Articoli e studi sulle monete estere e sulle zecche di tutto il mondo, world coins.
di Elio Concetti
Di Napoleone II, ovvero Napoleone Francesco Giuseppe Carlo Bonaparte, figlio di Napoleone I e di Maria Luisa, Arciduchessa d’Austria. si conoscono solamente prove da 1, 3, 5 e 10 centesimi in bronzo, inoltre da un quarto di franco, da mezzo franco da 1, 2 e 5 franchi in argento e in bronzo. E di quest’ultima anche in oro.
Tutte recano la data 1816 e l’indicazione “Essai”. Come si sa, queste sono prove per monete che non furono mai emesse in Francia sul cui trono allora erano ritornati i Borbone, già esuli al tempo della rivoluzione, della repubblica e dell’impero.
Sotto l’Impero di Napoleone Bonaparte, alle ore 9 del 20 marzo 1811, i parigini furono svegliati da 101 colpi di cannone e dal suono delle campane delle chiese che annunciavano la nascita dell’erede al trono imperiale che veniva alla luce già con il titolo di re di Roma.
Segue: articolo completo in formato PDF da Panorama Numismatico nr.104/gennaio 1997, articolo richiesto da un nostro lettore.
DUE RARISSIMI 100 PERPERA DI NICOLA I DEL MONTENEGRO CONIATI NEL 1910.
L’asta Nomisma n. 44 del 29 e 30 ottobre 2011 ha presentato, ai lotti 299 (fig. 1) e 300 (fig. 2), due pezzi d’oro di grande valore e rarità, vale a dire il 100 perpera, ambedue coniati a nome di Nicola I e con uguale millesimo, l’anno 1910. Le monete sono somiglianti ma non uguali; certo, in una il viso del sovrano è rivolto a destra e nell’altra a sinistra, in una sotto il collo del sovrano c’è un ramoscello d’ulivo mentre nell’altra compare la data 1860-1910 ma, a ben vedere, la differenza sostanziale risiede nelle leggende che stabiliscono il titolo del sovrano e la forma istituzionale dello stato. Ma perché nello stesso anno sorse la necessità di coniare lo stesso nominale in due varianti?

Fig. 1. Grande medaglia in argento coniata in occasione dell’incoronazione a Mosca. Opus Vazhenin. Al diritto teste accollate di Alessandro III e Maria Fiodorovna.
GRAZIE A NOTIZIE DI PRIMA MANO OTTENUTE A SAN PIETROBURGO VENGONO RIVISTE LA TIRATURE E LA RARITA’ DI UNA FAMOSA MONETA RUSSA DI FINE OTTOCENTO
Due sono i parametri che determinano il valore di una moneta: la qualità, intesa come grado di conservazione, e la tiratura. Quest’ultima però non è un valore assoluto poiché ci sono casi di monete coniate in numero relativamente alto di pezzi ma di rara apparizione e difficile reperimento sul mercato numismatico.
Di converso ci sono monete a bassa tiratura ma che compaiono spesso nelle aste numismatiche come ad esempio il 5 lire coniato da Vittorio Emanuele III nel 1911 in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia.
di Elio Concetti – da Panorama Numismatico nr.235, luglio/agosto 2010
CARLO MAGNO INTRODUSSE IL DENARO D’ARGENTO, UNA MONETA CHE SARA’ ALLA BASE DI TUTTI I SISTEMI MONETARI EUROPEI E PARTICOLARMENTE ITALIANI.
Con qualche delusione, con non pochi mugugni, tante imprecazioni, ma con molte speranze: così noi italiani abbiamo accolto l’ euro ovvero la tanto sospirata moneta unica europea che oggi circola in quasi tutte le terre del vecchio continente dove ha soppiantato la moneta tradizionale.
Alla fine l’euro si è piazzato con prepotenza e con la pretesa di umiliare persino il dollaro. E’ accaduto. Per gli italiani sembra che non sia proprio la moneta ideale, per lo meno per coloro che hanno un reddito fisso e che sono costretti a fare quotidianamente la spesa.
di Giuseppe Carucci – anteprima da Panorama Numismatico nr.257/Dicembre 2010 di prossima uscita
Solitamente si sale al trono e ci si resta fino alla morte. Può anche accadere che il monarca venga spodestato da congiure o colpi di stato o che faccia rinuncia come Edoardo VIII di Gran Bretagna, ma essere re di uno stesso paese due volte di cui la seconda a distanza di molti anni è evento rarissimo e forse unico nella storia delle monarchie mondiali.
Eppure ciò è successo a Michele I, ultimo re di Romania.
Sciti, Celti, Illiri e Sarmati furono i primi popoli che si stabilirono nella regione chiamata, dai Greci, Dacia. Essa fu poi occupata definitivamente dall’imperatore Traiano agli inizi del II secolo. In seguito invasa da varie tribù germaniche, poi da slavi e parzialmente anche da ungheresi, la Romania cadde nel XVI secolo sotto il dominio turco e soltanto nel 1878 il congresso di Berlino riconobbe l’indipendenza dello stato rumeno che fu eretto a monarchia e affidato alla dinastia degli Hoenzollern – Sigmaringen (fig. 1).