Articoli e studi sulle monete estere e sulle zecche di tutto il mondo, world coins.
GRAZIE A NOTIZIE DI PRIMA MANO OTTENUTE A SAN PIETROBURGO VENGONO RIVISTE LA TIRATURE E LA RARITA’ DI UNA FAMOSA MONETA RUSSA DI FINE OTTOCENTO
Due sono i parametri che determinano il valore di una moneta: la qualità, intesa come grado di conservazione, e la tiratura. Quest’ultima però non è un valore assoluto poiché ci sono casi di monete coniate in numero relativamente alto di pezzi ma di rara apparizione e difficile reperimento sul mercato numismatico.
Di converso ci sono monete a bassa tiratura ma che compaiono spesso nelle aste numismatiche come ad esempio il 5 lire coniato da Vittorio Emanuele III nel 1911 in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia.
di Elio Concetti – da Panorama Numismatico nr.235, luglio/agosto 2010
CARLO MAGNO INTRODUSSE IL DENARO D’ARGENTO, UNA MONETA CHE SARA’ ALLA BASE DI TUTTI I SISTEMI MONETARI EUROPEI E PARTICOLARMENTE ITALIANI.
Con qualche delusione, con non pochi mugugni, tante imprecazioni, ma con molte speranze: così noi italiani abbiamo accolto l’ euro ovvero la tanto sospirata moneta unica europea che oggi circola in quasi tutte le terre del vecchio continente dove ha soppiantato la moneta tradizionale.
Alla fine l’euro si è piazzato con prepotenza e con la pretesa di umiliare persino il dollaro. E’ accaduto. Per gli italiani sembra che non sia proprio la moneta ideale, per lo meno per coloro che hanno un reddito fisso e che sono costretti a fare quotidianamente la spesa.
di Giuseppe Carucci – anteprima da Panorama Numismatico nr.257/Dicembre 2010 di prossima uscita
Solitamente si sale al trono e ci si resta fino alla morte. Può anche accadere che il monarca venga spodestato da congiure o colpi di stato o che faccia rinuncia come Edoardo VIII di Gran Bretagna, ma essere re di uno stesso paese due volte di cui la seconda a distanza di molti anni è evento rarissimo e forse unico nella storia delle monarchie mondiali.
Eppure ciò è successo a Michele I, ultimo re di Romania.
Sciti, Celti, Illiri e Sarmati furono i primi popoli che si stabilirono nella regione chiamata, dai Greci, Dacia. Essa fu poi occupata definitivamente dall’imperatore Traiano agli inizi del II secolo. In seguito invasa da varie tribù germaniche, poi da slavi e parzialmente anche da ungheresi, la Romania cadde nel XVI secolo sotto il dominio turco e soltanto nel 1878 il congresso di Berlino riconobbe l’indipendenza dello stato rumeno che fu eretto a monarchia e affidato alla dinastia degli Hoenzollern – Sigmaringen (fig. 1).
di Giuseppe Carucci – da Panorama Numismatico nr.247/Gennaio 2010
SONO OTTO I NOMINALI BATTUTI DURANTE IL BREVE REGNO DI PIETRO II. VI SONO MOLTE VARIANTI ED ALCUNE CURIOSE IPOTESI SUI SUOI RITRATTI NELLE MONETE.
L’erede di Pietro I, lo zarevic Aleksej (fig. 1), giustiziato nel 1718 per alto tradimento, lasciò un figlio di nome Pietro avuto dal matrimonio con Sofia Carlotta Brunswick-Wolfenbuttel.
Aleksej assegnò al figlioletto Pietro due “educatori” i quali, quasi sempre ubriachi, davano da bere al piccolo del vino per addormentarlo e avere più tempo per dedicarsi alla loro occupazione principale che era appunto quella del bere.