLA COLLEZIONE GNECCHI, MESSE IN VENDITA A FRANCOFORTE NEL 1902, NON CONSENTE UNA LORO FACILE IDENTIFICAZIONE. IL CONFRONTO CON CONIAZIONI PASSATE RECENTEMENTE IN ASTA PUÒ VENIRE IN AIUTO.
Nel corso delle mie ricerche sulla monetazione piombinese, ne ho verificato la presenza in raccolte pubbliche e private (per lo meno in quelle a me note) e nei listini d’asta. Devo sottolineare, a questo proposito, che se si escludono quelli, non frequentissimi, in cui sono presenti monete piombinesi in rame o mistura e grossi in argento di Jacopo VII Appiani, ne ho trovati solo tre con la presenza di monete in oro o argento coniate dai due Ludovisi.
Un primo catalogo, oggetto di questa nota, poneva in vendita, tra le altre, un rarissimo zecchino di G.B. Ludovisi; un secondo catalogo, del 1960, offriva una doppia – altrettanto rara – sempre di Giovan Battista Ludovisi ed un terzo, un mezzo giulio di Niccolò.
Il listino del 1902 (fig. 1) è sicuramente il più interessante. Infatti, oltre a presentare diverse monete piombinesi, contiene alcune stranezze che hanno stimolato immediatamente la mia attenzione.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.297 – Luglio/Agosto 2014

Fig. 1(ingr.): presumibile anno 1568? Quattrino in rame a grafia CIBO ma a titolo di principe I. CNI manca; Bellesia manca, sconosciuta a grafia CIBO D/ . ALBERI . CIBO . M . M . P . I . (. alberico.cibo.malaspina.massa.principe.I)
di Pier Alessandro Boni
LO STUDIO DI ALCUNI QUATTRINI FATTI CONIARE DAL MARCHESE ALBERICO I CYBO SUI QUALI COMPAIONO ISCRIZIONI FINORA MAI RESE NOTE.
Fino all’asta Artemide XXXV dell’11 luglio 2012, seguendo il completo libro di Lorenzo Bellesia, Le monete di Massa di Lunigiana pubblicato nel 2008, le coniazioni battute dal marchese Alberico I Cybo Malaspina, successivamente elevato al rango di principe, erano prese in esame solo per tre periodi e tre diverse iscrizioni, le prime due con il titolo di marchese III mentre il terzo era con il titolo di principe I e più esattamente: