Articoli e studi di numismatica su cartamoneta e banconote.
Ci sono luoghi del pensiero in cui spesso un collezionista o un cultore monetario veleggia con sospirata nostalgia, attingendo allo scrigno dei ricordi e all’ardore dell’immaginazione per interpretare, con spirito nuovo, tempi e luoghi ormai lontani, da cui trae origine la sua storia. In Italia, dove la sensibilità artistica e la vena poetica hanno acquisito uno statuto particolare, questa forma del pensiero assume una conformazione precisa: un itinerarium mentis, che dalla severità barocca di Barbetti approda alla postmodernità policromatica di Capranesi, evolvendo verso sentieri tecnologici sempre più attuali e affascinanti.
Stiamo parlando del biglietto più conosciuto e nominato nella storia della cartamoneta italiana, un topos del pensiero e dell’azione: il simbolo della cartamoneta per antonomasia incarnato per secoli dal biglietto da Mille Lire. Questo “personaggio”, dal carisma magnetico, ha assunto fattezze e colori diversi nel corso della sua lunga storia. Compie il suo esordio a Torino, nel 1746 come cartamoneta di Stato con rendita annuale, per poi prendersi una “pausa tecnica” di circa un quarto di secolo. Infatti, a causa della Rivoluzione Francese nonché dell’invasione napoleonica, i “biglietti delle Regie Finanze” di Torino subirono una forte perdita del potere di acquisto e cessarono il loro corso con la loro ultima emissione del primo settembre 1799.
di Corrado Marino
L’INDIPENDENZA NAZIONALE DOPO LA FINE DEL COLONIALISMO FRANCESE. L’INIZIO DELLA GUERRA DEL VIETNAM. IL RITORNO IN PATRIA DI SIANUK E POI IL SUO ROVESCIAMENTO. LA TERRIBILE ESPERIENZA DEL REGIME COMUNISTA DI POL POT. IL RITORNO ALLA NORMALITÀ RAPPRESENTATA ANCORA UNA VOLTA DEL RE SIANUK E IL PASSAGGIO DEL TRONO AL FIGLIO.
Dalla fine del colonialisno francese all’ascesa al trono del figlio del “sovrano immortale” Norodom Sianuk
La complessa e a più riprese drammatica storia della Cambogia è descritta con attenzione nelle sue emissioni cartacee, a volte di modesta fattura, altre di ottimo livello sia tecnico che artistico, che vanno dall’ultimo periodo della colonizzazione francese fino a oggi. L’espansione francese nel Sud-Est Asiatico ebbe inizio già al tempo di Napoleone III e si rivolse verso i tre paesi dell’Indocina: Viet Nam, Laos e Cambogia. In quest’ultima si era sviluppata, a partire dal IX secolo, la grande civiltà Khmer, che ci ha lasciato complessi monumentali di straordinaria bellezza, giunti quasi intatti fino a noi.
Raggiunto l’apogeo della potenza nel XIII secolo, la Cambogia cominciò una lunga decadenza, durante la quale fu assoggettata a turno dai suoi potenti vicini, il Siam (oggi Thailandia) a nord-ovest e il Viet Nam a nord-est. Diversi monumenti di grande valore si trovano infatti in territorio thailandese, vietnamita e laotiano e testimoniano di quanto esteso fosse il territorio cambogiano. Per molti anni, quando il paese era precluso ai visitatori, gli unici monumenti khmer visibili dai turisti erano quelli di Prah Viehar situati appena al di qua del confine thailandese.
Segue: articolo completo Travagliata storia della Cambogia attraverso le sue emissioni cartacee tratto da Panorama Numismatico nr.347 Febbraio 2019
LA REPUBBLICA AZERA DURÒ SOLO DAL NOVEMBRE DEL 1945 AL DICEMBRE DELL’ANNO SUCCESSIVO ED EMISE BANCONOTE IN SEI TAGLI DIVERSI. PRIVE DI PARTICOLARE PREGIO ESTETICO, COSTITUISCONO PERÒ LA TESTIMONINZA DI UNA POCO NOTA PAGINA DI STORIA DEL SECOLO SCORSO.
