di Lorenzo Bellesia
VENGONO PUBBLICATE ALCUNE VARIANTI DI MONETE COMASCHE AD AGGIORNARE UN RECENTISSIMO LIBRO SULL’ARGOMENTO (nella foto a sinistra il libro Le monete di Como)
Grazie alla cortesia di un collezionista posso fare una integrazione alla recente ricerca sulla zecca di Como1: si tratta di tre denari terzoli2, due dei quali inediti ed uno già pubblicato nel CNI ma di cui non ero riuscito a presentarne la fotografia e di un pegione di Franchino II Rusca.
Con una datazione possibile tra il 1245 ed il 1250 c’è il seguente terzolo:
D/ (croce potenziata) FREDERICVS
(segno di abbreviazione) // P · R // I, scritta in due righe
R/ (croce potenziata) (cuneo) CVMIS
Croce potenziata, nel primo quarto, due cunei a croce
L’utilizzo di cunei per identificare le emissioni era molto frequente nell’area lombarda. Per Como era noto un terzolo con il cuneo alla fine della leggenda del rovescio (Bellesia 8 ) oppure all’inizio ed alla fine della leggenda (Bellesia 9). Il presente esemplare lo porta invece all’inizio ma ha un’elemento in più, del tutto particolare: due cunei uniti a V nel primo quarto della croce.
Il secondo terzolo appartiene alla ben nota emissione contraddistinta dalla cosiddetta O croxata ed è quindi databile tra il 1251 ed il 1253.
D/ (croce potenziata) FREDERICVS
(O croxata con cuneo verso sinistra) // P · R // I, scritta in due righe
R/ (O croxata con cuneo verso destra) CVMIS (crescente con sopra globetto)
Croce potenziata
Sia nei grossi da 4 imperiali che nei terzoli, la O croxata è stata abbinata ad altri simboli, cuneo, globetto e crescente, collocati in diversi punti della moneta e con diversi orientamenti. Questo esemplare è da identificare con la variante 7, assegnata a Federico I, nel CNI, variante che non avevo rintracciato nelle mie ricerche.
Con una datazione possibile tra il 1254 ed il 1260 c’è il seguente terzolo:
D/ (croce potenziata) FREDERICVS
(segno di abbreviazione) // P · R // I, scritta in due righe
R/ (croce potenziata) CVMANVS
Croce potenziata, nel primo quarto, globetto
Finora era nota la variante col punto nel secondo quarto (Bellesia 29) quindi è probabile che le due monete debbano essere mezza in stretta relazione. Nella variante già pubblicata si evidenziano due diverse forme della lettera A: una gotica con la parte superiore a mezzaluna ed un’altra senza la parte superiore ma semplicemente formata da due aste poggiate l’una all’altra. La nuova variante presenta la lettera con la mezzaluna superiore.
Questo pegione di Franchino II Rusca (1408-1412) presenta una variante non compresa nel mio libro caratterizzandosi per la rosetta alla fine della leggenda del rovescio al posto dei tre cerchietti disposti a triangolo soliti che si trovano nella maggior parte degli esemplari censiti:
D/ (rosetta) FRANChINVS (cerchietto) RVSChA (cerchietto) D (cerchietto) CVMARVM (cerchietto) 3C
Croce fiorata in doppia cornice quadrilobata
R/ S (cerchietto) ABONDIV’ CVMANVS (cerchietto) (rosetta)
Sant’Abbondio seduto di fronte benedicente con la mano destra e col pastorale nella sinistra
Il CNI elenca ben quattro varianti alla fine della leggenda del rovescio: cerchietto (CNI 1), croce (CNI 2), stella (CNI 3) e tre cerchietti (CNI 4) ma è del tutto probabile che solo la variante 4 sia una corretta lettura mentre la 2 è semplicemente la rosetta dell’esemplare qui illustrato interpretata appunto come una croce mentre nella 3 è stata interpretata come una stella. Nella variante 1, infine, viene descritto un esemplare incompleto.
Riferimenti
- Articolo originale in formato pdf da Panorama numismatico nr.265 – Ottobre 2011
- Recensione del libro Le monete di Como su Panorama Numismatico
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Note
- L. Bellesia, Le monete di Como, Serravalle 2011. Qualche mese dopo la pubblicazione del libro c’è stata una importante aggiunta alla bibliografia sulla zecca di Como essendo uscito il volume Le zecche italiane fino all’Unità, Roma 2011, a cura di Lucia Travaini. Nella scheda su Como, pp. 611-614, firmata da Giuseppe Girola e Marco Bazzini, ci sono sostanziali differenze nella datazione delle monete del periodo comunale. Io avevo individuato tre nominali, grossi da 6 denari, grossi da 4 e terzoli – cioè mezzani, mentre nella Guida sono citati anche dei grossi da un soldo di denari imperiali e degli oboli scodellati da un quarto di denaro imperiale. Molto diverso è anche la cronologia delle emissioni. Io avevo ricostruito un susseguirsi di emissioni abbastanza intenso ma in un arco cronologico ristretto, all’incirca dal 1245 al 1260. Nella Guida invece si ipotizza che la zecca fosse già stata aperta nel XII secolo e che sia stata attiva fino agli inizi del XIV secolo. Diversa è anche la precedenza tra le emissioni: le monete più antiche dovrebbero essere quelle recanti la scritta cumanus, presumibilmente ancora coniate nel 1238; mentre i mezzani e oboli con leggenda cumis furono forse prodotti solo dopo la morte di Federico II… Una cronologia delle varie tipologie di grosso potrebbe essere la seguente: agli esemplari da quattro denari imperiali con leggenda fredericus impert e cumanus e aquila coronata nel campo – ante 1238 – fecero seguito, alla morte di Federico II, quelli con scritte identiche ma con l’aquila senza corona. Verso la fine del Duecento o agli inizi del XIV secolo, in linea con quanto avvenuto a Milano, furono emessi i grossi dal valore di un soldo di denari imperiali e quelli da mezzo grosso, con scritte fredericus impert e civitas cumana.
- Mantengo la definizione di denari terzoli anche se mi è stato fatto notare che essa era in uso nella sola Milano mentre altrove queste monete erano definite mezzani.
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