La stampa britannica ha dato ampio risalto ad una importantissima scoperta di carattere storico-numismatico. In aprile, nel sud-ovest della Gran Bretagna, un appassionato ricercatore col metal detector ha trovato una grande giara strapiena di monete romane sepolta ad appena 30 centimetri sotto la superficie. Resistendo alla tentazione di far tutto da sé, ha avvertito le autorità cosicchè la giara è stata recuperata con tutte le cautele del caso salvandone l’integrità ed il contesto archeologico. Una volta esaminate le monete si è appurato che erano ben 52.500 per un peso di circa 160 chilogrammi! A giudicare dalle fotografie pubblicate sulla stampa si trattava in prevalenza di antoniniani romani della seconda metà del III secolo. Abbiamo notato i soliti nomi del periodo, in particolare Probo e Caro, ma anche emissioni cosiddette galliche a nome dei Tetrici. A giudicare dalla prima impressione non si è trattato di un tesoro di grande pregio perché questi antoniniani dovevano essere di bassissima mistura se non proprio di rame. Presenti anche monete a nome dell’usurpatore Carausio che infatti ebbe la sua sede nell’isola. Tra queste la stampa ha pubblicato le foto di esemplari davvero spettacolari.
Grazie alla notoria solerzia britannica il lavoro di restauro è già iniziato e qualcosa è già anche stato esposto al British Museum. La stampa ha attribuito al tesoro un valore intorno ai 3,3 milioni di sterline, circa 4 milioni di euro. Abbiamo fatto un facile conto dividendo questa cifra per il numero delle monete, 52.500. Ogni moneta quindi sarebbe stata valutata di media circa 76 euro, valore un po’ alto, almeno a giudicare dalle fotografie di alcuni campioni dove si notano esemplari dei Tetrici da pochi euro ciascuno.
Grande comunque il valore storico ed archeologico poiché questo tesoro si pone ai vertici della classifica dei più grandi ritrovamenti di carattere numismatico anche tenendo conto che se ne conoscono molti del III secolo che contano migliaia e migliaia di monete, quasi sempre antoniniani sia precedenti che posteriori alla riforma di Aureliano. Per periodo e quantità di monete questo tesoro inglese è paragonabile a quello scoperto a fine Ottocento in località la Venera vicino a Verona.