Articoli e studi sulle monete estere e sulle zecche di tutto il mondo, world coins.
Il primo libro di Giuseppe Carucci, dedicato alle monete russe durante il periodo zarista, ci ha introdotto alla storia e alle particolarità di quegli anni, guidati dalle coniazioni di monete, medaglie e dalle emissioni di banconote come leitmotiv e principale forza trainante della narrazione.
In La Russia dei Soviet. Storia & Monete, Carucci prosegue nell’indagine e nell’approfondimento della storia russa e della sua monetazione partendo dagli ultimi anni di regno di Nicola II. Le vicissitudini economiche che la partecipazione dell’Impero russo alla Prima guerra mondiale causò al popolo russo, mobilitarono il tessuto sociale, facendo germogliare un malcontento che raggiunse il suo apice con la cosiddetta Rivoluzione di Febbraio. Le principali conseguenze di questi eventi furono il crollo della monarchia dei Romanov e la doppia presa di potere da parte del Governo provvisorio, espressione della media borghesia, e del Soviet di Pietrogrado, di ispirazione popolare. Questa doppia autorità, mai pienamente condivisa, portò alla Rivoluzione d’Ottobre con il prevalere dei Soviet, il che condusse a sua volta a quattro anni di guerra civile fino alla formazione dell’URSS.
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Quando Giuseppe Carucci iniziò a collaborare con «Panorama Numismatico» parlando della Russia e delle sue emissioni, la monetazione russa in Italia era pressoché sconosciuta e scarsi erano sia la bibliografia sull’argomento che l’interesse collezionistico. Eppure essa ha radici antiche e una storia complessa e varia che riflette la complessità del suo popolo e la vastità del suo territorio, il più grande al mondo come estensione. La riunificazione di tutte le terre russe intorno al Granducato della Moscovia iniziò nel 1547, quando il granduca Ivan IV, detto il Terribile, assunse il titolo di zar, ovvero di re, dal termine romano e bizantino caesar. Il periodo zarista durò 370 anni, fino al 1917, quando lo zar Nicola II abdicò ed ebbe inizio l’era sovietica.
Prima del periodo zarista, però, esisteva già una monetazione autonoma russa i cui albori si possono fissare probabilmente agli inizi XIV secolo, quando la moneta di uso corrente era il denga (a dire il vero le prime monete russe furono coniate tra il X e l’XI secolo, ma per pochi anni e in quantità così limitata che se ne perse addirittura la memoria storica). Con il termine “rublo” si indicava invece, all’epoca, un lingottino d’argento di 200 grammi circa usato in vario modo: per grandi pagamenti, come moneta di conto per misurare i valori e come piede monetario dal quale ritagliare monete effettive come il denga, l’altyn e il copeco. Fu nel XVII secolo, sotto il regno di Aleksej Mikhailovich Romanov, che apparve il primo rublo in moneta, battuto a imitazione dei talleri europei. Pietro il Grande, un secolo più tardi, nel tentativo di modernizzare il paese, volle attuare alcune importanti riforme monetarie grazie alle quali il rublo diventò una moneta a pieno titolo e, al tempo stesso, la base del sistema monetario del Paese. È all’interno di questo processo che nel 1704 nacque il primo rublo in argento, che raffigura il busto di profilo di Pietro I al diritto e l’aquila bicipite dei Romanov al rovescio. L’emissione di monete in oro era invece molto irregolare e avrebbe trovato maggiore stabilità e continuità solo con il regno di Elisabetta (1741-1762), che fece realizzare esemplari in oro anche di grandi tagli, come i ricercatissimi 10 rubli coniati sia a Mosca che a San Pietroburgo. (altro…)
di Roberto Reynaudo
Per oltre mille anni il Sycee (lingotto d’argento) fu uno dei mezzi di pagamento più diffusi nella storia cinese. Era utilizzato per i pagamenti importanti mentre le monete di rame (cash) servivano per le piccole spese. I Sycees erano “i soldi dei ricchi” e la maggior parte dei poveri non ne vide alcuno in tutta la vita. Essi non uscivano da una zecca ma erano fusi da argentieri e destinati al commercio locale. Il loro valore era certificato da saggiatori che controllavano la purezza del metallo e il peso calcolato in tael. Un tael pesava circa 37 grammi. (altro…)
di Giuseppe Carucci
La figura 1 presenta il diritto di una moneta del tradizionale pezzo aureo da 5 sterline coniato nel 1998 a nome di Elisabetta II.
La scritta circolare recita: ELISABETH II DEI GRA(TIA) REGINA FID(EI) DEF(ENSTRIX). Ecco, la regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è difensore della fede! Come mai questo titolo e cosa esso significa? Bisogna risalire agli anni di Enrico VIII (anni di regno 1509-1547). (altro…)
di Gianni Graziosi
Tra le monete della Gran Bretagna, i multipli in oro da 5 ghinee sono particolarmente popolari e ricercati dal mercato numismatico. In mezzo agli esemplari di monete di alto livello che saranno proposti all’incanto il 14 novembre 2019 all’hotel Métropole a Monaco, in avenue de la Madone 4, da MDC Monnaies de collection sarl, il lotto 768 è particolarmente interessante e intrigante. Si tratta della rarissima moneta d’oro da 5 ghinee di Giorgio II di Gran Bretagna (1727-1760) datata 1746, il pezzo è inoltre impreziosito da un’altissima conservazione certificata PCGS MS 62.