Monete e medaglie: monete antiche, monete greche, monete romane, monete celtiche. Articoli e notizie sulla monetazione antica.
Ripensare la storia attraverso monete e libri: questo l’obiettivo del Concorso I giovani e il Corpus Nummorum Italicorum, organizzato dall’Ispettorato per la Regione Puglia e dalla Delegazione Provinciale di Bari dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, sotto l’egida della Presidenza Nazionale dell’Istituto, con il patrocinio della Società Mediterranea di Metrologia Numismatica e di Assoarma Bari.
Il Concorso è rivolto in via esclusiva agli alunni del terzo, quarto e quinto anno di tutti gli indirizzi (Linguistico, Scienze umane, Economico sociale) del Liceo San Benedetto di Conversano (Bari). L’iniziativa nasce come evento collaterale al Convegno Nazionale di Studi Il Corpus Nummorum Italicorum: genesi ed eredità scientifica tenutosi a Conversano lo scorso 12 novembre 2022 presso l’Oasi Sacro Cuore di Gesù in Santa Maria dell’Isola.
Oltre al consueto pubblico di studiosi e accademici, il Convegno ha visto una notevole partecipazione degli studenti degli Istituti scolastici di Conversano e in particolare degli allievi del Liceo San Benedetto accompagnati dai docenti e dal Preside dell’Istituto. I ragazzi hanno mostrato un inaspettato interesse per la tematica proposta e per il rigoroso approccio scientifico con cui è stata affrontata.
Questa risposta ha suggerito agli organizzatori l’idea di un Concorso rivolto agli studenti delle classi terze, quarte e quinte del Liceo San Benedetto che sono chiamati ad argomentare sul tema del Corpus Nummorum Italicorum.
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Raccolta in un periodo di cinquant’anni da un collezionista entusiasta e prolifico che ha trascorso tutta la sua vita vivendo e lavorando nel Berkshire, una contea che amava moltissimo ed era determinato a celebrare, la Royal Berkshire Collection sarà messa all’asta a partire da questo autunno.
La maggior parte di questa vasta ed estremamente varia collezione che comprende materiali eterogenei, dalle monete di ogni periodo alle moderne emissioni della Royal Mint, oltre a gettoni commerciali e medaglie militari – la maggior parte delle quali incentrate sul Berkshire – è gestita da Noonans of Mayfair, a cominciare da una selezione di monete anglosassoni e normanne che sarà messa all’incanto il 13 ottobre.
Le monete celtiche saranno vendute da Chris Rudd di Norwich a partire dal prossimo anno. Elizabeth Cottam, direttrice di Chris Rudd, afferma: «Siamo molto lieti di partecipare alla vendita della collezione Royal Berkshire. Le monete celtiche sono tutte britanniche: oro, argento e bronzo, senza iscrizioni e dinastiche, comprese molte trovate nel Berkshire».
Per ulteriori informazioni contattare Chris Rudd, tel: (44) 1263 735 007, e-mail: liz@celticcoins.com
Storia e immagini della moneta più ambita dell’uomo più ricercato dell’Impero romano, in asta a Norwich il 15 novembre 2020.
di Chris Rudd

1. Statere in oro di Carataco, unico esemplare conosciuto, coniato nel 40-41 d.C. circa a Calleva (Silchester, Hants). Trovato vicino a Newbury, Berks., il 10 novembre 2019. In vendita il 15 novembre 2020, stima £ 30.000.
Da quando è stata annunciata la scoperta dell’unico statere d’oro conosciuto di Carataco («Coin News», giugno-luglio 2020) sono state sollevate molte discussioni in ambito accademico.
