Monete e medaglie: monete antiche, monete greche, monete romane, monete celtiche. Articoli e notizie sulla monetazione antica.
Storia e immagini della moneta più ambita dell’uomo più ricercato dell’Impero romano, in asta a Norwich il 15 novembre 2020.
di Chris Rudd
Da quando è stata annunciata la scoperta dell’unico statere d’oro conosciuto di Carataco («Coin News», giugno-luglio 2020) sono state sollevate molte discussioni in ambito accademico.
Che questa moneta susciti così tanto interesse non sorprende. Carataco è sempre stato un personaggio noto. In vita era celebre come combattente per la libertà. Per otto anni resistette all’invasione romana della Gran Bretagna a partire dal 43 d.C. Per otto anni fu l’uomo più ricercato dell’Impero romano, braccato senza sosta, di combattimento in combattimento, di fortezza in fortezza, sulle montagne del Galles, finché non fu tradito e consegnato ai Romani nel 51 d.C. da Cartimandua, regina dei Briganti dello Yorkshire, a cui era ricorso per chiedere aiuto. Quando fu portato a Roma in ceppi per essere esibito e ucciso, la sua fama era già notevole: si era diffusa in tutta la Gallia ed era arrivata a Roma ancor prima di lui.
L’imperatore Claudio volse questa situazione a proprio vantaggio. Fece esporre in pubblico Carataco ammanettato insieme alla sua famiglia ma invece di giustiziarlo, come di norma, lo perdonò e liberò, il che rese Claudio ancora più celebre. Carataco rimase a Roma, in tranquillo ritiro e, per quanto sappiamo, morì alcuni anni dopo a Roma. Ma la sua fama gli sopravvisse e, all’inizio del II secolo d.C., accrebbe ulteriormente grazie allo storico romano Tacito che diede un resoconto emozionante del discorso di Carataco mentre si trovava in catene davanti a Claudio e ai cittadini di Roma. Anche se Tacito lo riportò molti anni dopo, forse tutto o solo in parte, questo discorso ha risuonato nel corso dei secoli e fece di Carataco un personaggio leggendario fino ad oggi. Ricordato nella tradizione gallese medievale e nelle leggende gallesi, a Carataco venne attribuita l’introduzione del cristianesimo in Gran Bretagna e venne persino indicato come padre di papa Lino. È apparso nella commedia di John Fletcher Bonduca (1613), nell’opera Carattaco di J.C. Bach (1767), nella cantata Caractacus di Elgar (1898) e, più recentemente, in vari romanzi e nel dramma televisivo Claudius the God. (altro…)
da Panorama Numismatico n. 149 /febbraio 2001
Considerazioni sulle doppie maiorine dell’imperatore Giuliano l’Apostata
di Alessandro Ruggia
L’imperatore Giuliano (360- 363) inizialmente continuò il sistema monetale operante alla fine del regno di Costanzo, ma nel 363, in conseguenza dell’attuazione della sua politica economica anticostantiniana, tentò di introdurre un nuovo sistema monetale bronzeo basato su due nuovi nominali.
Introdusse una grande moneta (conosciuta come doppia maiorina) e coniata sul piede di 1/36 di libra (peso teorico di 9,02 grammi), e una più piccola di 1196 di libra (3,38 grammi circa); la moneta maggiore conteneva all’incirca il 2% di fino, e l’altra lo 0,28%. […]
Articolo completo in formato pdf
di Roberto Diegi
Perché un mio articolo sui Valentiniani? L’occasione mi è stata fornita, del tutto involontariamente, da un signore che si chiama appunto Valentiniano. Parlerò, dunque, di quella dinastia (il termine è improprio ma rende l’idea) di imperatori del IV secolo d.C. che, nel bene e nel male, hanno lasciato una traccia importante nella storia.
Valentiniano I era nato nel 321 in Pannonia e aveva servito militarmente sia sotto Giuliano – che peraltro lo aveva esiliato a Tebe, in Egitto, a causa della sua fede cristiana – che Gioviano. Alla morte di quest’ultimo gli alti ufficiali dell’esercito proclamarono imperatore Valentiniano che aveva dimostrato in più occasioni di avere attitudine al comando. La proclamazione del nuovo imperatore avvenne a Nicea nel febbraio del 364.
di Corrado Marino
Con gli ultimi imperatori della famiglia di Costantino (sul trono dal 307 al 337) l’Impero d’Occidente entra in una fase involutiva che renderà sempre più definitivo il distacco della metà occidentale da quella orientale, destinata a sopravvivere fino alla conquista di Costantinopoli/Bisanzio da parte dei Turchi Ottomani nel 1453. Il fatto fondamentale è che l’Occidente romano, col trascorrere del tempo, appariva sempre più germanizzato (in passato si sarebbe detto “imbarbarito”) e incapace di reggere la crescente pressione dei popoli dell’Europa Centrale che premevano ai confini del Reno e dell’alto corso del Danubio e che ormai nessuno più a Roma, Ravenna o Milano era in grado di fermare stabilmente. Centinaia di migliaia di persone occupavano territori sempre più estesi e si impossessavano, pezzo dopo pezzo, dell’area sotto la debole sovranità degli imperatori di Roma (anche se Roma stessa aveva ormai cessato di essere l’unica capitale dell’Impero).
Segue: articolo completo IL DECLINO INARRESTABILE DELL’IMPERO ROMANO… in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.346 – Gennaio 2019
Quando esaminiamo una moneta, rigirandola tra le dita, ingrandire i particolari attraverso la lente, con l’ammirazione e lo stupore che ha sempre accompagnato la contemplazione delle finzioni d’arte e delle testimonianze del passato, vorremmo alla fine conoscerne tutte le notizie possibili: l’epoca, la città, l’autore della coniazione.
Articolo richiesto da un nostro lettore, scarica articolo completo Cronologia e politica monetaria alla luce dei di valore delle monete etrusche e romane tratto da Panorama Numismatico nr.49/gennaio 1992
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