Monete e medaglie: monete antiche, monete greche, monete romane, monete celtiche. Articoli e notizie sulla monetazione antica.
Le monete, oltre ad essere antesignane dei moderni mass media, sono anche l’immagine dell’epoca storica che le ha prodotte. Possiamo leggere su di esse la storia di un popolo; le monete presentano riferimenti diretti e indiretti: i primi sono le immagini che si riferiscono a precisi fatti storici; i secondi sono costituiti dal metallo usato, oppure dalla presenza di certe immagini al posto di altre.
In questa sede prendiamo in esame una moneta bizantina dell’epoca di Leone V (811-820): è un follis, con al diritto l’immagine del suddetto imperatore e al rovescio quella del figlio, Costantino, con la leggenda KONCT, coniato a Siracusa.
Il pezzo appartiene al terzo periodo della monetazione bizantina, quella coincidente con l’iconoclastia.
Segue: monete di Leone V in formato PDF, articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.72/febbraio 1994, articolo richiesto da un ns. lettore.
di Romolo Calciati
Nella Sicilia occidentale, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., si assiste alla coniazione di una serie di emissioni in bronzo aventi in comune la raffigurazione al diritto della testa di Eracle nella leontè. Queste emissioni interessano le zecche di Selinunte, Thermai, Solunto e Cefalù, oltre a quella di Akragas, sotto forma di contromarche. Vengono pertanto coinvolte alcune città situate nell’area di influenza sia cartaginese che greca. Il prototipo siciliano di questo soggetto lo ritroviamo nelle emissioni di tetradrammi di Kamarina a partire dal 425 a.C. E’ probabile che, sulla decisione di realizzare questi bronzi con la testa di Eracle, abbia influito non poco la diffusione dei tetradrammi camarinesi, alcuni dei quali firmati da Exakestidas e certamente presenti anche nell’area punica. Tutte queste emissioni bronzee hanno in comune il dato ponderale, in quanto si tratta, con pochissime eccezioni, di monete di peso oscillante tra g. 1 e 3. Che sia stata soltanto Kamarina, sul finire del V secolo a.C., a proporre il ritratto eracleo sull’argento, è un dato che non consente deduzioni di sorta.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.72 – febbraio 1994. Articolo richiesto da un ns. lettore.
di Mariella Cambi Mariani
I Celti transalpini entrarono nella storia romana verso la fine del V secolo a.c., con la discesa in Italia delle prime tribù. Agli occhi del mondo latino, i Galli – così furono chiamati – rappresentavano l’incarnazione dei barbari ignoranti, rozzi e sanguinari; e anche in seguito i popoli di origine latina rimasero attaccati a questo luogo comune che ribadiva una loro presunta superiorità culturale.
Per molto tempo il prototipo dei Galli fu lo sprezzante re Brenno, quello delle parole vae victis, guai ai vinti, gridate ai senatori sul Campidoglio assediato, mentre gettava la spada sulla bilancia del riscatto. Quando a loro volta i Romani entrarono in Gallia con l’intenzione di sottometterla,trovarono una civiltà antica, impregnata di tradizioni, con un profondo senso dell’onore e della comunità patriarcale. Le numerose tribù in oppida, città fortificate ricche di opere pubbliche pregevoli.
La potente casta sacerdotale dei Druidi amministrava la giustizia e guidava la loro religiosità particolarmente sensibile al culto dei morti, perché i Galli credevano nella sopravvivenza dell’anima e in un mondo eterno nel quale tutti si sarebbero ritrovati. L’unico retaggio primitivo era il taglio della testa al nemico valoroso vinto in battaglia, con la convinzione di potersi appropriare delle sue energie fisiche e spirituali.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.72 – febbraio 1994. Articolo richiesto da un ns. lettore.
di A. Campana
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Pochissimo si sa di questo antico centro, situato tra Kalakte ed Alaisa Archonidea, sul luogo dell’attuale Mistretta. E’ posto sopra una dorsale dei Nebrodi settentrionali, a 950 m.s.m., tra le fiumare di Reitano e di Tusa.
Le prime notizie storiche sicure risalgono agli inizi della prima guerra punica. La città venne assediata dai Romani con tutti i mezzi. Alla fine fu presa, distrutta e gli abitanti in parte massacrati ed in parte condotti in schiavitù. Più tardi fu ricostruita ed ancora assediata ed espugnata dai Romani, evidentemente per la sua posizione strategica.
Dopo la seconda guerra punica divenne civitas decumana e all’epoca del questore Verre doveva avere un certo splendore in quanto fu da questi vessata e spogliata di molte ricchezze . Un fuggevole accenno è contenuto anche in Silio Italico.
![Quarto di statere d'oro di Bodvoc Quarto di statere d'oro di Bodvoc](https://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/11-300x148.jpg)
1. Bodvoc, quarto di statere d’oro, c.25-5 AC. Nuovo tipo, mai registrata prima, 11mm, 1.27g. All’asta presso Chris Rudd, 10 Settembre 2012.
Il 16 aprile scorso è stato ritrovato nei pressi di Bristol un quarto di statere d’oro di 2000 anni fa dell’antico sovrano inglese Bodvoc. E’ stato trovato da Dennis, che ha usato il metal detector per 33 dei suoi 53 anni e può giustamente essere definita “la scoperta della vita” per la sua importanza numismatica.
Questa piccola moneta – grande non più di un’unghia e dal peso di poco più di un grammo – é importante in quanto é il primo quarto di statere attribuito a questo poco conosciuto re inglese che era il sovrano della tribù celtica dei Dobunni nell’ultima parte del primo secolo prima di Cristo. Stateri d’oro di Bodvoc sono noti da oltre quattro secoli, recensiti dall’antiquario William Camden (1551-1623) e dall’autodefinitosi arci-druido William Stukeley (1687-1765) che erroneamente le attribuirono alla regina Boudica. Questo errore fu corretto nel 1864 dal numismtico John Evans che disse: “Non esiste nessuna prova che alcuna moneta sia stata battuta da Boudica, né pare che questa abbia esercitato il potere di regina, se non come leader di una piccola rivolta”.