Medaglie, decorazioni, ordini militari, gettoni, tessere monetarie, medaglie napoletane, medaglie degli stati italiani preunitari, medaglie pontificie, medaglie napoleoniche: articoli e studi di numismatica.
LA LAVORAZIONE DEL TABACCO VENNE INTRAPRESA A ROMA ALLA METÀ DEL XVIII SECOLO. VARIE FURONO LE MANIFATTURE PAPALI. NEL 1863 PAPA PIO IX NE INAUGURÒ LA SEDE STABILE A TRASTEVERE, EVENTO RICORDATO IN UNA MEDAGLIA.
di Fabio Robotti
L’uso del tabacco venne introdotto nella Roma pontificia dal cardinale Prospero Publicola de Santa Croce (1514-1589) che, in qualità di Nunzio Apostolico in Portogallo, ebbe l’occasione di incontrare, alla corte di re Sebastiano I, l’accademico di Francia Jean Nicot (1530-1600) e di sperimentare il fiuto del tabacco. Il celebre erudito francese, che in quel periodo ricopriva l’incarico di ambasciatore aveva, infatti, impiantato una coltivazione di tabacco nei giardini reali di Lisbona.
L’uso del tabacco si diffuse rapidamente a larghe fasce della società poiché era diffusa la credenza che la sua assunzione, fiutandolo ovvero fumandolo in pipa, giovasse alla salute per le sue virtù medicali.
Segue: LA MANIFATTURA DEL TABACCO NELLA ROMA PONTIFICIA, articolo completo in formato pdf, tratto da Panorama Numismatico nr.318 – Giugno 2016
LIBIA
Mussolini nominò Italo Balbo governatore della Libia con lettera datata 31 ottobre 1933, togliendogli contemporaneamente il ministero dell’aeronautica, che fu riunito con tutte le restanti forze armate in un unico comando nelle mani del Duce.
Balbo considerò inizialmente la nomina come una punizione, come una volontà di Mussolini di allontanarlo il più possibile dalla scena italiana, ma poi, passati i primi giorni di disagio e delusione, il suo stato d’animo si risollevò notevolmente in quanto era sostanzialmente in una situazione di assoluta libertà di fare e disporre a suo piacimento.
Quando Balbo giunse in Libia la penetrazione italiana era modesta e limitata alla zona costiera, le aree abitate erano lontane fra loro con comunicazioni molto difficoltose. Però il territorio, le città, con Tripoli in testa, e le genti, esercitavano sugli italiani un grande fascino.
Posta la residenza in un castello cinquecentesco costruito dai Cavalieri di Malta tra la città vecchia e il porto, cercò di creare attorno a se una cerchia di validi collaboratori attingendoli in prevalenza tra il folto gruppo di amici.
IL SUO GIORNALE: ” IL CORRIERE PADANO”
Un altro aspetto molto importante per Balbo era rappresentato dalla carta stampata, in quanto veicolo propagandistico per eccellenza in grado di raggiungere vaste platee.
Infatti Balbo ancora giovanissimo, dopo alcune esperienze giornalistiche, accarezzò l’idea di dotare il fascismo ferrarese di un organo di stampa prestigioso che non si limitasse a riportare i fatti di cronaca nazionali o locali ma che fosse altresì finalizzato ad amplificare il pensiero fascista ed il suo in particolare.
L’ idea si potè concretizzare solo agli inizi del 1925 quando Balbo riuscì ad ottenere l’appoggio finanziario della ricca moglie Emanuella Florio, della società Saccarifera Eridania di Genova, che aveva notevoli interessi nel ferrarese, dell’Associazione degli Agricoltori, dell’Ente del Turismo e della Fondazione Cevasco.
Fissata la sede in una modesta e piccola casa nella città vecchia, il 5 aprile uscì il primo numero de “II Corriere Padano”, formato di soli quattro fogli e con una tiratura di 3000 copie.
Tre anni dopo questo inizio stentato il giornale tirava già oltre 30.000 copie e aveva assorbito un concorrente storico: La Gazzetta Ferrarese. Nel frattempo la sede era stata trasferita in uno stabile appositamente costruito in viale Cavour, una delle vie più signorili della città.
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA INCISA NEL 1598 DALLO SCULTORE MARCHIGIANO ANTONIO CASONI, È L’UNICA TESTIMONIANZA ICONOGRAFICA DELLA CAMPAGNA PAPALE CONTRO L’ESTENSE.
A memoria della spedizione militare contro Cesare d’Este per la recuperatione di Ferrara alla Santa Sede
Anni or sono, dopo alcuni mesi di ricerche, pubblicai uno studio sulle medaglie papali legate alla devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato pontificio, conseguente all’interruzione della linea dinastica diretta della famiglia d’Este, in quanto Alfonso II morì senza lasciare figli legittimi e designando erede il cugino Cesare d’Este, del ramo di Montecchio, successione ritenuta illegittima dal pontefice Clemente VIII. Come noto, Cesare d’Este tentò comunque di mantenere il Ducato di Ferrara ma di fronte alla scomunica papale e alla presenza dell’esercito papalino schierato a Faenza, decise di rinunciare. Gli Estensi rimasero così titolari del solo Ducato di Modena e Reggio, scegliendo Modena come nuova capitale dello Stato.
Dopo la pubblicazione della predetta opera ho ampliato il campo d’indagine ad ogni altra medaglia che facesse riferimento all’evento. Questo mi ha portato ad interessarmi della medaglia oggetto del presente intervento, dedicata ad uno dei principali protagonisti della devoluzione, il cardinale Pietro Aldobrandini.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.303 – Febbraio 2015 – numero esaurito.
Medaglia n.18
D/ Nel campo: testa dell’Italia turrita rivolta verso sinistra, tra la pala di un elica trasversale ed un fascio in palo.
In basso a destra: G. ROMAGNOLI
Lungo il bordo: PER L’ ITALIA – PER LA RIVOLUZIONE – PER L’AVIAZIONE
R/ Nel campo: i ventiquattro idrovolanti in formazione di volo sull’Atlantico.
In basso, ai lati dell’ultima fila di aerei: XI – E. F.
Lungo il bordo: CROCIERA ATLANTICA DEL DECENNALE
Autore: Romagnoli Giuseppe; Coniazione: Zecca di Stato; Bordo: liscio
Diametro: mm 120,83 e 51; Metallo: bronzo
Riferimenti: Soldi, anno XX, n. 2, p. 28, n. 212; Casolari XI/ 14