Recentemente la Commissione europea per gli Affari economici e monetari ha rilasciato una comunicazione in cui si dichiara che le monetine da 1 e 2 centesimi di euro, vista la diminuzione del potere d’acquisto di questi due piccoli tagli, sono un costo per la collettività, quindi non si esclude il loro ritiro. Per produrli e distribuirli si spende più del loro valore nominale. Le soluzioni proposte dalla Commissione, dopo numerose consultazioni, sono quattro: status quo, si mantiene la situazione attuale senza modificare nulla, le monete continueranno ad avere valore legale; issuance at reduced cost, i pezzi seguiteranno ad essere emessi ma a costo ridotto, cambiando materiale e/o modificando il processo di produzione; quick withdrawal, si prevede un ritiro rapido e integrale dalla circolazione, le monete non avrebbero più valore legale, con la conseguente necessità di un arrotondamento dei prezzi; fading out, in questo caso si prospetta la scomparsa lenta e graduale dei pezzi per mancata sostituzione. A parte il primo caso, dove non cambia nulla, si dovrà modificare il regolamento (CE) n. 975/98 del Consiglio europeo riguardante i valori unitari e le specifiche tecniche delle monete metalliche in euro destinate alla circolazione.
Da un lato si teme che la scomparsa delle monetine da 1 e 2 centesimi possa generare inflazione, ma spesso sono proprio i cittadini stessi a non dar loro importanza e, al momento di un pagamento, vengono totalmente ignorate. Sono accumulate e dimenticate in molti posti, tasche, salvadanai, ciotole, cassetti, insomma sono trattate come oggetti senza valore e, per questo, non vengono rimesse in circolazione. Alcuni invece lamentano il fatto che certi commercianti rifiutino di accettare in pagamento pezzi da 1 o 2 centesimi. Secondo l’art. 1277 (Delle obbligazioni pecuniarie), del codice civile, i debiti pecuniari si estinguono con monete aventi corso legale nello Stato al tempo del pagamento […]. Pertanto, fino a quando i centesimi faranno parte della moneta avente valore legale, non è assolutamente possibile rifiutare il pagamento con tali pezzi. Invece l’art. 11 del regolamento (CE) n. 974/98, in relazione al limite posto al potere liberatorio, stabilisce che, ad eccezione dell’autorità emittente, nessuno è obbligato ad accettare più di 50 monete metalliche in un singolo pagamento a prescindere dal taglio. Di conseguenza, il potere liberatorio del centesimo è pari a soli 0,50 euro.
Considerato che le monete sono coniate dai governi nazionali, la Camera dei deputati ha recentemente approvato una mozione che impegna il Governo italiano a sospendere la produzione delle monete da 1 e 2 centesimi per la normale circolazione; resterebbe una piccola coniazione destinata unicamente al mercato collezionistico. Alcune nazioni europee le hanno già escluse dall’uso quotidiano, come i Paesi Bassi e la Finlandia.
A questo punto può essere utile e interessante fornire alcune semplici informazioni. Come noto a tutti, il centesimo è il taglio più piccolo dell’euro e possiede le seguenti caratteristiche: peso 2,30 g, diametro 16,25 mm, spessore 1,36 mm, forma tonda, bordo liscio, colore rosso, composizione acciaio ricoperto di rame. Chiunque può verificare che i pezzi da 1 centesimo vengono attratti da una calamita, come pure i tagli da 2 e 5, proprio per la presenza dell’acciaio (il rame non è magnetico). Le figure rappresentate sulla faccia nazionale sono molteplici e possono: richiamare aspetti collegati alla flora e alla fauna locale come la genziana, il ramoscello di quercia, il muflone di Cipro, la cicogna della Slovenia; riportare le immagini dei regnanti Alberto II re del Belgio, Henri granduca del Lussemburgo, Beatrix regina dei Paesi Bassi, sua Santità; riprodurre stemmi araldici quali il leone finlandese, l’insegna semplificata della Repubblica di Lettonia, l’arma dei Grimaldi principi sovrani di Monaco, il blasone del cardinale camerlengo, capo ad interim durante la sede vacante; rappresentare figure allegoriche come la giovane Marianne francese; ritrarre monumenti o manufatti, ad esempio Castel del Monte, l’altare del complesso dei templi preistorici di Mnajdra (Malta), il Montale o Terza Torre (San Marino), la cattedrale di Santiago de Compostela, il sigillo reale del 1134 (Portogallo), il modello della trireme (Grecia), nave da guerra che risale al tempo della democrazia ateniese V secolo a.C.; recare simboli nazionali quali l’arpa celtica, il monte Kriváň della catena Tatra (Slovacchia), la carta geografica (Estonia).
