Monete e medaglie: monete antiche, monete greche, monete romane, monete celtiche. Articoli e notizie sulla monetazione antica.
Publius Aelius Hadrianus
Adriano nacque, probabilmente, a Roma nel gennaio del 76, ma la sua famiglia era originaria della Betica (Spagna) dove si era trasferita moltissimi anni prima dal Picenum, terra d’origine della Gens Aelia. Il padre, Publius Aelius Hadrianus Afrus era cugino di Traiano. Alcuni sostengono però che il futuro imperatore fosse nato proprio ad Italica, in Spagna, come il suo predecessore.
Una radicata tradizione tramanda che Traiano, sul letto di morte, abbia adottato Adriano designandolo come suo successore. Secondo una più recente tesi storica pare però che le cose non siano andate proprio così perché Adriano, alla morte del padre avvenuta nell’85, fu affidato a due tutori uno dei quali era proprio Traiano: quindi già da molti anni il giovane Adriano era entrato a far parte della famiglia dell’imperatore che, ricordiamolo, non aveva eredi. Adozione formale o no, sul letto di morte o prima, Adriano era comunque il successore designato di Traiano, come risulta del resto, lo vedremo più avanti, da alcune monete.
di Antonio Campana
I . SERIE CON SCENA DEL GIURAMENTO (CIRCA 225 A.C.)
Parte seconda
Aspetti tipologici: La testa gianiforme
Anche per quanto c ncerne l’effigie del diritto, che ricorre pure sui quadrigati d’argento, non esiste un completo accordo fra gli studiosi. Infatti l’ipotesi più ovvia, ossia che si tratta di Giano bifronte, sembra contraddetta dal fatto che l’effigie si presenta imberbe e con aspetto giovanile e quindi diversa dalla tradizionale iconografia di Giano Quirino, che si presenta sempre barbuto, come anche nella coeva serie di bronzo con la prora di nave.
Di conseguenza sono state formulate diverse ipotesi alternative.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.124/novembre 1998 richiesto da una ns. lettrice.
La prima parte di questo articolo è disponibile in questa pagina.
UBICAZIONE E CENNI STORICI
L’antica città di Erbessos (o Herbessos) era situata con ogni probabilità sull’odierna Montagna dì Marzo, che s’innalza nella zona centrale della Sicilia, a circa 10 km a NO da Piazza Armerina ed a circa 11 km a NE da Barrafranca, in provincia di Enna. Il monte è costeggiato ad oriente dal fiume Braemi e sulla sommità si estende un pianoro per circa 15 ettari dove sono stati rinvenuti reperti che risalgono a tempi che vanno dalla preistoria fino alla fine del periodo romano.
La prima notizia storica risale al tempo di Dionisio I. Nel 395 a.C., dopo il ritiro del generale cartaginese Imilcone dalla lotta contro Siracusa e completato l’annientamento degli elementi calcidesi, Dionisio procedette alla sottomissione di tutto il territorio dei Siculi, parte con trattati di alleanza e parte con la forza delle armi. Fra le città sicule attratte in alleanza si annovera Erbessos.
La seconda notizia è tratta da Polibio, in relazione all’assedio di Agrigentum durante la prima guerra punica. Vi è accennato che ad Erbessos gli alleati raccoglievano le vettovaglie e le macchine da guerra e da codesta città prendevano i viveri per trasportarli nei luoghi dove l’esercito combatteva.
L’ultima testimonianza storica infine è di Tito Livio. Nel corso della seconda guerra punica egli registrò una ritirata di truppe romane da Leontinoi ad Erbessos nel corso di una sola notte.
In epoca romana era una città dì scarsa importanza.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 116 – Febbraio 1998. Articolo richiesto da un ns. lettore.
Titus Flavius Vespasianus
Titus Flavius Vespasianus (Titus)
Titus Flavius Domitianus
Titus Flavius Vespasianus
Titus Flavius Vespasianus nacque a Reate nel 9 d.C. da una famiglia dell’ordine equestre. Il padre era stato esattore delle tasse; suo fratello maggiore Sabino era divenuto senatore ed era prefetto di Roma quando fu ucciso durante gli ultimi giorni di strenua resistenza di Vitellio e dei suoi seguaci.

Foto 1. Aureo di 7,39 grammi coniato a Roma nel 75-76. Al diritto testa laureata e legenda IMP CAESAR VESPASIANUS AUG. Al rovescio mucca a destra (scultura di Mirone?) e sopra COS VII. Cohen 117, R.I.C. 96.
Nel 40 Vespasiano divenne pretore e successivamente ebbe altre cariche, grazie alla protezione del potente liberto Narciso, ministro ai tempi di Claudio.
Come comandante di legioni si distinse, nel 43-44, nella campagna per l’invasione della Britannia; nel 51 fu proconsole in Africa dove meritò molti elogi per la sua buona e onesta amministrazione. Nel 67 fu nominato gvernatore della Giudea, con l’incarico di domare la rivolta degli Ebrei: alla metà del 68 Vespasiano aveva ridotto all’obbedienza quasi tutto quel turbolento paese, con l’eccezione della capitale Gerusalemme e di alcune fortezze periferiche: le operazioni furono sospese alla notizia della morte violenta di Nerone e Vespasiano riconobbe Galba come nuovo imperatore.
La guerra civile scoppiata a Roma, con l’uccisione di Galba, lo scontro tra Otho e Vitellio e l’assunzione al trono di quest’ultimo, indussero però Vespasiano ad intervenire, tramite i suoi due generali Gaio Licinio Muciano e Marco Antonio Primo: specialmente Muciano preparò il terreno a Vespasiano, che alla morte di Vitellio fu proclamato imperatore.
VI PERIODO: ca. 36 a.c.
Entella coniò monete anche in piena epoca romana. Il figlio secondogenito di Pompeo Magno, Sesto Pompeo, che era incluso nelle liste dei proscritti dopo la costituzione del triumvirato tra Ottaviano, M. Antonio e Lepido (autunno del 43 a.C.), era riuscito ad occupare la Sicilia. Dopo un iniziale accordo con il governatore cesariano dell’Isola, A. Pompeo Bitinico, lo mise a morte, divenendo così il vero signore della Sicilia. Nel contempo avviò un’ intensa attività di pirateria e di blocco delle forniture di grano, causando gravi disagi alla stessa popolazione romana. La difficile situazione dell’annona degenerò in vere e propri e sommosse popolari della plebe romana nel 40 a.C. esasperata dal costante aumento di prezzo delle derrate alimentari. Ottaviano e M. Antonio furono quindi costretti a concludere nella primavera del 39 a.C. a Miseno un accordo con Sesto Pompeo. Dopo una fallita spedizione in Sicilia nel 38 a.C. le truppe dei triumvirati riuscirono a sbarcare in Sicilia nel 37 a.C. In particolare il prefetto di M.Antonio, L. Sempronio Atratino, occupò ufficialmente Lilybaion e risalì lungo la valle del Belice, espugnando anche Entella, mentre le truppe di Ottaviano si concentrarono sul fronte peloritano. Con la definitiva sconfitta di Sesto Pompeo nella battaglia navale a Nauloco (3 settembre 36 a.C.) la Sicilia era rientrata nelle mani dei triumviri.
Segue: articolo completo in formato pdf (10 pagine) da Panorama Numismatico nr. 116 – Febbraio 1998. Articolo richiesto da un ns. lettore.
Vedi anche Sicilia: Entella (440-36 a.c.) – parte I