Che questa moneta susciti così tanto interesse non sorprende. Carataco è sempre stato un personaggio noto. In vita era celebre come combattente per la libertà. Per otto anni resistette all’invasione romana della Gran Bretagna a partire dal 43 d.C. Per otto anni fu l’uomo più ricercato dell’Impero romano, braccato senza sosta, di combattimento in combattimento, di fortezza in fortezza, sulle montagne del Galles, finché non fu tradito e consegnato ai Romani nel 51 d.C. da Cartimandua, regina dei Briganti dello Yorkshire, a cui era ricorso per chiedere aiuto. Quando fu portato a Roma in ceppi per essere esibito e ucciso, la sua fama era già notevole: si era diffusa in tutta la Gallia ed era arrivata a Roma ancor prima di lui.
L’imperatore Claudio volse questa situazione a proprio vantaggio. Fece esporre in pubblico Carataco ammanettato insieme alla sua famiglia ma invece di giustiziarlo, come di norma, lo perdonò e liberò, il che rese Claudio ancora più celebre. Carataco rimase a Roma, in tranquillo ritiro e, per quanto sappiamo, morì alcuni anni dopo a Roma. Ma la sua fama gli sopravvisse e, all’inizio del II secolo d.C., accrebbe ulteriormente grazie allo storico romano Tacito che diede un resoconto emozionante del discorso di Carataco mentre si trovava in catene davanti a Claudio e ai cittadini di Roma. Anche se Tacito lo riportò molti anni dopo, forse tutto o solo in parte, questo discorso ha risuonato nel corso dei secoli e fece di Carataco un personaggio leggendario fino ad oggi. Ricordato nella tradizione gallese medievale e nelle leggende gallesi, a Carataco venne attribuita l’introduzione del cristianesimo in Gran Bretagna e venne persino indicato come padre di papa Lino. È apparso nella commedia di John Fletcher Bonduca (1613), nell’opera Carattaco di J.C. Bach (1767), nella cantata Caractacus di Elgar (1898) e, più recentemente, in vari romanzi e nel dramma televisivo Claudius the God. (altro…)
da Panorama Numismatico n. 149 /febbraio 2001
Considerazioni sulle doppie maiorine dell’imperatore Giuliano l’Apostata
di Alessandro Ruggia
L’imperatore Giuliano (360- 363) inizialmente continuò il sistema monetale operante alla fine del regno di Costanzo, ma nel 363, in conseguenza dell’attuazione della sua politica economica anticostantiniana, tentò di introdurre un nuovo sistema monetale bronzeo basato su due nuovi nominali.
Introdusse una grande moneta (conosciuta come doppia maiorina) e coniata sul piede di 1/36 di libra (peso teorico di 9,02 grammi), e una più piccola di 1196 di libra (3,38 grammi circa); la moneta maggiore conteneva all’incirca il 2% di fino, e l’altra lo 0,28%. […]
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Fig. 1. Solido di 4,47 grammi coniato a Treviri da Valentiniano I tra il 367 e il 375. Al diritto, dn valentinianvs p f avg e busto diademato a destra. Al rovescio, i due imperatori (Valentiniano e Valente) seduti di fronte; in alto una Vittoria, la legenda dice victoria avvg; trobt in esergo. Cohen 43, RIC 17b (si vedano aste Nac 49/2008, Thesaurus, Orione, 2006, Helios 4/2009, Varesi 51/2009).
di Roberto Diegi
Perché un mio articolo sui Valentiniani? L’occasione mi è stata fornita, del tutto involontariamente, da un signore che si chiama appunto Valentiniano. Parlerò, dunque, di quella dinastia (il termine è improprio ma rende l’idea) di imperatori del IV secolo d.C. che, nel bene e nel male, hanno lasciato una traccia importante nella storia.
Valentiniano I era nato nel 321 in Pannonia e aveva servito militarmente sia sotto Giuliano – che peraltro lo aveva esiliato a Tebe, in Egitto, a causa della sua fede cristiana – che Gioviano. Alla morte di quest’ultimo gli alti ufficiali dell’esercito proclamarono imperatore Valentiniano che aveva dimostrato in più occasioni di avere attitudine al comando. La proclamazione del nuovo imperatore avvenne a Nicea nel febbraio del 364.