Monete e medaglie: monete antiche, monete greche, monete romane, monete celtiche. Articoli e notizie sulla monetazione antica.
di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.222 / ottobre 2007
Gaius Julius Caesar Germanicus
Biografia
Gaio nacque ad Antium il 31 agosto del 12 d.C. Era il terzogenito maschio di Germanico e di Agrippina Maggiore, scampato alla condanna all’esilio della madre e dei fratelli, Nerone Cesare e Druso Cesare, comminata dal Prefetto del Pretorio Seiano per una presunta congiura degli stessi, assieme ad altri personaggi illustri condannati a morte, diretta ad eliminare l’Imperatore Tiberio.
Le sue origini trovano importanti radici nell’albero genealogico della Gens Julia: Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto e padre di Agrippina Maggiore, era infatti suo nonno in linea materna, anche se Gaio non amava questa ascendenza, considerata di poco nobile lignaggio.
Da piccolo Gaio era stato praticamente allevato tra i legionari comandati dal padre Germanico alla frontiera del Reno ed aveva portato dei sandali militari (caligae) come quelli dei soldati: da qui il soprannome Caligola (piccolo sandalo) datogli dai legionari, che lo accompagnò poi per tutta la vita.
di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr. 224/Dicembre 2007
Lucius Domitius Ahenobarbus.
Poi Nero Claudius Caesar
Drusus Germanicus
Biografia
Nerone nacque ad Antium nel Dicembre del 37 da Cnaeus Domitius Ahenobarbus e da Agrippina Minore, sorella di Gaio-Caligola e successivamente quarta moglie dell’imperatore Claudio, che la aveva sposata nel 49.
Fu adottato da Claudio nel 51, su pressione di Agrippina, ed assunse il nome di Nero Claudius Caesar Drusus Germanicus, divenendo l’erede designato al trono, spodestando così il figlio naturale di Claudio, Britannicus, nato da Messalina e caduto in disgrazia dopo la morte di costei.
Nel 54, alla morte di Claudio, Nerone divenne quindi imperatore, ma avendo solo diciassette anni, la reggenza fu assunta dalla madre Agrippina, coadiuvata efficacemente dal tutore del giovane, Lucius Anneus Seneca e dal prefetto del pretorio Sextus Afranius Burrus.
di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.238 / marzo 2009
Varius Avitus Bassianus, poi
Marcus Aurelius Antoninus (Elagabalus)
Il 16 maggio del 218, Julia Maesa, sorella di Julia Domna e madre di Julia Soemia, introdusse furtivamente nell’accampamento romano di Raphaneae, in Syria, il nipote quattordicenne, figlio appunto di Julia Soemia, che fece acclamare imperatore dalle truppe ostili a Macrino.
Il ragazzo si chiamava Vario Avito Bassiano, lo stesso cognomen di Caracalla, ed era sacerdote del tempio del dio Sole El-Gabal, letteralmente, in siriano, il dio della montagna, ma venne acclamato imperatore con il nome di Marco Aurelio Antonino: è peraltro molto più conosciuto con il nome di Elagabalo, derivante appunto dalla sua funzione di sacerdote del tempio di El-Gabal.
Pochi giorni dopo, l’8 giugno del 218, come è già stato annotato su questa rivista, Macrino fu sconfitto e messo a morte assieme al figlio Diadumeniano.
di Pierluigi Debernardi – da Panorama Numismatico nr.232/Settembre 2008 e nr.233/Ottobre 2008
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Introduzione e motivazioni
La monetazione argentea nella Roma repubblicana costituisce un argomento di grande interesse per studiosi e collezionisti. Sensibili progressi in questa disciplina sono stati ottenuti negli ultimi decenni, soprattutto in seguito alla pubblicazione dell’opera del Crawford, Roman Republican Coinage (RRC) (1. M.H. Crawford, (1974). Roman Republican Coinage, Cambridge University Press, 1982 reprint.), che resta il lavoro di riferimento in questo campo. Tuttavia andando in profondità nell’argomento non può non apparire chiara la necessità di ulteriori studi ed approfondimenti.
di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.253 – Luglio/Agosto 2010
Marcus Aurelius Probus
Marco Aurelio Probo nacque a Sirmium sulla frontiera danubiana, in Pannonia (l’attuale Ungheria), probabilmente nel 232. La sua famiglia era di umili origini e la sua carriera si svolse nell’esercito.
Fu uno dei più importanti generali sotto Aureliano, per conto del quale si distinse nel respingere gli attacchi degli Alamanni alla frontiera germanica e, alla morte di Tacito, era comandante delle armate romane in Oriente.
Probo si rifiutò di accettare l’elevazione al trono di Floriano e fu presto acclamato imperatore dalle sue truppe muovendo contro il fratellastro di Tacito. Ma, come già visto nel precedente articolo, battaglia non ci fu, perché le truppe di Floriano si ribellarono, uccisero il loro imperatore e passarono dalla parte di Probo: ciò avvenne a Tarso nel luglio o agosto del 276.
Probo ottenne la conferma della sua investitura da parte del Senato, che rispettò sempre formalmente, anche se è difficile credere, come alcuni hanno sostenuto, che il Senato prese parte effettiva nella gestione degli affari di governo.