In Italia, la prima moneta da un centesimo venne battuta in Milano a nome di Napoleone I imperatore di Francia e re d’Italia (1805-1814). Il tondello di rame (2,1/2,3 g, 19/20 mm) presenta al dritto la testa nuda, volta a sinistra, di Napoleone e, al rovescio, la corona ferrea a sette punte. Altre monete da un centesimo sono state emesse a Milano e a Venezia da Francesco I (1815-1835), da Ferdinando I (1835-1848) e da Francesco Giuseppe I (1848-1859), a Parma da Maria Luigia (1815-1847), a Torino da Carlo Alberto (1831-1849), a Roma da Pio IX (1846-1870), ovviamente dopo l’introduzione della monetazione decimale, dal governo provvisorio di Venezia (1848-1849). Molto particolare il pezzo in rame (2 g, 19 mm) emesso dal regno di Sardegna a nome di Carlo Felice (1821-1831) con, al rovescio, lo stemma sabaudo coronato tra rami di quercia. La moneta, pur avendo il millesimo 1826, venne battuta a Torino dal 1827 al 1830, a Genova nel 1827 e nel 1830; ne venne anche fatta una coniazione nel 1847, ai tempi in cui regnava Carlo Alberto, con gli stessi conii, con la conseguenza che i pezzi prodotti sono indistinguibili da quelli realizzati al tempo di Carlo Felice.
Ed ancora, nel 1860, il Governo Provvisorio di Bologna fece battere, per provvedere alla mancanza di spiccioli e per soddisfare il desiderio della popolazione che non voleva più usare le monete papali, monete in rame da 1, 2, 5 centesimi con gli stessi conii richiesti a Torino. I pezzi realizzati a Bologna sono privi del simbolo di zecca e si riconoscono facilmente da quelli coniati trent’anni prima. Ancora, monete da 1 centesimo sono state emesse a nome di Vittorio Emanuele II come re eletto (zecca di Birmingham) e, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, da Vittorio Emanuele II (1861-1878), Umberto I (1878-1900) e Vittorio Emanuele III (1900-1946). Nel 1908, in forza del R.D. n. 629 del 29 ottobre 1908, iniziò la produzione delle nuove monete da 1 centesimo in bronzo (1 g, 15 mm) con la raffigurazione simbolica dell’Italia, con un ramo d’ulivo nella destra, ritta sulla prua di una nave rostrata. Il rinnovato conio, in questo primo anno (56.860 pezzi), si unì agli esemplari, tipo valore, prodotti prima dell’emanazione del regio decreto di ottobre. Le monetine da 1 e 2 centesimi cessarono di avere corso legale col 30 giugno 1924.
Anche altre nazioni hanno, nel corso degli anni, eliminato dalla circolazione le monete che rappresentavano la centesima parte dell’unità monetaria. Ecco alcuni esempi.
La Svezia non utilizza il pezzo da 1 öre (centesimo della corona svedese) in bronzo (2 g, 16 mm) dall’inizio degli anni Settanta del secolo scorso e inoltre, dal 30 settembre 2010, ha cessato di aver valore legale anche il taglio da 50 öre; stessa sorte per la moneta da 1 øre della Norvegia e della Danimarca. Il Canada ha predisposto il ritiro del suo celebre centesimo con la figura delle foglie d’acero che, dal 2012, aveva già cessato di essere coniato per la circolazione. In Nuova Zelanda, prima del 1990, erano in circolazione monete da 1 centesimo che vennero poi ritirate suscitando molte discussioni e qualche dubbio. Anche l’Australia ha abolito la moneta da 1 centesimo di dollaro, come è successo al pezzo da 1 rappen della Svizzera, fuori corso dal primo gennaio 2007, al centavo (centesima parte del moderno real, introdotto nel 1994) del Brasile, ritirato dal 2005, all’agora (centesima parte del nuovo siclo) di Israele decaduto nel 1991.
La Russia si appresta a dare l’addio al copeco, la monetina del popolo, il cui nome deriva dal russo kopjo (копьё), lancia e i primi pezzi avevano lo stemma di Mosca con san Giorgio che trafigge il drago. Pure la Gran Bretagna sta prendendo in seria considerazione la possibilità di abolire la moneta da un penny. Negli Stati Uniti le monete da un centesimo di dollaro in zinco laminato in rame (2,5 g, 19,05 mm), malgrado l’uso limitato, sono ancora in circolazione, anche se esiste un dibattito sull’opportunità di continuare la produzione.
Nonostante tutto, esistono pezzi particolarmente ricercati e costosi, ad esempio l’errore di conio della moneta da 1 centesimo con la Mole Antonelliana, pezzo che presenta la faccia comune da 1 centesimo impressa su un tondello con la figura destinata al pezzo da 2 centesimi. Un esemplare, messo all’asta nel 2013 dalla nota azienda italiana Bolaffi (2.500 euro il prezzo base), è stato aggiudicato per 6.600. La moneta da 1 centesimo 1902, tipo valore, coniato in soli 26.308 esemplari, è da considerarsi il centesimo di lira più raro del Regno d’Italia. Ma anche il pezzo da 1 centesimo 1908, tipo italia su prora, è particolarmente raro e costoso.
In conclusione, le monetine decisamente piccole, pochi grammi di peso, realizzate con metalli non preziosi, che presentano immagini semplici, non esaltanti, anche, e forse soprattutto, a causa del piccolo spazio a disposizione per l’incisione, ma che ci raccontano momenti storici e ci devono far riflettere, sono state uccise dall’inflazione.