Articoli sulle monete romane, Roma Repubblica. Articoli e saggi sulla storia dei sesterzi, aurei, dupondi e tutte le monete di Roma Repubblica.
di G. Fenti
Nell’aprile del 1887, un altro tesoretto venne alla luce (è il quarto trovato in pochi anni) nel cremonese, presso Farfengo nel comune di Grumello, in un campo di proprietà del marchese Stanga.
Lo riferiscono i signori ing. Finzi e il prof. Astegiano su Notizie degli scavi di antichità comunicate alla R. Accademia del Lincei per ordine di S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, maggio 1887, Roma.
Nell’aprile scorso si rinvenne un vaso di terra cotta contenente, secondo la cove corsa (evidentemente il vezzo di non avvisare gli incaricati di controllare gli oggetti antichi rinvenuti casualmente è molto vecchio), circa ottocento Denari d’argento. I siggr. Finzi e Astegiano ne videro solo cento ottanta, tutti molto ben conservati.
Le 180 monete visionate dai due ispettori appartenevano a 31 famiglie e precisamente a: Antonia (dai contorni dentellati), Antestia, Aquilia, Caesia, Calpurnia, Crepusia, Cupiennia, Fabia, Fonteia, Fouria, Herennia, Iulia, Licinia, Lucilia, Maenia, Mamilia, Manlia, Memmia, Minucia, Norbana, Papia, Pompeia, Porcia, Postumia (a contorni dentellati), Procilia, Sergia, Servilia, Terentia, Titia, Tituria, Vibia. Sulle notizie degli scavi . . ., non venne però specificato a quali monetari erano state attribuite.
La notizia quindi rimane fine a se stessa in quanto le monete sono andate disperse (non è chiaro se la parte visionata è rimasta in qualche museo) e gli elementi scientifici derivati da questo elenco monco sono praticamente nulli. Appare lampante la diversa preparazione dei commissari cui competeva la zona di Grumello, con il più volte citato sacerdote F. Pizzi.
Fra le gens elencate troviamo la Calpulnia e la Furia che annoverano fra i magistrati monetari molti loro discendenti.
Tra questi vogliamo citare (Lucius Furius) Purpureo che, secondo il Babelon, è magistrato monetario verso il 214 a.C. assieme a C. Decimius Flavus e A. Spurilius. Nel 200 a.C. è inviato dal console P. Sulpicius Galba in Etolia (Grecia centrale), quando suo padre è pretore nella Gallia Cisalpina.
Non si possono confondere i pezzi di questo monetario con quelli di suo padre. Qui il cognome Purpureo è abbreviato il PVR, così come le monete del padre sono monogrammate PVR oppure PVR.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.6/novembre 1984 (articolo richiesto da un ns. lettore).
di Antonio Campana
I . SERIE CON SCENA DEL GIURAMENTO (CIRCA 225 A.C.)
Parte seconda
Aspetti tipologici: La testa gianiforme
Anche per quanto c ncerne l’effigie del diritto, che ricorre pure sui quadrigati d’argento, non esiste un completo accordo fra gli studiosi. Infatti l’ipotesi più ovvia, ossia che si tratta di Giano bifronte, sembra contraddetta dal fatto che l’effigie si presenta imberbe e con aspetto giovanile e quindi diversa dalla tradizionale iconografia di Giano Quirino, che si presenta sempre barbuto, come anche nella coeva serie di bronzo con la prora di nave.
Di conseguenza sono state formulate diverse ipotesi alternative.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.124/novembre 1998 richiesto da una ns. lettrice.
La prima parte di questo articolo è disponibile in questa pagina.
Il Silphium, ricercatissima pianta le cui proprietà officinali e gastronomiche erano molto note presso gli antichi, non è stata più ritrovata dai tempi di Nerone e si pensa possa essere scomparsa. Essa viene rappresentata con i suoi fiori ed i suoi frutti in numerosissime monete della Cirenaica, unica località dove pare crescesse spontanea, fonte quindi di grande ricchezza per gli abitanti del luogo. Il succo che se ne estraeva veniva paragonato al valore dell ‘oro e dell’argento e veniva conservato nell’erario statale romano. In questo lavoro è stata fatta anche un’ampia sintesi della storia della Cirenaica e delle altre città più grave; importanti dell’epoca ed in particolare di Kyrene, la cui nascita viene attribuita ad un piccolo nucleo di navigatori greci partiti dall’ isola di Santorini.
Malgrado le numerose vicissitudini storiche attribuite a questa regione, dai Re Battiadi (640-450 a.C), a varie Repubbliche (450-322), ai Tolomei (322-66 a.C) ed ai Romani (dal 66 a.c. in poi), il silphium appariva nel retro di tutte le forme monetarie, mentre al diritto troneggiava quasi sempre il busto di Zeus-Ammone, il dio venerato da quelle parti.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.183/marzo 2004, articolo richiesto da un ns. lettore.
Abbiamo avuto l’opportunità di esaminare uno splendido esemplare del denario del Bellum sociale tipo Campana 174, che è stato proposto nell’asta Artemide XXXI del 18 dicembre 2010.
Bellum sociale. Denario, 87 a.C. Zecca itinerante (Campania?).
D/ Busto di Minerva a destra,con elmo crestato ed egida. A sinistra, una Vittoria la incorona. Bordo di puntini.
R/ Due guerrieri che si incontrano e si stringono la mano. Entrambi indossano una corta tunica, quello di sinistra tiene una lancia italica (saunion), quello di destra stringe un parazonium. A destra, la prua rostrata di una nave da guerra con vessillo lemniscato ed un fascio di giavellotti. In esergo: I.
Metallo: Ag; Peso: g 3,98; Diametro: mm 17,5; Orientamento dei coni: h 5
Bibliografia: Campana 174. Sydenham 632a.
di Antonio Campana
I . SERIE CON SCENA DEL GIURAMENTO (CIRCA 225 A.C.)
Parte prima
Le monete d’oro di Roma del periodo repubblicano non ebbero parte stabile nel sistema monetario, almeno fino al I secolo a.C. Infatti l’economia di Roma era saldamente basata sul denarius d’argento e le emissioni in oro ebbero carattere saltuario, legate generalmente a particolari ed eccezionali circostanze storiche.
Lo scopo del presente articolo è di fornire un’aggiornata analisi numismatica della prima emissione in oro al nome di Roma.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.123/ottobre 1998 richiesto da un ns, lettore.