Monete e medaglie: monete antiche, monete greche, monete romane, monete celtiche. Articoli e notizie sulla monetazione antica.
di Pasquale Attianese
SFOGLIANDO VECCHI CATALOGHI NON E’ INFREQUENTE TROVARE MONETE CHE SI RITENEVA SCONOSCIUTE O DI ESTREMA RARITA’. E’ IL CASO DI UN BRONZETTO DI THURIUM CHE FORNISCE ANCHE L’OCCASIONE PER RIPARLARE DELLA CITTA’ E DELL’ICONOGRAFIA DELLE SUE MONETE.
Allorché si scoprono nuove monete antiche, greche e romane, sarà bene esaminare con cura tutti i testi a disposizione prima d’affermare con leggerezza, in preda alla gioia del ritrovamento, che si tratti di un pezzo inedito, non registrato dalla bibliografia delle tantissime raccolte pubblicate dai Musei esteri ed italiani. Perciò, ancor prima d’annunciare falsi proclami, dicendo di aver recuperato un pezzo unico, è necessario davvero pensarci su e riflettere lungamente. Questo perché non abbiamo la fortuna d’essere informati sulle effettive quantità delle migliaia d’emissioni che hanno caratterizzato il vastissimo mondo della Megàle Ellàs e della Grecia continentale. Succede, quindi, con relativa frequenza che un esemplare ritenuto inedito, a distanza d’anni non sia più tale. Come ho avuto modo d’accertare per un piccolo sottomultiplo coniato dalla colonia panellenica di Thurium (in Calabria), verso gli anni subito dopo la venuta di Pirro, circa 270-240 a.C.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr. 229/maggio 2008
di Franco e Vincenzo Rapposelli
UN LUNGO E MOLTO BEN DOCUMENTATO STUDIO INTRODUCE NEL MONDO DEI DIOBOLI CONIATI DALLA POLIS DI TEATE APULUM, ALCUNI DEI QUALI EMESSI IN ALLEANZA CON LA ZECCA DI TARANTO. GLI AUTORI RIBALTANO COMPLETAMENTE LA CONOSCENZA DI QUESTA PARTICOLARE TIPOLOGIA DI MONETE CON UNA ANALISI ATTENTA E DENSA DI IMPORTANTI NOVITA’.
In due precedenti articoli apparsi su Panorama Numismatico abbiamo trattato gli aspetti numismatici che riguardano la monetazione argentea di Teate Apulum. Abbiamo parlato, nel primo articolo, dei suoi didrammi mentre abbiamo dovuto escludere, nel secondo elaborato, che la dramma fosse mai stata coniata dalla zecca della polis dauna, esternando la seguente, per noi definitiva, conclusione: in buona sostanza per quasi due secoli si è descritta, disegnata e studiata una moneta praticamente inesistente nella produzione monetale della zecca di Teate in quanto coniata effettivamente dalla polis di Velia.
Vogliamo, con questo articolo, completare l’excursus della monetazione argentea di Teate Apulum parlando del suo sottomultiplo d’argento, il diobolo del valore di un sesto del didramma.
Articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.295 – Maggio 2014
Durante il regno che vedeva associati al trono Leone III l’lsaurico e suo figlio Costantino V (720- 741) venne introdotto nell’impero bizantino il nuovo miliaresion d’argento.
Questa moneta larga e sottile, non scifata. per l’aspetto d’insieme e per il caratteristico triplice cerchio del bordo, riprendeva l”aspetto de l dirhem d’argento coniato sulla fine de l VII sec. dal califfo Abd al-Malik della dinastia degli omayyadi, c continuato ancora agli inizi del secolo VIII.
Su questa moneta araba d’ argento (adattata al peso e al modulo ritagliando il bordo), fino al regno di Michele III (842-867), è spesso riconiato il miliaresion , in special modo al tempo di Costantino VI (780 – 797 ).
Articolo completo in formato PDF richiesto da un ns. lettore, Panorama Numismatico nr.142/giugno 2000
Senza dubbio proporremo in uno dei prossimi numeri la recensione della eccezionale vendita di monete bizantine che si è svolta il 26 maggio scorso [NdR 1993] a Zurigo e che è stata curata dal binomio Ars Classica e Leu Numismatik per la prima volta insieme. Il catalogo. estremamente curato e ricchissimo di annotazioni storiche, comprendeva pezzi di grande importanza numismatica.
In questa rubrica vogliamo anticipare ai nostri lettori una moneta che è stata considerata inedita e probabilmente unica e quindi sicuramente con tutte le carte in regola per apparire in questa nostra rubrica [NdR La vetrina degli inediti]. Si tratta di un solido di piccolo modulo attribuito a Giustiniano II posto in vendita con il numero 435.
di Roberto Diegi
L’abilità degli incisori numismatici romani si evidenzia soprattutto nella ritrattistica imperiale. Da Augusto a Nerva, sono qui presentati alcuni degli esempi piu’ significativi in questo ambito.
Terza parte
Postumo (Marcus Cassianus Latinius Postumus) era governatore della Germania Superiore ed Inferiore al tempo in cui Valeriano fu fatto prigioniero dai Persiani e lo stesso Gallieno lo lasciò in quella carica affidandogli il comando delle armate del Reno: magari gli lasciò un po’ troppa libertà e Postumo, dopo aver misteriosamente fatto uccidere Salonino, figlio di Galleno, che si trovava presso di lui, si autoproclamò imperatore delle Gallie, riconosciuto come tale non solo dalle legioni stanziate in Germania, ma anche dalla armate e dalle popolazioni della Gallia e della Spagna. Era l’estate del 260.
Le origini di Postumo sono oscure: non si sa dove e quando sia nato, anche se è quasi certo che la sua patria d’origine fosse la Gallia.
Ci si potrebbe legittimamente chiedere perché mai ho dedicato tanto spazio a Postumo. La ragione è assai semplice: con questo imperatore va cessando, salvo poche eccezioni che vedremo più avanti, il periodo delle coniazioni di monete in bronzo o rame di largo modulo. Per qualche imperatore il ritorno alle coniazioni in bronzo di largo modulo è rappresentato da rari “medaglioni”: sono i casi di Claudio II, Probo, Carino, Aureliano e, più avanti, di Diocleziano e Massimiano.
Articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr. 295, Maggio 2014
Parte I – Splendidi ritratti sui bronzi di largo modulo di molti imperatori romani
Parte II – Splendidi ritratti sui bronzi di largo modulo di molti imperatori romani