Articoli e studi sulle monete estere e sulle zecche di tutto il mondo, world coins.
Per parlare di numismatica nella Russia moderna non si può prescindere da considerazioni storiche. Fondata nel 1922 da Vladimir Lenin, l’Urss ha dominato l’Europa orientale e l’Asia centrale per oltre 70 anni contrapponendosi al blocco Occidentale per gli oltre 40 anni della Guerra Fredda. La sua dissoluzione, avvenuta ufficialmente il 30 dicembre 1991, ebbe un impatto profondo sia sul Paese che sulla geopolitica mondiale. I nove anni che seguirono furono, per forza di cose, tormentati e problematici: la Russia soffriva ancora di una pesante burocrazia, di un apparato statale senza più alcun rapporto con la popolazione e di molti anacronismi, il che portò a una crisi politica che segnò il declino del potere del parlamento e il rafforzamento dei poteri del presidente e lasciò un’eredità giunta fino ad oggi.
Da tutto questo parte Giuseppe Carucci per la sua indagine numismatica sulla Russia moderna. Testimone in prima persona degli avvenimenti che segnarono il periodo dal 1975 al 2000, quando visse nel Paese euro-asiatico, questo volume intitolato La Russia post-soviet, storia e monete, chiude la trilogia dei lavori dedicati alla Russia. (altro…)
Le Terre del Tallero, di Giuseppe Carucci è un libro affascinante che esplora la storia e l’importanza del tallero, una popolare moneta d’argento che ha avuto origine durante il Rinascimento per diffondersi in tutta Europa e, soprattutto, negli stati di lingua tedesca per più di quattro secoli con una grande varietà di tipologie.
Il libro si apre con un’approfondita introduzione che traccia l’evoluzione della coniazione di monete dai primordi all’epoca moderna, e mette in evidenza alcune delle monete più importanti per il commercio, tra cui il tetradramma, l’aureo romano e il solido bizantino. Il tallero, infatti, fu molto importante per gli scambi commerciali, in particolare con l’Oriente.
Il Rinascimento, come è noto, fu un periodo di grande fermento anche sul versante monetario: l’economia europea cercava nuove valute forti e furono fatti vari esperimenti politici e monetari. Leopoldo d’Asburgo, anche conosciuto come Tascavuota, fu tra i primi a coniare, nel 1486 in Tirolo, una moneta di grosso calibro del peso di 31,83 grammi (29,23 in argento). La moneta aveva un valore pari a un fiorino (in tedesco gulden) d’oro, per cui fu chiamato guldiner o guldengroschen. Già nel (altro…)
Il primo libro di Giuseppe Carucci, dedicato alle monete russe durante il periodo zarista, ci ha introdotto alla storia e alle particolarità di quegli anni, guidati dalle coniazioni di monete, medaglie e dalle emissioni di banconote come leitmotiv e principale forza trainante della narrazione.
In La Russia dei Soviet. Storia & Monete, Carucci prosegue nell’indagine e nell’approfondimento della storia russa e della sua monetazione partendo dagli ultimi anni di regno di Nicola II. Le vicissitudini economiche che la partecipazione dell’Impero russo alla Prima guerra mondiale causò al popolo russo, mobilitarono il tessuto sociale, facendo germogliare un malcontento che raggiunse il suo apice con la cosiddetta Rivoluzione di Febbraio. Le principali conseguenze di questi eventi furono il crollo della monarchia dei Romanov e la doppia presa di potere da parte del Governo provvisorio, espressione della media borghesia, e del Soviet di Pietrogrado, di ispirazione popolare. Questa doppia autorità, mai pienamente condivisa, portò alla Rivoluzione d’Ottobre con il prevalere dei Soviet, il che condusse a sua volta a quattro anni di guerra civile fino alla formazione dell’URSS.
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Quando Giuseppe Carucci iniziò a collaborare con «Panorama Numismatico» parlando della Russia e delle sue emissioni, la monetazione russa in Italia era pressoché sconosciuta e scarsi erano sia la bibliografia sull’argomento che l’interesse collezionistico. Eppure essa ha radici antiche e una storia complessa e varia che riflette la complessità del suo popolo e la vastità del suo territorio, il più grande al mondo come estensione. La riunificazione di tutte le terre russe intorno al Granducato della Moscovia iniziò nel 1547, quando il granduca Ivan IV, detto il Terribile, assunse il titolo di zar, ovvero di re, dal termine romano e bizantino caesar. Il periodo zarista durò 370 anni, fino al 1917, quando lo zar Nicola II abdicò ed ebbe inizio l’era sovietica.
Prima del periodo zarista, però, esisteva già una monetazione autonoma russa i cui albori si possono fissare probabilmente agli inizi XIV secolo, quando la moneta di uso corrente era il denga (a dire il vero le prime monete russe furono coniate tra il X e l’XI secolo, ma per pochi anni e in quantità così limitata che se ne perse addirittura la memoria storica). Con il termine “rublo” si indicava invece, all’epoca, un lingottino d’argento di 200 grammi circa usato in vario modo: per grandi pagamenti, come moneta di conto per misurare i valori e come piede monetario dal quale ritagliare monete effettive come il denga, l’altyn e il copeco. Fu nel XVII secolo, sotto il regno di Aleksej Mikhailovich Romanov, che apparve il primo rublo in moneta, battuto a imitazione dei talleri europei. Pietro il Grande, un secolo più tardi, nel tentativo di modernizzare il paese, volle attuare alcune importanti riforme monetarie grazie alle quali il rublo diventò una moneta a pieno titolo e, al tempo stesso, la base del sistema monetario del Paese. È all’interno di questo processo che nel 1704 nacque il primo rublo in argento, che raffigura il busto di profilo di Pietro I al diritto e l’aquila bicipite dei Romanov al rovescio. L’emissione di monete in oro era invece molto irregolare e avrebbe trovato maggiore stabilità e continuità solo con il regno di Elisabetta (1741-1762), che fece realizzare esemplari in oro anche di grandi tagli, come i ricercatissimi 10 rubli coniati sia a Mosca che a San Pietroburgo. (altro…)
di Roberto Reynaudo
Per oltre mille anni il Sycee (lingotto d’argento) fu uno dei mezzi di pagamento più diffusi nella storia cinese. Era utilizzato per i pagamenti importanti mentre le monete di rame (cash) servivano per le piccole spese. I Sycees erano “i soldi dei ricchi” e la maggior parte dei poveri non ne vide alcuno in tutta la vita. Essi non uscivano da una zecca ma erano fusi da argentieri e destinati al commercio locale. Il loro valore era certificato da saggiatori che controllavano la purezza del metallo e il peso calcolato in tael. Un tael pesava circa 37 grammi. (altro…)