Non sono sicuramente facili da classificare i trachy bizantini, cioè quelle monete in rame (in realtà di minima mistrua) coniate con una curiosa forma concava durante l’impero bizantino tra l’XI e il XII secolo. Questo libro sicuramente diventerà una guida essenziale per tutti coloro che sono interessati a classificare le loro monete, anche le più consunte.
Il libro si apre con la storia del periodo ma passa subito all’aspetto numismatico per tentare di spiegare quali furono i motivi che portarono a questa scelta del resto non originale visto che monete concave furono battute anche in precedenza. «Non vi sono certezze», scrive l’autore, «circa le ragioni che hanno favorito l’adozione della scifatura: forse in quanto essa assicura una maggiore resistenza del tondello alla piegatura, soprattutto nel momento in cui il titolo di fino viene abbassato da 24 a 18/20 carati e, pertanto, il metallo risulta maggiormente malleabile. Una scelta che comporta notevoli inconvenienti tecnici: maggiore difficoltà nella coniazione del diritto, soprattutto nella sua parte più esterna, per cui la leggenda spesso è poco leggibile; rapida usura del verso, ovvero della superficie convessa. D’altra parte, l’adozione di questa forma consente l’uso di un tondello più sottile e quindi il mantenimento del diametro usuale pur riducendo il peso e questa parrebbe essere la ragione principale per l’adozione di questa particolare forma. Inoltre in questo modo si ottiene di differenziare bene le due monete auree allora in uso: l’histamenon, il cui peso è di 4,35 g, dal tetarteron, il cui peso è di 4,05 g.»
L’autore poi analizza la tecnica di coniazione sulla quale vi sono molte incertezze arrivando a concludere che il conio d’incudine era concavo e non convesso e ad esso corrispondeva il busto di Cristo.
Tuttavia egli considera come diritto il lato con il ritratto dell’imperatore o dell’autorità a nome della quale viene coniata la moneta.
Come si è appena detto, classificare questo tipo di monete è molto difficile, un po’ per la loro forte usura, un po’ per la tecnica di coniazione. Il libro fornisce quindi, per prima cosa, un catalogo generale del tipo di moneta partendo da Alessio I (1081-1118) fino a Teodoro Mankaphas (1188-1189 e 1204-1206). Ogni tipologia è accuratamente descritta e illustrata fornendo anche la bibliografia di confronto.
La guida al riconoscimento rapido dei trachy è il punto più interessante del libro: «sebbene spesso il verso della moneta, in quanto convesso, appare assai più consunto del dritto, concavo, tuttavia mantiene una leggibilità sufficiente ad identificarne la tipologia. Poiché ad ogni verso corrisponde un limitato numero di dritti (a volte uno solo), partendo da esso è pressoché sempre possibile identificare con sicurezza la moneta stessa, anche quando è molto usurata.»
Seguono perciò le tabelle in cui, ad esempio, il busto del Cristo si trova associato a cinque diversi imperatori (Alessio I, Giovanni I, ecc.), segue il tipo col Cristo in trono che a sua volta è associato a sette tipologie, e così via. Va da sé che con questa facile guida è possibile anche per persone poco esperte classificare monete anche poco leggibili. Completa questo utile volume un prezzario dei trachy.
Alberto Trivero Rivera
CATALOGO DEI TRACHY DI MISTURA DEI COMNENI-ANGELIDI 1081-1203
Editrice Diana 2014
pp. 76 – 17 x 24 cm
15 euro
Info: www.classicadiana.it
Tel. e fax 0776 22815