La presenza sovietica nell’Iran settentrionale e la secessione Azera
Alcuni anni orsono abbiamo acquistato la banconota qui riprodotta da un commerciante di Istanbul, insieme ad alcune altre emesse durante gli ultimi anni dell’Impero Ottomano al tempo della Prima guerra mondiale e all’inizio abbiamo pensato che si trattasse di un biglietto dello stesso genere, di un tipo non noto (allora eravamo ancora alle prime armi come collezionista). Questa ipotesi era avvalorata dallo stesso venditore che di banconote evidentemente ne sapeva ancora meno di noi. La provenienza ottomana pareva essere confermata dalla datazione in caratteri arabi in piccolo, al centro in basso del recto del pezzo, cioè il 1324 dell’Egira corrispondente, in apparenza, al 1906.
Scarica articolo completo La presenza sovietica nell’Iran settentrionale e la secessione Azera tratto da Panorama Numismatico nr.341, luglio/agosto 2018
Il danaro è da millenni indispensabile per tutte le attività economiche e i tentativi di farne a meno si sono risolti in tragedia. Nelle comuni popolari di Mao Tsedong le banconote, soppiantate dai buoni merce, inevitabilmente risorgono e oggi in Cina a nessuno salta in mente di abolire il danaro. Il sanguinoso esperimento anticapitalista di Pol Pot.
di Corrado Marino
Dalle teorie dei primi filosofi socialisti ai tragici regimi di Mao e Pol Pot
La moneta, come si legge nei manuali di storia economica, intesa come mezzo di pagamento, forma di risparmio e misura del valore delle cose e del lavoro, nacque presumibilmente verso la fine del II millennio a.C. Per questi scopi i nostri antenati usarono barrette metalliche, pelli di animali, conchiglie, sale e altro ancora, tutte cose in grado di non deteriorarsi facilmente e di essere conservate per un tempo più o meno lungo. Quelle che noi conosciamo come “monete”, cioè tondini di metallo, primo tra tutti l’oro, con simboli o figure, ebbero la loro origine verso la fine del VII secolo a.C. sulle coste occidentali dell’Asia Minore dove i greci avevano creato delle colonie1 che commerciavano attivamente con le polis della madrepatria, con i Fenici e lungo tutte le coste del Mediterraneo, e già nel V sec. a.C. grandi maestri della scultura quali Cimmone ed Eveneto crearono coniazioni di insuperata bellezza, che compaiono oggi nei musei e nelle collezioni di pochi fortunati.
Scarica l’articolo completo in formato PDF Si può bandire la moneta?, articolo tratto da Panorama Numismatico nr.338, aprile 2018
QUELLA DEGLI “UOMINI ILLUSTRI” FU UNA EMISSIONE PARTICOLARMENTE INNOVATIVA SIA PER LO STILE ICONOGRAFICO CHE PER LE TECNICHE CON CUI VENNE REALIZZATA
Agli albori del XX secolo l’attività economica del Mezzogiorno d’Italia registra una significativa impennata la quale, come è stato acutamente osservato da eminenti studiosi, consegue ad una più intensa industrializzazione, nonché ad un tasso di sviluppo così elevato da toccare livelli mai raggiunti in precedenza.
A tale quadro macroeconomico si aggiungono alcune decisioni di politica creditizia da parte del Banco di Napoli: nella specie, si registrò un incremento nella apertura di nuove succursali dell’Istituto, con una più intensa partecipazione alla vita economia e sociale del paese e tale svolta nella liquidità monetaria determinò una maggiore circolazione ed un più rapido consumo dei biglietti emessi. Infatti, come insegna la teoria quantitativa, la velocità di circolazione della moneta è data dal rapporto tra volume delle transazioni e quantità di moneta in circolazione moltiplicata per il livello del prezzi (V= T/M x P) e, poiché un aumento del livello del reddito e della crescita economica influenza i valori di T e di P, a parità del valore M di quantità di moneta in circolazione, ciò determina un inevitabile incremento della velocità di circolazione V ed un più rapido logorio dei biglietti.
Scarica l’articolo completo UOMINI ILLUSTRI DEL BANCO DI NAPOLI tratto da Panorama Numismatico nr.335, gennaio 2018