Articoli e studi di numismatica su cartamoneta e banconote.
da Panorama Numismatico n. 108, maggio 1997
I miniassegni
di Stefano Di Virgilio
L’emergenza monetaria del 1974
Come era già successo alla fine del secolo scorso, anche tra il 1974 e il 1978 l’Italia fu alle prese con una nuova emergenza monetaria. Questa volta a sparire, con un’accelerazione repentina nel 1976, furono i pezzi da 20, 50 e 100 lire; fu soprattutto la mancanza dei tagli da 50 e da 100 lire a creare i maggiori problemi. Con questi valori, infatti, si compivano numerose transazioni, specie nel piccolo commercio; anche i caselli autostradali incontravano serie difficoltà nel dare il resto. […]
Tra i primi surrogati vi furono alcuni tondelli di plastica contenenti francobolli: la misura era resa necessaria dalla loro naturale fragilità e dalla facilità con cui potevano perdersi. Si ricorse anche ai gettoni telefonici che erano tra i più accettati. […]
Articolo completo in formato pdf
di Gaetano Russo
RARISSIMA È LA BANCONOTA DA 500 LIRE EMESSA NEL PERIODO DI TRANSIZIONE TRA MONARCHIA E REPUBBLICA ITALIANA.
Il periodo di cui ci accingiamo a trattare è tra i più complessi della storiografia contemporanea, perché incorpora un insieme di eventi pubblici e privati di così densa portata, alcuni dei quali al momento in cui si scrive non hanno ancora trovato un definitivo chiarimento e sono tuttora oggetto di vivaci critiche e di accurati studi integrativi. Di questo passaggio epocale, che ha condotto alla democrazia costituzionale parlamentare, forniremo la sintesi ricostruttiva, icasticamente espressa da una emissione monetaria rappresentativa, che ne racchiude il momento unico insieme alla drammaticità delle vicende, cui si aggiunge un fascino evocativo inenarrabile.
All’inizio del 1943 la situazione militare per l’Italia si profilava in modo alquanto negativo: la caduta del fronte africano il 4 novembre del 1942; la caduta di Tunisi del 13 maggio del ’43 con la connessa invasione delle forze Angloamericane in Nordafrica; la disfatta della VIII armata italiana durante la campagna di Russia. Inoltre, la crescente mancanza di viveri, di generi di prima necessità e di materie prime, demoralizzarono ulteriormente la popolazione, che ormai voleva la fine della guerra e lo scioglimento del “patto di acciaio” con la Germania. Ma è con lo sbarco in Sicilia del 10 luglio a opera delle forze Alleate che l’esito del conflitto è ormai chiaro. Il successivo 19 luglio gli aerei americani bombardano per la prima volta Roma.
Scarica articolo completo Dalla monarchia alla Repubblica tratto da Panorama Numismatico n.352 di Luglio-Agosto 2019
È uscito il terzo numero di AIC Magazine, il primo periodico italiano interamente dedicato alla cartamoneta, pubblicato dall’Associazione Italiana Cartamoneta. La rivista, oltre che elegante nella forma, risulta particolarmente ricca di contenuti e di novità: gli articoli offrono interessanti approfondimenti sugli argomenti più diversi, dalla produzione della carta con filigrana alle banconote in polimero di plastica, tutti corredati da un ricco apparato iconografico.
Si troveranno, all’interno: La forma, dalla gestualità alla tecnica, di Livia Faggioni; Ciao lira!, di Giovanni Fina; La rivoluzione polimerica, di Stefano Poddi; Il 100 lire delle Regie Finanze del 1760, di Giovanni Ardimento; La stampa calcografica, di Luigi Lanfossi; Confronto fra i cataloghi, di Stefano Poddi; Convegni numismatici nel mondo, di Fabrizio Raponi.
Per informazioni: www.associazioneitalianacartamoneta.it
e-mail: info@associazioneitalianacartamoneta.it
LE FIRME CHE COMPAIONO SU UN BIGLIETTO DEL BANCO DI NAPOLI NON SONO LE STESSE RIPORTATE SOLITAMENTE SUI CATALOGHI.
di Giovanni Carannante
Nella metà dello scorso anno ho notato un biglietto del Banco di Napoli da 500 lire con data 1/04/1885 (fig. 1) e con sommo stupore ho constatato che alcune firme erano diverse da quelle riportate su alcuni cataloghi.
Devo dire che una banconota del 1885 non l’avevo mai vista nel corso dei miei quarant’anni di collezionismo. Subito pensai si trattasse di una variante di firme (ritenendo sempre esatte le firme dei cataloghi, che riportano Pignataro, Cannaveri e Giannini, le stesse dell’emissione precedente: 1881); la prima firma “il ragioniere”, “cat. Pignataro”, sono riuscito subito a decifrarla perché è la stessa dell’emissione del 1877 (Ascione).
Ci sono luoghi del pensiero in cui spesso un collezionista o un cultore monetario veleggia con sospirata nostalgia, attingendo allo scrigno dei ricordi e all’ardore dell’immaginazione per interpretare, con spirito nuovo, tempi e luoghi ormai lontani, da cui trae origine la sua storia. In Italia, dove la sensibilità artistica e la vena poetica hanno acquisito uno statuto particolare, questa forma del pensiero assume una conformazione precisa: un itinerarium mentis, che dalla severità barocca di Barbetti approda alla postmodernità policromatica di Capranesi, evolvendo verso sentieri tecnologici sempre più attuali e affascinanti.
Stiamo parlando del biglietto più conosciuto e nominato nella storia della cartamoneta italiana, un topos del pensiero e dell’azione: il simbolo della cartamoneta per antonomasia incarnato per secoli dal biglietto da Mille Lire. Questo “personaggio”, dal carisma magnetico, ha assunto fattezze e colori diversi nel corso della sua lunga storia. Compie il suo esordio a Torino, nel 1746 come cartamoneta di Stato con rendita annuale, per poi prendersi una “pausa tecnica” di circa un quarto di secolo. Infatti, a causa della Rivoluzione Francese nonché dell’invasione napoleonica, i “biglietti delle Regie Finanze” di Torino subirono una forte perdita del potere di acquisto e cessarono il loro corso con la loro ultima emissione del primo settembre 1799.