Monete greche, monete celtiche, monete della Magna Grecia: studi e articoli sulle monete antiche antecedenti a Roma.
di Pasquale Attianese
UN PICCOLO BRONZETTO TROVATO IN UN LOTTO PERMETTE DI DESCRIVERE MEGLIO UNA EMISSIONE DI CROTONE.
E. Arslan, curatore della Sylloge Nummorum del Museo Provinciale di Catanzaro, aveva segnalato alla tav. XXXIX nn. 446-447, due monetine dall’identico rovescio che, non essendo ben conservate, aveva poi inserito tra quelle di attribuzione difficile ed incerta.
Ecco la descrizione di questa moneta:
Valore incerto – Peso g 1,56 – Ø mm 12 – Asse di Conio: ore 8
D/ Testa virile, imberbe, giovanile, probabilmente laureata, rivolta a destra. (Apollo Aleo?).
R/ Tripode delfico con coperchio o cortina (ολμοϑ) emisferica, su linea d’esergo; a sinistra legenda KPO, a destra piccola Nike, che vola di fianco al tripode.

Fig. 1. Lo scontro fra due falangi oplitiche raffigurato sulla famosa “olpe Chigi”, un vaso da vino di maestranza corinzia risalente alla metà del VII secolo a.C., rinvenuto nel 1882 a Veio e oggi custodito al museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.
di Federico De Luca
LE ARMI E LE TECNICHE DI COMBATTIMENTO DEGLI ANTICHI GRECI RACCONTATE DALLE LORO MONETE, VERE E PROPRIE ISTANTANEE DAI CAMPI DI BATTAGLIA.
La necessità di difendersi dalle invasioni di altri popoli e la quasi perenne conflittualità fra le varie città-stato, favorita dalla conformazione geografica accidentata della penisola ellenica, spinse gli antichi greci ad affinare le armi e le tattiche dei fanti. Tra la fine dell’VIII e la metà del VII secolo a.C. si sviluppò così un nuovo modo di condurre la guerra e di organizzare l’esercito: la tecnica oplitica. I guerrieri greci cominciarono ad armarsi con un grande scudo rotondo, con lancia, spada, elmo, corazza e schinieri.
L’articolo di Angelo A.Tatafiore “Aspetti storici della monetazione atriana nel Piceno italico”, apparso sul n. 99 di Panorama Numismatico (luglio-agosto 1996)* pone in luce, con chiarezza espositiva, vari aspetti storici e sociali delle città picene confrontando di alcune di esse le arti, gli usi, i costumi e le rispettive monetazioni, scegliendo quale punto di riferimento l’abbondante produzione dell’officina monetale pre-romana di Atri. Nell’articolo stesso non mancano neppure notizie sulle origini dei popoli piceni. Aggiungiamo qualche informazione tratta da studi di scrittori storici fermani : il prof. Gabriele Nepi ci ricorda come “i Sabini partiti per voto di primavera sacra (voto vere sacro) che consisteva nell’offrire agli dei tutto ciò che sarebbe nato nel periodo tra iI 1 marzo e il 30 aprile ver sacrum videri pecus quuod natum esset inter calendas martias et pridie calendas maias così Tito Livio (AUC, XXXIV, 44), dovevano quindi cercarsi nuove sedi”.
di Franco e Vincenzo Rapposelli
UNA FANTOMATICA DRACMA DI TIPOLOGIA DELLA ZECCA DI VELIA DAL SUO APPARIRE NELLA BIBLIOGRAFIA È STATA LETTA E INTERPRETATA MALE TANTO CHE DOPO QUASI DUE SECOLI SE NE PARLA ANCORA ERRONEAMENTE QUALE EMISSIONE DELLA ZECCA DI TEATE
Nel lasso di tempo intercorso fra la pubblicazione di un nostro articolo dal titolo La prima e più antica moneta della zecca di Teate ed oggigiorno, la continua ricerca da noi effettuata ha apportato alcune novità che ci hanno imposto la rivisitazione completa del precedente enunciato. I nuovi apporti ci vengono dal Museo Civico di Bologna dove si è finalmente potuto consultare una copia del catalogo delle monete greche del Museo Nazionale di Napoli ma soprattutto e, aggiungiamo finalmente, a conforto della nostra tenace ricerca, acquisire la foto della dramma di Velia catalogata con il numero progressivo 2994 dell’opera di Giuseppe Fiorelli. Dobbiamo poi ringraziare la Biblioteca di Avellino, unica che è stata in grado di fornirci il testo completo del succinto articolo del 1820 del Principe di S. Giorgio, Domenico Spinelli.
Uno dei problemi delle monete coniate prima di Cristo, in particolare delle monete di bronzo, è quello di individuare le loro denominazioni e le loro relazioni di valore.
Questo problema riguarda la monetazione di tutte le città che si affacciavano al mediterraneo e può essere risolto solo attraverso il collegamento e il confronto di tutte le singole emissioni, l’analisi delle loro somiglianze e differenze. Nessuna città può essere esclusa da questa ricerca, neppure Roma, che per quattro secoli fece parte di questo sistema (detto ogni impropriamente “greco”), e non poteva sapere quali sarebbero stati gli sviluppi della sua storia, che l’avrebbero portata a distinguersi da tutte le altre città e a dare al mondo una nuova forma di organizzazione politica ed economica. Nessuno allora poteva presagire che i Romani, “fatto senza precedenti nella storia, in meno di 53 anni” avrebbero conquistato quasi tutta la terra abitata ed avrebbero allora adattato il sistema monetario alla nuova situazione.