Medaglie, decorazioni, ordini militari, gettoni, tessere monetarie, medaglie napoletane, medaglie degli stati italiani preunitari, medaglie pontificie, medaglie napoleoniche: articoli e studi di numismatica.
di F. Ceccarelli – da Panorama Numismatico nr. 99/ Luglio 1996 – articolo richiesto da un ns. lettore
La medaglistica indubbiamente presenta ancor oggi da un punto di vista più strettamente scientifico e speculativo, nonostante gli ottimi studi effettuati, molti problemi – soprattutto di identificazione, di datazione e di attribuzione – e molti quesiti tuttora insoluti. Molti autori infatti sono noti magari solo per le loro sigle, rimangono pertanto né più né meno che degli illustri sconosciuti, e molte sono le medaglie non firmare, che spesso costituiscono dei veri e propri rompicapo, con i vari tentativi di attribuzioni basate essenzialmente su analogie di stile, di esecuzione, di soggetto, per non parlare poi dei molti, moltissimi personaggi noti solo per essere stati effigiali o menzionati sulle medaglie.
di Francesco di Rauso – da Panorama Numismatico nr. 234 / Novembre 2008
Ho avuto occasione dal dr. D’Auria di ultimare gli studi su questa medaglia grazie al libro, da lui gentilmente messomi a disposizione, dal quale ho attinto le notizie utili alla stesura del seguente articolo. Il libro intitolato Le compagnie del gas in Napoli. A cura della compagnia Napoletana Gas nel centenario della sua costituzione 1862-1962, Napoli 1962 si è rivelato una miniera d’informazioni sul sistema d’illuminazione pubblica della città di Napoli, dai primi sistemi d’illuminazione ad olio, fino al sistema d’illuminazione a gas idrogeno. Nel leggere le cronache ed i documenti dell’epoca fantastico con la mente e mi pare di ritornare, in alcuni momenti, indietro nel tempo, in un XIX secolo in pieno fervore culturale, in una Napoli ricca e progressista, regnata da un sovrano che fece tanto per il benessere del suo Regno che più di tutti gli altri Stati italiani era al passo con i tempi sia sul piano economico che industriale e che nulla aveva da invidiare agli altri grandi Stati europei.
di Elio Concetti – da Panorama Numismatico 187/luglio 2004
In una trasmissione televisiva si affermò che il re Vittorio Emanuele III di Savoia, da fanciullo , era stato affetto da rachitismo e ciò gli impedì una crescita normale.
Questa malattia è caratterizzata soprattutto da difetti di calcificazione delle ossa e colpisce frequentemente i bambini nei primi tre anni di vita ma può comparire anche nell’adolescenza. Certe conformazioni fisiche dovute ad un mancato sviluppo possono invece interessare anche bambini nati da genitori legati fra loro da stretti vincoli di parentela . Ed è questo, si ritiene , il caso di Vittorio Emanuele III, nato a Napoli nel 1869 da Umberto e Margherita di Savoia.
I due erano cugini di primo grado essendo Margherita figlia di uno zio paterno di Umberto , cioè di Ferdinando , duca di Genova che sposò la principessa Elisabetta di Sassonia. A parte queste unioni dinastiche che influirono negativamente sullo sviluppo fisico di Vittorio Emanuele, si deve riconoscere che egli non si sentì mai menomato dalla sua ridotta corporatura. Dopo la morte violenta del padre salì al trono e, per nulla imbarazzato dalla sua più che modesta statura , iniziò a svolgere le proprie funzioni istituzionali, dalla sua intelligenza e dalla sua cultura . Si attenne sempre e scrupolosamente alle norme dello Statuto albertino per quasi mezzo secolo.
Quaderni di Panorama Numismatico – di Francesco di Rauso e Gionata Barbieri – da Panorama Numismatico nr.248/Febbraio 2010
Elia Pulcheria, Santa ed imperatrice dell’Impero Romano d’Oriente, è la protagonista di una medaglia coniata nella zecca di Napoli nel 1862, nella quale sono nascosti dei particolari a dir poco equivoci per il momento storico in cui venne realizzata.
Nel corso di questo articolo discuteremo, grazie ad alcuni documenti consultati presso i principali archivi napoletani ed altro materiale costituente pronunciamento ufficiale della Chiesa, per quali motivi Ella venne venerata a Napoli in quel periodo e, soprattutto, perché un incisore napoletano di nome Luigi Arnaud abbia inciso questo conio.
Iniziamo con la descrizione sintetica della medaglia, poi passeremo ad una panoramica storico-numismatica che intende rammentare ai lettori chi era Elia Pulcheria.
di Francesco di Rauso – da Panorama Numismatico nr.242/Luglio-Agosto – nr.243/Settembre – nr.244/Ottobre 2009
LE MEDAGLIE NAPOLETANE DI GIOACCHINO MURAT SONO TRA LE MIGLIORI DELL’OTTOCENTO ITALIANO MA PER I COLLEZIONISTI C’E’ ANCHE IL PROBLEMA DEI RICONI. FRANCESCO DI RAUSO CI AIUTA AD INDIVIDUARLI.
A poco più di due secoli dall’assunzione al trono di Napoli di Gioacchino Murat (1808) ritengo utile, attraverso il presente articolo, rievocare la memoria di questo grande e valoroso sovrano.
Nel 1815 dopo il ritorno di Ferdinando IV di Borbone sul trono di Napoli (questa volta senza la consorte Maria Carolina ed il fedele Acton, entrambi morti durante l’esilio in Sicilia) si volle cancellare, almeno dalle monete in circolazione, il ricordo della Repubblica Napoletana e degli usurpatori napoleonici ritirando dalla circolazione (nel periodo compreso tra il 1815 ed il 1848) numerose piastre da 120 grana e ribattendo su d’esse la nuova impronta borbonica. Gli esemplari sottoposti a questa operazione sono riconoscibili da quelli ordinari, grazie ad una R posta al dritto. Come già accennato in un mio precedente articolo (Le reimpresse: due monete in una – Panorama Numismatico, Maggio 2001), la storia non si può cancellare (tanto meno in numismatica) e ciò ci viene ricordato ogni qual volta che sotto le effigi Ferdinando IV e dei suoi successori, fa capolino la fronte di Giuseppe Napoleone o qualche ciocca di capelli di Murat.