Articoli e studi sulle monete estere e sulle zecche di tutto il mondo, world coins.
di Maurizio Carsetti
È QUELLO CHE I CONFEDERATE STATES OF AMERICA, I SUDISTI DELLA GUERRA CIVILE AMERICANA, CONIARONO, IN SOLI QUATTRO ESEMPLARI, PER POI RENDERSI CONTO CHE TROPPI ERANO I PROBLEMI PER POTER GARANTIRE UNA PRODUZIONE ADEGUATA ALLA CIRCOLAZIONE. MA L’ONORE, ALMENO QUELLO, ERA SALVO… ANCHE IL VECCHIO SUD AVEVA AVUTO LA SUA MONETA.
A non essere salvi, oggi, sono i portafogli dei collezionisti, che se volessero togliersi lo sfizio di mettere una di queste quattro monete in collezione, dovrebbero prepararsi a sborsare oltre 800.000 dollari: tale è stato il realizzo dell’ultima apparizione in asta di un mezzo dollaro Confederato, nel gennaio 2015. Con questa cifra, però, non si entrerebbe in possesso di una semplice moneta, poiché, come scriveva il collezionista L.L. Wilson nel 1915, questo tondello d’argento rappresenta L’unica testimonianza numismatica di una nazione di nove milioni di abitanti, che ha mantenuto un’esistenza precaria per lo spazio di quasi quattro anni e mezzo. Ben poche monete, oggi, possono classificarsi di pari interesse di questo mezzo dollaro, con il suo autorevole dritto degli Stati Uniti, e lo stemma degli Stati Confederati al rovescio. Una tale combinazione, unica nelle emissioni ufficiali di due grandi potenze nemiche, probabilmente non ha un altro parallelo nella storia.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.319 – luglio e agosto 2016
di Giuseppe Carucci
NELLA UNIONE SOVIETICA GIÀ COSTITUITA FURONO EMESSE MONETE D’ORO CHE SAPEVANO ANCORA DI ANCIENT RÉGIME E CHE, ANACRONISTICAMENTE, VENNERO RICONIATE A PARTIRE DAL 1975.
Con tutti gli zar di Russia furono coniate monete d’oro destinate alla normale circolazione. Esse ebbero il nome di cervonetz, rubli e rusi, anche se questi ultimi rimasero a livello di prove e progetti con data 1895.
Sembrò che l’era delle monete auree destinate alla regolare circolazione potesse rivivere anche dopo la caduta della monarchia russa, ma non fu così. Ad ogni modo, nel 1923, ad Unione Sovietica già costituita, oltre alla nuove monete d’argento da 10, 15, 20, 50 copechi e rublo, si decise di coniare una moneta d’oro con il nome di “cervonetz”, corrispondente a 10 rubli. Si era in un periodo storico di grandi cambiamenti, molti basati su utopie ideologiche ugualmente grandi. Tutto ciò che sapeva di vecchio regime veniva guardato con sospetto e, quando si dovette decidere che nome dare alle nuove banconote sovietiche, si optò per il termine di cervonetz, nome di alcune monete d’oro dei primi imperatori del Settecento, corrispondente allora al ducato, quindi del peso di 3,50 grammi circa.
Sul finire del 1918 i bolscevichi tedeschi tentarono invano di prendere il potere. Migliaia di città, anche assai piccole, emisero graziosi biglietti di necessità per far fronte alla mancanza di moneta divisionale. Una collezione piacevole e interessante alla portata di tutti. Una sola emissione, assai rara, da parte degli insorti comunisti nella cittadina di Ebstorf, vicino ad Amburgo, dove era iniziata la rivolta dei marinai.
La Germania tra la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della grande inflazione, durante la repubblica di Weimar, fu invasa da un fiume di emissioni cartacee locali che rappresenta una delle pagine più curiose della storia monetaria, almeno recente. Non solo le grandi città ma, praticamente, tutti i villaggi, anche di poche migliaia di abitanti, stamparono moneta cartacea. Il motivo iniziale fu la mancanza di metallo, inghiottito dalle crescenti necessità belliche. Il blocco navale imposto dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti aveva di fatto impedito i rifornimenti di materie prime alla Germania del Kaiser; ringhiere, cancelli, posate e ogni altro tipo di metallo, compreso, quello per battere moneta, era stato sacrificato alla macchina bellica. Faceva eccezione l’argento, che non serviva a scopi militari, per cui fino alla fine della guerra fu utilizzato per coniare i divisionali da 50 pfennig. Il ricorso alla moneta di necessità fu poi reso indispensabile quando i prezzi cominciarono a salire e il potere di acquisto dei pezzi da 1 marco o di ½ marco si ridusse sempre di più.
Scarica l’articolo completo in formato pdf, tratto da Panorama Numismatico nr.317, maggio 2016
LA VOLONTÀ DEGLI ZAR RUSSI DI AVERE UNO SBOCCO SUL MAR BALTICO PORTÒ A LUNGHE GUERRE SIN DAI TEMPI DI PIETRO IL GRANDE. IN QUESTA REGIONE VENNERO CONIATE MONETE PER POTER COMMERCIARE CON LA POPOLAZIONE LOCALE.
San Pietroburgo è sul mar Baltico. Più a sud, tra la Lituania e la Polonia, c’è un’enclave russa con capitale Kaliningrado, corrispondente alla regione della Prussia orientale. Questa regione divenne russa a seguito della Seconda guerra mondiale e la città si chiamava allora Königsberg, luogo natale del celebre filosofo Immanuel Kant.
Molte furono le guerre combattute dalla Russia, sin dai tempi di Pietro il Grande, per uno sbocco sul mar Baltico, per una finestra sull’Occidente. La finestra divenne stabile quando Pietro decise di far costruire, sulla foce del fiume Neva, la nuova capitale dell’Impero, San Pietroburgo.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 303 – febbraio 2015 (numero esaurito).

1 dala del 1883 delle Isole Hawaii (immagine pubblicata per gentile concessione di Superior Galleries, CoinFacts.com).
di Andrea Lucchi
Storia e monetazione – Brevi cenni storici
LA TRAVAGLIATA VICENDA DELLE EMISSIONI MONETARIE HAWAIANE, DIVENUTE OGGI RICERCATE RARITÀ NUMISMATICHE.
Le isole Hawaii sono divenute, a partire dal 1959, il cinquantesimo stato entrato a far parte degli Stati Uniti d’America. Tuttavia, forse in pochi sanno che sino al finire del XIX secolo erano una nazione indipendente con una propria casa regnante e una propria monetazione ricca di storia ed interesse.
Scoperte nel 1778 dall’esploratore britannico James Cook, le Hawaii furono da questi inizialmente denominate Isole Sandwich in onore del suo protettore lord Sandwich. Gli occidentali portarono malattie, quali la tubercolosi, e disordini politici nell’arcipelago, che contribuirono grandemente a decimare la popolazione indigena. Inizialmente separate in numerosi regni indipendenti, le isole furono progressivamente riunite dal re Kamehameha I detto “il Grande” (1758-1819) che, nel 1810, fondò ufficialmente il Regno delle Isole Hawaii, riuscendo peraltro a garantirne l’indipendenza formale dalle potenze straniere.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.302 – Gennaio 2015