Articoli e studi di numismatica su cartamoneta e banconote.
QUELLA DEGLI “UOMINI ILLUSTRI” FU UNA EMISSIONE PARTICOLARMENTE INNOVATIVA SIA PER LO STILE ICONOGRAFICO CHE PER LE TECNICHE CON CUI VENNE REALIZZATA
Agli albori del XX secolo l’attività economica del Mezzogiorno d’Italia registra una significativa impennata la quale, come è stato acutamente osservato da eminenti studiosi, consegue ad una più intensa industrializzazione, nonché ad un tasso di sviluppo così elevato da toccare livelli mai raggiunti in precedenza.
A tale quadro macroeconomico si aggiungono alcune decisioni di politica creditizia da parte del Banco di Napoli: nella specie, si registrò un incremento nella apertura di nuove succursali dell’Istituto, con una più intensa partecipazione alla vita economia e sociale del paese e tale svolta nella liquidità monetaria determinò una maggiore circolazione ed un più rapido consumo dei biglietti emessi. Infatti, come insegna la teoria quantitativa, la velocità di circolazione della moneta è data dal rapporto tra volume delle transazioni e quantità di moneta in circolazione moltiplicata per il livello del prezzi (V= T/M x P) e, poiché un aumento del livello del reddito e della crescita economica influenza i valori di T e di P, a parità del valore M di quantità di moneta in circolazione, ciò determina un inevitabile incremento della velocità di circolazione V ed un più rapido logorio dei biglietti.
Scarica l’articolo completo UOMINI ILLUSTRI DEL BANCO DI NAPOLI tratto da Panorama Numismatico nr.335, gennaio 2018
di Corrado Marino
Messaggi politici e religiosi, ma anche auguri di felice matrimonio con banconote iraniane il cui valore è stato praticamente azzerato dall’inflazione galoppante.
Allah è grande, gloria ad Alì… e viva gli sposi
In diversi paesi del mondo si fa uso di banconote, o meglio di facsimili della carta moneta, come strumento di propaganda politica, oltre che per fini augurali in occasione di matrimoni, anniversari, e anche di funerali. Il caso più conosciuto è probabilmente quello delle “Hell Banknotes” (letteralmente “banconote degli Inferi”) in uso in tutta la Cina e soprattutto nelle China Town sparse per il mondo, che vengono bruciate nel corso delle esequie per augurare ai defunti, anche quelli che vivevano in ristrettezze, la prosperità nell’oltretomba. Naturalmente si tratta di biglietti finti, stampati su carta comune, assai colorati e con soggetti di fantasia e numerali astronomici, di centinaia di milioni di dollari o yuan. Si possono acquistare per pochi centesimi come fanno i parenti del defunto, nonché come souvenir da parte di turisti di passaggio. Non si tratta mai di biglietti autentici, salvo nel caso di famiglie di magnati che per evidenziare il successo economico che avevano raggiunto sono disposte a bruciare qualche vera banconota, ovviamente di piccolo taglio. Del tutto diversa è la situazione in Iran.
Segue: articolo completo BANCONOTE AUGURALI in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.330, luglio-agosto 2017
A quanti di noi sarà capitato almeno una volta, all’atto di un pagamento presso un esercizio commerciale, oppure presso un ufficio postale o bancario che la nostra preziosa banconota venisse rifiutata per sospetto di falsità. In quel momento avremo sentito almeno per un attimo il nostro cuore battere a mille dopodiché il nostro stato d’animo sarà stato attraversato da tre diverse fasi emotive: la prima sensazione sarà stata di imbarazzo verso colui che ce l’ha rifiutata, la seconda di curiosità, dove mai questo biglietto ci avrà ingannato? E dopo aver accertato che poi non era così difficile capire che era contraffatto attraverso il controllo di filigrane, colori ed esami comparati con un biglietto autentico, non ci rimarrà che una grande delusione nel constatare di aver ormai completamente perso il nostro denaro.
Segue: articolo completo I falsi e la loro valenza numismatica in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.116/febbraio 1997. Articolo richiesto da una nostra lettrice, tramite il modulo Richiesta articoli arretrati.
IN VISTA DELLA RIFORMA MONETARIA, LA BANCA D’ITALIA INIZIÒ AD IMPEGNARE I PROPRI TECNICI E ARTISTI NELLA PROGETTAZIONE DELLE NUOVE BANCONOTE, IDEANDO SOLUZIONI PARTICOLARMENTE INNOVATIVE.
L’idea, da parte dello Stato italiano, di recuperare prestigio economico e politico da una riforma del “modulo monetario” nasce da lontano e acquista spessore teorico fin dai tempi della liberazione Alleata negli anni conclusivi del Secondo conflitto mondiale. In quella circostanza il paventato cambio della moneta si proponeva obiettivi ambiziosi e di giustizia sociale: dal blocco dei biglietti esportati all’estero a seguito di attività speculative e frodatorie, alla riduzione di almeno un terzo della base monetaria in funzione antiinflazionistica; dal censimento nominativo della ricchezza mobiliare (all’atto del cambio della valuta), al realizzarsi di una forma di imposizione fiscale diretta e più equa che servisse da volano per i primi investimenti pubblici nella ricostruzione.
Segue: articolo completo in formato pdf La lira pesante tratto da Panorama Numismatico nr.329, giugno 2017
I falsi gulden e rubli di Napoleone
La falsificazione nella cartamoneta è vecchia quanto lo è la sua storia. I primi biglietti cinesi recavano impresse le terribili minacce della legge del Gran Khan, rivolte a chi avesse tentato di falsificarli (probabilmente perché qualcuno c’era già riuscito): i daler di Johan Palmstruch, le prime banconote europee, vennero falsificati dopo poco tempo dalla loro emissione, nonostante fossero dotati di ben dieci firme manoscritte e sigilli in ceralacca.
Scarica articolo completo Sulla falsificazione della cartamoneta a scopo politico tratto da Panorama Numismatico nr.109/giugno 1997. Articolo richiesto da una nostra lettrice.