Monete italiane contemporanee: studi e articoli sulle monete della Repubblica Italiana.
di Eros Marchetti
Col Regio Decreto 31 maggio 1918 e sui modelli dell’incisore Attilio Motti vennero coniati talleri per gli scambi commerciali interni della Colonia Eritrea.
La coniazione era libera e si effettuava, anche su richiesta di privati, in argento 835 millesimi, grammi 28,07 di peso e 40 millimetri di diametro.
Le previsioni erano di coniarne in grandissima quantità; invece questa moneta ebbe poco successo, poiché agli Eritrei era molto più gradito il tallero di Maria Teresa. Per questo motivo ne venne sospesa la coniazione dopo soli 510.000 pezzi e successivamente – a seguito all’accordo con l’Austria del 1935 – si iniziò a coniare talleri di Maria Teresa quasi del tutto simili agli Austriaci.
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20 lire 1902 ancoretta, ex Numismatica Felsinea, asta 1 del 25/1/2015, lotto 1240, FDC. Stima euro 32.000, aggiudicazione euro 33.000.
di Alberto Castellotti
LE MONETE ITALIANE CONIATE CON L’ORO DELL’ERITREA E QUELLE SVIZZERE CONIATE CON L’ORO DI GONDO.
Come ben sanno i decimalisti che racccogliendo, a guisa di industriose api, le monete del Regno d’Italia e le loro consorelle degli antichi stati si cimentano a memorizzarne i tipi e le date e a sciorinarle come sono soliti fare i tifosi di calcio con le formazioni delle squadre, fra le tante, se non troppe, emissioni dell’ultimo re Vittorio Emanuele III (certamente più attivo e attento alla numismatica che non agli affari di stato) vi è un gruppo di “marenghi” da 20 lire d’oro con data 1902, che presentano al diritto, sotto il mento del re, il contrassegno di una piccola ancora. L’immagine di questo attrezzo, di fondamentale importanza per la navigazione, ci avverte che si tratta di esemplari battuti impiegando l’oro estratto dalle miniere della colonia d’oltremare Eritrea, etimologia riferita al Mar Rosso (dal greco erytraios, “rosso”), mare che la lambisce.
di Lorenzo Bellesia
CHE COSA RAPPRESENTANO LE COSIDDETTE CIFRE RIBATTUTE NEI MARENGHI DI UMBERTO I? ERRORI DI ZECCA O DELIBERATI METODI DI IDENTIFICAZIONE?
È soltanto negli ultimi anni che i cataloghi d’asta hanno via via segnalato la presenza di particolari forme di ribattitura nei numeri che compongono il millesimo di alcuni marenghi di Umberto I. Il fenomeno è molto particolare e concentrato soltanto sui marenghi, mancando del tutto negli altri nominali in qualunque metallo, né si nota per quelli precedenti di Vittorio Emanuele II o per quelli successivi di Vittorio Emanuele III.
Scarica articolo completo Monete di Umberto I ribattute in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.342, settembre 2018
Agli appassionati del settore segnaliamo quel che sembra proprio essere un progetto per una nuova moneta da 200 lire battuto in un acciaio speciale.
Eccone la descrizione:
D/ ACCIAI · SPECIALI · INOX // PER · MONETE
Stambecco stante a sinistra, sullo sfondo i monti e altri stambecchiR/ Stella alpina, a sinistra, 1974, a destra, 200
Bordo lisciog 3,80 – Ø 22,6
ALCUNI ESEMPLARI DEL TARÌ DA 10 GRANA FURONO BATTUTI CON UN ERRORE DI NOMINALE. AD OGGI SE NE SONO RINTRACCIATI SEI, CHE HANNO DATO VITA A UNA TIPOLOGIA “INATTESA”.
Il “tarì da 10 grana” rappresenta una particolare varietà nella quale l’errore di punzonatura della cifra “10” in luogo di “20” produsse un tondello che per diametro e peso risultava pienamente conforme ad un tarì (sebbene il nominale lo vorrebbe relegato tra i carlini). La moneta è nota sul mercato da alcuni anni (dal 1962 per la precisione) ed è classificata in Pannuti Riccio, 133a e in Pagani, 273c (si veda in Bibliografia) oltre che sui vari cataloghi commerciali dei giorni nostri. Tale circostanza creò nella monetazione di Ferdinando II di Borbone una tipologia inedita o, per meglio dire, inattesa.
Segue: Il tarì dimezzato nella zecca di Napoli articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.298
*Si ringrazia Francesco Di Rauso per la gentile collaborazione.